Buoni fruttiferi postali: 400 milioni a rischio con Poste Italiane. Precari in Rete plaude a Auriemma e Barzotti (M5S)
par Carmine Pascale
venerdì 23 maggio 2025
L’Associazione Precari in Rete ha espresso vivo apprezzamento per l’iniziativa promossa il 21 maggio alla Camera dei Deputati dalle parlamentari del Movimento 5 Stelle, Carmela Auriemma e Valentina Barzotti. L’evento ha portato alla luce una presunta “truffa” perpetrata da Poste Italiane ai danni di migliaia di piccoli risparmiatori, legata ai buoni fruttiferi postali.
La denuncia: Una “truffa” ai danni dei piccoli risparmiatori
L’Onorevole Auriemma ha introdotto la problematica sottolineando il profondo valore simbolico che i buoni postali rivestivano per molte famiglie. Erano spesso il frutto dei modesti risparmi di nonni e genitori, donati a figli o nipoti come segno di affetto, fiducia o per celebrare un’occasione speciale. Ciò evidenzia come i risparmiatori colpiti siano spesso persone fragili ed economicamente svantaggiate, soprattutto al Sud Italia, che ora rischiano di vedere svanire i frutti di anni di sacrifici a causa una condotta poco trasparente e leale da parte di Poste Italiane. In Parlamento è stata ufficialmente denunciata quella che viene definita una “truffa” ai danni di oltre 30.000 risparmiatori. Il punto centrale della contestazione riguarda l’emissione di buoni fruttiferi postali con modalità che non sarebbero conformi alle normative sulla trasparenza e sull’adeguata informativa al consumatore. Questa situazione avrebbe privato migliaia di cittadini dei propri averi, proprio coloro che avevano riposto fiducia in un’azienda statale. Si stima che il valore complessivo di tali buoni ammonti a circa 400 milioni di euro.
L’anomalia dei buoni postali “dimenticati”
La questione ruota attorno a un fenomeno inquietante manifestatosi dapprima tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000, per poi intensificarsi nella seconda metà del decennio scorso (2010-2019). Un numero elevato di risparmiatori non ha infatti riscosso tempestivamente i frutti dei propri investimenti, ovvero i buoni e i relativi interessi. Si parla di circa 30.000 persone che avrebbero “dimenticato” o perso il proprio investimento. Questa anomalia solleva il fondato sospetto che la criticità risieda nella gestione di Poste Italiane, l’ente emittente dei buoni.
La mancanza cruciale di informazione
Poste Italiane non avrebbe rispettato l’obbligo, stabilito dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 19 dicembre 2000, di fornire il Foglio Informativo Analitico (FIA) insieme ai titoli di investimento, documento contenente tutte le specifiche cruciali dell’investimento, inclusa la sua durata e scadenza. La grave omissione avrebbe impedito ai risparmiatori di avere i dati essenziali per prendere decisioni consapevoli sui propri investimenti. Inoltre, emerge un’ulteriore e preoccupante lacuna: fino al 2009, Poste Italiane non avrebbe tenuto un elenco esaustivo dei buoni emessi. Ciò significa che, se un risparmiatore perdeva il proprio buono, né lui né Poste erano in grado di risalire all’investimento. Questo dettaglio indica una grave debolezza nella struttura organizzativa e un’assenza di strumenti di tutela basilari per i clienti.
Le responsabilità di un’azienda statale
Il coinvolgimento di Poste Italiane, un’azienda di proprietà statale, aggrava ulteriormente la situazione. L’operato di quest’ultima, infatti, si scontrerebbe palesemente con i principi di trasparenza, lealtà e tutela del risparmio che il Governo dovrebbe garantire ai cittadini. Per queste ragioni, l’Associazione Precari in Rete – da tempo impegnata nella denuncia delle condizioni lavorative all’interno dell’azienda, in particolare quelle dei precari – sostiene pienamente l’iniziativa delle Onorevoli Auriemma e Barzotti. L’Associazione ritiene inoltre indispensabile, come ribadito dalle parlamentari, che sia Poste Italiane sia il Governo Meloni si assumano pienamente le proprie responsabilità. La battaglia per la giustizia dei risparmiatori traditi verrà portata avanti con determinazione.
Implicazioni legali e necessità di risarcimento
La mancata consegna del FIA, in particolare per i buoni emessi dal 2000 in poi, implicherebbe un inadempimento da parte di Poste che dovrebbe comportare il risarcimento del danno. Sebbene la giurisprudenza ordinaria su tale aspetto sia alternante, l’elemento chiave della denuncia riguarda la mancanza di informazioni specifiche fornite ai risparmiatori sia al momento della sottoscrizione che alla scadenza del titolo. Questo scenario rafforza la richiesta di giustizia e di piena responsabilità da parte di Poste Italiane.