C’erano una volta i blogger

par Riciard
martedì 8 settembre 2009

Prima di iniziare a leggere questo post, sappi che hai a che fare con un individuo squilibrato, che probabilmente inizierà a parlare male di qualcuno per sfogare i propri bassi istinti. Ancora lì? Beh, io ti ho avvertito.


Quando Riciard’s iniziò a muoversi in punta di piedi nella blogosfera, cominciai con lui a conoscere molti blogger, a leggerli, a commentarli. Capii rapidamente che tramite quei blog ed alcuni aggregatori di notizie, si poteva tranquillamente essere più informati che leggendo i giornali; inoltre offrivano spesso numerosi punti di vista interessanti, spunti di riflessione.

Poi successe che, come me, molti altri iniziarono a portare il proprio nome nella blogosfera, ed il fenomeno divenne famoso, tanto da valere una puntata di Bruno Vespa (vi ricordate? Chi ha un blog, scrive solo per una sorta di incontenibile malattia mentale con chiaro richiamo sessuale), ed i blog aumentavano quotidianamente ed esponenzialmente. I blogger, forse no.

In un mare magnum che ogni giorno continuava ad allargarsi distinguevo ancora i vecchi fari della blogosfera, ma faticavo a trovare qualcos’altro di interessante. Tutti scrivevano le solite cose, senza riflessioni, senza una vera firma: il mare era piatto.

Arrivarono a deturpare questa calma piatta due tipi di blogger: il vignettista e l’urlatore. Entrambi hanno avuto sicuro e diffuso successo, talvolta con vero merito il primo, quasi sempre senza alcun vero perchè il secondo. Del vignettista e della vignettocrazia ho già parlato, oggi mi interessano gli urlatori. Quando mi ci scontrai la prima volta, ebbi l’impressione di essere stato teletrasportato al porto di Sciacca, dove a un fresco e intenso odore di porto si mescolavano le grida dei pescatori, pronti a bandire l’asta del prossimo merluzzo.
Non faccio nomi.
Piero Ricca.


L’ho fatto, vabbeh, ormai è tardi per cancellare.
E’ il primo, subito dopo Beppe Grillo, degli urlatori, ma è il primo urlatore senza alcun senso se non il grido. Piero Ricca fa quello che vorrebbero fare un po’ tutti gli italiani, va in giro, prende di mira un politico e lo infama gridando.

Bene, una sorta di senso di riscossa, ok, e sono infamate meritate, giusto. Talvolta anzichè infamate sono richiami ad un passato ombroso della persona, che tradiscono studi appropriati in merito. Tuttavia sono solamente urli, senza alcun esito che lo sfogo. Uno guarda un video di Piero Ricca come guarderebbe Zelig, con la sola speranza di una sorta di catarsi Ricchiana.

Ma il male non è Ricca. Lui se non altro è originale, ha come un marchio di fabbrica che gli permette l’onore, un po’ come succede a queste figure, di scrivere libri e passare per umanista. Del resto se scrive libri Moccia, possono scriverli tutti, e Ricca non per ultimo. (Apro parentesi: come mai questi personaggi vengono sempre consacrati con un libro? E’ davvero necessario un loro libro? Chiudo parentesi) Il male è che Ricca scatena la fantasia di un esercito di codardi urlatori, che non avendo il coraggio di fare i suoi stessi teatrini, rimangono nel web e appioppano soprannomi e vezzeggiativi ai politici.



Qualcuno dovrebbe dirgli che non ne possiamo più. Io almeno non ne posso più. Nessuno può essere definito "ganzo" per il semplice fatto di scrivere "mavalà Ghedini" o altre cazzate del genere, peraltro copiate.

Quando i blogger erano blogger, c’era chi scriveva il suo diario, chi scriveva i cazzi propri e chi faceva il contraltare di una stampa non libera, spesso con successo e grandi articoli. Quest’ultima figura è scomparsa, travolta dagli urlatori, perchè si è capito che si è tanto popolari quanto più si alza la voce e si inventano soprannomi stupidi.

Io non sono mai stato un blogger-giornalista, per quanto abbia scritto innumerevoli volte di politica, ho semplicemente scritto ciò che mi andava di giorno in giorno, cercando di porre l’attenzione su ciò che mi sembrava determinante in quel momento. E per quanto ci stiano effettivamente prendendo per il culo, trovo che prenderli per il culo a nostra volta non porti altro che a fare una allegra carnevalata perdente.

Io sono forse un blogger inedito. Sono convinto che tutto ciò che c’è di buono qua dentro vada in un qualche modo portato fuori. Anche gli urli, se proprio non riuscite a fare altro. Se non altro darete vita ad allegri teatrini Ricchiani. La rete può davvero essere la salvezza dell’Italia, della sua cultura, a patto che ognuno facia qualcosa di effettivamente utile, che non sia solo cercare l’esibizionismo o il volo pindarico per maggiore visibilità.

Solo a patto che ognuno blogghi per il piacere di farlo o per coinvolgere, informare, attivare, fari ridere e piangere, potremo avere una Altr@giornata.

Riciard, uno degli ultimi blogger

Vi rammento che nessuno di voi verrà ucciso o maltrattato per aver esposto il banner di Altr@giornata sul proprio blog (è semplice, basta copiare il codice qui sotto, e al massimo adattarne le dimensioni), e che nessun lettore verrà condannato a una vacanza al fresco se decide di aderire con una mail, un commento, o anche solo iscrivendosi al gruppo su Facebook. Al limite, se il 20 settembre non sarete numerosi, apprezzerete la mia furia. Ma potrete rifarvi anche il 9-10-11 ottobre a Osnago, alla fiera del commercio equo e solidale: TUTTAUNALTRACOSA ;)



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