CGIL e Confindustria sono d’accordo. Svolta epocale!

par Cesarezac
martedì 23 ottobre 2012

La CGIL, in altre parole il più potente sindacato dell’Europa occidentale, spalla del PCI, di cui, di fatto, era un duplicato, partito al servizio dell’URSS, è stata per anni impegnata a distruggere l’apparato produttivo di un Paese in pieno boom, per creare lo scontento dei cittadini e servirlo in un piatto d’argento a Stalin che lo avrebbe inglobato tra i paesi del Patto di Varsavia. Insomma si voleva fare dell’Italia una specie di Berlino Est, manovra scongiurata grazie a De Gasperi con la creazione della DC.

Fu così che con il sindacalismo selvaggio degli anni di piombo si arrivò alla dissoluzione di tutte le imprese grandi e medie tra cui i gloriosi marchi dell’automobile, Alfa Romeo, Lancia, Lamborghini, Maserati, De Tomaso, Autobianchi, di cui rimangono solo i nomi. L’avvocato Agnelli e De Gasperi erano l’oggetto dell’odio della sinistra. Oggi, finalmente, con la presidenza di Susanna Camusso, la CGIL si occupa sinceramente dei lavoratori, in sintonia con l’avversario storico, la Confindustria, presieduta di fresco dal valoroso industriale della Mapei, Giorgio Squinzi.

E’ una svolta epocale! Entrambi, all’unisono gliele hanno cantate chiare al governo dei tecnici. “Grave recessione. Solo tagli e tasse. È economia di guerra. Non si salva il Paese se non si salva il lavoro. Una politica sbagliata fatta di finanza e non di investimenti. L’Italia non aveva bisogno di professori per ritrovarsi in una situazione così disastrata”. Fin qui la Camusso. Giorgio Squinzi presidente della Confindustria: “Il PIL italiano per abitante è tornato ai livelli del 1998. La produzione industriale è calata del 22 per cento e in tanti settori del 30 - 40%. Più di mezzo milione di persone hanno perso il lavoro. Migliaia d’imprese hanno chiuso. Prima della crisi avevamo una decina di anni di crescita debole ma pur sempre, crescita. Siamo disponibili a rinunciare agli incentivi in cambio di una riduzione della pressione fiscale”.

I numerosissimi negozi che comprano e vendono oro, la proliferazione delle ludoteche dove la povera gente disperata sperpera gli ultimi spiccioli per i gratta e vinci, con la speranza assai improbabile di una vincita che possa risolvere i pressanti problemi di sopravvivenza, costituiscono il segnale del tutto nuovo di una drammatica crisi mondiale ma che si somma alla nostra crisi, del tutto peculiare, di un Paese immobile in miserando declino. Un Paese che non produce, e non può produrre se non si rimuovono i numerosi ostacoli che impediscono di fare impresa e non si porta la pressione fiscale a livelli possibili, non può pagare tasse e non può sfamare i cittadini.

Lo stesso Monti, ha più volte ammesso fra i denti che il suo governo si è preoccupato prevalentemente dell’aspetto finanziario dell’economia, di compiacere l’UE, trascurando i problemi della produttività e del lavoro. Fin dai primi mesi di vita del suo governo, avevamo lanciato l’allarme: anziché crescita e sviluppo, Monti e la sua squadra ci stanno propinando recessione! Dati ISTAT: nel primo trimestre del 2012, le compravendite d’immobili a uso residenziale, sono diminuite del 17,2%. I mutui sono crollati diminuendo del 49,6% rispetto al primo trimestre del 2011.

Accanto a questi dati già di per sé preoccupanti, vi è la crescita del ritmo dei prezzi che è circa doppia rispetto alle retribuzioni o pensioni, quindi, recessione e inflazione! Anche la CARITAS lancia un drammatico allarme: il 33,3 per cento dei cittadini chiede di essere sfamato e assistito! Se proprio si voleva un governo di tecnici, allora si sarebbe dovuto ricorrere agli specialisti della patologia che affligge il Paese: la mancanza di posti di lavoro.

Gli specialisti sono i rappresentanti del mondo della produzione, cioè coloro che creano lavoro, quindi la Confindustria e i rappresentanti dei lavoratori: i sindacati, CGIL CISL, UIL. Giorgio Squinzi, il prof. Alberto Quadrio Curzio, Susanna Camusso con Epifani e Angeletti, Oscar Giannino, Pietro Ichino, potrebbero essere gli artefici di un urgente rinascimento italiano, la squadra di un governo capace di tirarci fuori da una drammatica impasse.


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