Busi insulta Lucio Dalla: “Checchesco bontempone, come ne sento l´attacco alla radio, spengo”

par Corrado Lagona
lunedì 5 marzo 2012

Un omosessuale non pubblicamente dichiarato che quindi se ne strafotte della morale sessuale cattolica, che mai nulla ha espresso contro l’omofobia di matrice clericale che impesta il suo Paese.

Da una lettera di Aldo Busi a Dagospia si evince un’invidia inconfessabile, malamente celata dietro un’impennata di orgoglio omosessuale. Forse proveniente dalla consapevolezza che, dopo la sua morte nemmeno Montichiari – il suo paese d’origine – lo commemorerà con il fasto con il quale tutta l’Italia sta prestando in proprio omaggio a Lucio Dalla. O forse solo per manie di protagonismo controtendenza che solo un malato di egocentrismo cronico come lo scrittore bresciano può ostentare in tali circostanze.

Ci vien da pensare che Aldo Busi, letterato di grande spessore stilistico, voglia in qualche modo essere accostato a Pier Paolo Pasolini.

Mi spiace Busi, non è la sessualità ad accomunare un’essere umano, non basta essere un’omosessuale di sinistra e anticlericale per essere messo sullo stesso piano di Pasolini.

Quanto a Dalla, ognuno della propria vita fa ciò che gli pare, e tu, Busi, lo sai bene. D’altronde, quale letterato di grande spessore oserebbe spogliarsi in tv a mo' di femme fatale e rovinare in pochi istanti, tutto ciò che di buono avesse fatto in precedenza? Ma sono scelte, e se c’è qualcuno che ti mette a disposizione una telecamera per ostentare il tuo “checchismo”, lo accetto.

Non accetto che invece che un microbo abbài contro un gigante, per di più se questo gigante non c’è più.

Citiamo la Lettera in alcuni stralci

Conta di più la vita o l´opera? L´opera, se la vita ne è la superflua coerenza. Se la vita non è coerente con l´opera che produce, il dibattito resta aperto, ma non per me: non conta né l´una né l´altra, entrambe contano solo per l´occasione sprecata di farne tutt´uno. Quindi, via, giù nell´imbuto dell´oblio delle cose che ne nascondono troppe altre per non appartenere più alla fogna dell’arrivare con meno problemi al ventisette del proprio mese che al ruscello di acqua davvero sorgiva e ristoratrice in tutte le sue preziose molecole per l’umanità assetata.

UN OMOSESSUALE NON PUBBLICAMENTE DICHIARATO

E´ uno scarto psichico inevitabile, una sensazione di imbarazzo, un sapore di fregatura sistematica: un omosessuale non pubblicamente dichiarato che quindi se ne strafotta della morale sessuale cattolica, che mai nulla ha espresso contro l’omofobia di matrice clericale che impesta il suo Paese, che mai una volta ha preso posizione aperta per i diritti calpestati dei cittadini suoi simili di sventura politica e civile e razziale, un tipo così che, per esempio, scrive e canta il suo amore per una donna viene prima (per mediocrità di carattere, ipocrisia deliberata, amore del quieto vivere a discapito di chi lotta per i suoi stessi diritti da lui per primo negati) della bellezza o bruttezza della sua dedica impropriamente musicata.

DALLA CHECCHESCO BONTEMPONEâ¨

Non vedi l’omaggio alla donna, vedi la ridicola falsità e la necessità estetica per conto terzi che vi soggiace. Ho sempre pensato che Lucio Dalla fosse un checchesco buontempone, un chierichetto furbastro – le sue interviste sono un vero florilegio di banalità in ossequio alla morale comune e all’autorità costituita, alla maniera di Celentano, che a me non piace nemmeno quando canta – e non basta la morte per cancellare la magagna del gay represso cattolico (represso alla luce del sole, il che non ne inibisce certamente il godimento tra le tenebre della vita privata, anzi, le implementa, come ben si sa) che si permette tutte le scorciatoie di comodo (l’arte, il fine superiore e balle varie) pur di non prendere la strada maestra più sensata della basilare affermazione di sé, anche se più accidentata.

LUCIO DALLA E CRAXI

â¨I ben documentati rapporti di Dalla con Craxi e l´Opus Dei, nonché con l’angelo custode che dichiarò di avere visto al suo fianco, me lo rendono poi addirittura indigesto, per amore della pila sapeva individuare bene dove andare a fare il baciapile, non erano certo le protezioni in alto loco a mancargli, era trasgressivo dove esserlo è di moda e alla portata di qualunque reazionario di mondo, anche se gli sono debitore di molte risate allorché fece un programma televisivo con Sabrina Ferilli in cui si sforzava di dare a vedere che la desiderava – invano, per sua fortuna, e non certo perché fosse di una struggente laidezza fisica.

LE CANZONI DI DALLA CON ACCENNO A RENATO ZEROâ¨

Non so se le canzoni di Dalla sono belle o brutte, come ne sento l´attacco alla radio, spengo. In questo senso, è in buona compagnia, tutti di autorinnegati di successo. Ve la lascio tutta, o prefiche e sorcini degli scomparsi ad arte già in vita. Io, da parte mia, continuerò a pensare che i veri eroi di Bologna sono i famigliari delle vittime della Uno Bianca e della strage della stazione ferroviaria rimasta impunita, eroi silenziosi sempre più dimenticati, quasi rimossi, attorno a loro io non smetterò un istante di stringermi in un cordoglio senza fine, e purtroppo senza pace.
Aldo Busi


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