Calo delle nascite? Come preservare la fertilità

par Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica
venerdì 5 aprile 2019

Negli ultimi anni nel nostro Paese abbiamo osservato un fenomeno da non sottovalutare: sono diminuiti i fiocchi rosa e celesti sulle porte degli italiani. Dal 2008 si è innescata una crisi della natalità da cui il Paese ancora non si riprende. Soltanto nell’arco di tre anni (dal 2014 al 2017) le nascite sono diminuite di circa 45mila unità.

Nel 2017 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 458.151 bambini, mentre nel 2018 ne sono stati registrati novemila in meno. Il numero medio di figli per donna è circa 1,32 e l’età media del primo parto continua a crescere, si è arrivati al picco massimo di 32 anni.

Ma perché accade tutto ciò? Sono dati che tenderanno a peggiorare? La risposta è da ricercare nel calo della fecondità della donna, ma anche nel contesto socio-economico e in una minore propensione a volere figli. I motivi sono dunque molti, e vanno dalla mancanza di un lavoro stabile, a stili di vita con ripercussioni sulla fertilità. Fortunatamente viviamo in un’epoca in cui il progresso e le innovazioni ci permettono di ovviare a questo problema: sono stati incrementati gli studi finalizzati alla preservazione della fertilità, si stanno perfezionando le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita, oltre a promuovere campagne di sensibilizzazione alla crioconservazione dei gameti (consigliata specialmente nei pazienti oncologici).

Sono molti i fattori che influenzano la fertilità, in primis l’età della donna (ma anche dell’uomo) e la frequenza coitale, oltre a tutti quelli che riguardano le abitudini e gli stili di vita poco salutari:

La fertilità è un bene inestimabile: la modifica di queste abitudini, gli stili di vita e un’educazione sessuale volta a favorire maggiori controlli andrologici e ginecologici, anche in età adolescenziale, sono cruciali per migliorarla e preservarla.

Se tutto questo non bastasse, la crioconservazione dei gameti è un altro valido aiuto per preservare la fertilità delle coppie che decidono di programmare il concepimento in un’epoca più tardiva, per motivi di salute, economici, ecc. E’ una procedura che permette la conservazione a bassissime temperature di ovociti e spermatozoi, che potranno essere riutilizzati in futuro per mezzo delle tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita. Nell’uomo l’invasività di questa tecnica è nulla, qualora il campione venga prelevato dallo sperma, mentre è moderata quando per problematiche mediche non è possibile l’eiaculazione (per esempio nei casi di aneiaculazione o eiaculazione retrograda). Anche nella donna la pratica è leggermente invasiva, in quanto prevede una breve anestesia per prelevare gli ovociti per via transvaginale (il tutto avviene in 20 minuti circa).

 

Tirocinante: Chiara Calcagni

Tutor: Fabiana Salucci

Bibliografia:

Visigalli R. (2011) “Sterilità e infertilità di coppia” Franco Angeli

Sitografia:

www.repubblica.it/cronaca/2019/02/07/news/cala_la_popolazione_in_italia_nel_2018_nuovo_minimo_storico_delle_nascite_salgono_gli_stranieri-218534960/

www.istat.it/it/archivio/224393

www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=65&area=Vivi_sano

www.esseredonnaonline.it/slider/5-fattori-che-influenzano-la-fertilita/

https://www.pazienti.it/contenuti/terapie/crioconservazione

 


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