C’è chi lo definisce "un risultato storico"

par Oceanus Atlanticus
venerdì 8 maggio 2009

Il 6 maggio scorso, tre barconi, provenienti dalla Libia, con a bordo un totale di 227 extracomunitari, nel Canale di Sicilia, in acque territoriali maltesi, hanno lanciato un messaggio di soccorso ricevuto dalla Guardia Costiera italiana.

Inizialmente veniva inviata sul posto la nave mercantile italiana "Lia Ievoli".
Giunto sulla posizione indicata il mercantile non trovava nessun natante in zona, per cui ritornava sulla sua rotta iniziale proseguendo verso Tunisi.

Intanto alcune motovedette della Guardia Costiera italiana riuscivano ad intercettare le tre imbarcazioni portando soccorso a questi poveretti.

Dopo lunghe trattative tra il Governo italiano, quello Libico e quello maltese si decideva di rimandare questi sfortunati in Libia.

A questo punto fa d’uopo considerare le probabili vicissitudini affrontate da quella gente prima di imbarcare su quei barconi.

Scriveva David Livingstone:
«È impossibile esagerare il male della tratta. Abbiamo incontrato una donna uccisa dal padrone arabo perché non era in grado di camminare oltre. Abbiamo visto una donna legata ad un albero e lì lasciata morire. Abbiamo incontrato i corpi di uomini morti per fame»



Oggi su wikipedia leggiamo:
La schiavitù moderna in Africa è una realtà spesso taciuta dai mass media internazionali. Centinaia di migliaia di africani continuano ad essere tenuti in situazioni di schiavitù o di lavoro forzato, da cui non possono sfuggire. I moderni sfruttatori di schiavi trovano buoni agganci locali, sfruttano le debolezze politiche e legali dei paesi interessati, per procurarsi persone da soggiogare al lavoro forzato o per vendere i loro servizi a cartelli internazionali, come accade per la tratta di ragazze da avviare alla prostituzione in Africa o altrove.

Forse dai tempi di Livingstone ad oggi qualcosa è cambiato, ma la schiavitù è sempre presente. Per cui c’e’ da chiedersi se pochi o molti di quei poveretti, che sono stati riportati in Libia, non abbiano tentato di attraversare il mare proprio per sfuggire ad essa.

Qualcuno, questo rimandarli indietro, l’ha definito "un risultato storico".

Un risultato storico? Forse...ottenuto però dopo l’aver sfoderato un buon quantitativo di ipocrisie.
"Poveretti" rimandiamoli indietro, riportiamoli tra le braccia del loro destino! E chissà quanti di quelli moriranno di stenti perche’ abbiamo ottenuto un "risultato storico", da ricordare.

Dietro quella povera gente si celano grandi problemi. Uno degli immigrati del Pinar disse di essere scappato dal suo paese perchè volevano ucciderlo. Altri sono costretti a camminare anche per mesi e mesi prima di raggiungere la costa libica, ed altri ancora, nell’uscire dal loro paese, sono obbligati a pagare continue tangenti. Ed infine diversi di loro, durante il percorso, per un boccone di cibo, sono indotti a schiavizzarsi temporaneamente. Giunti in Libia trovano gente senza scrupoli che li imbarca su battelli che spesso diventano le loro tombe. E a coloro che riescono a sopravvivere non resta altro che aggrapparsi ad un filo di speranza.

E qui si è accennato principalmente a quei problemi a cui questa gente va incontro dal momento in cui parte da casa per raggiungere le acque del Mediterraneo. Non abbiamo considerato quelli ancora più importanti, che li hanno spinti ad intraprendere questo viaggio che per molti di loro termina nelle gelide acque del Mare nostrum.

Spesso mi chiedo se siamo realmente coscienti che quei poveretti sono esseri umani....questo perchè diventa importante, in questo caso, per noi, soltanto l’aver ottenuto un "risultato storico"...


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