Bufera kazaka: il governo oscurato e quello oscuro

par paolo
mercoledì 17 luglio 2013

La domanda di rito è: "Meglio un ministro bugiardo o un ministro che non sa?"

La vicenda del rimpatrio forzato di Alma Shalabayeva e della figlia di sei anni ha avuto un primo epilogo ieri era dopo la comunicazione al Senato del ministro degli interni Angelino Alfano. Cadono le teste del prefetto Giuseppe Procaccini (capo di gabinetto di Alfano) e del capo segreteria del dipartimento Alessandro Valeri.

Angelino non sapeva, così come non sapeva il ministro degli esteri Emma Bonino e tanto meno il premier Enrico Letta. Neanche la polizia sapeva e neppure i nostri diplomatici sapevano che quella donna e sua figlia erano la famiglia di Mukhtar Ablyazov, uno dei maggiori oppositori del regime del dittatore del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev.

Insomma nessuno sapeva, ma chi ha organizzato il rimpatrio su un aereo privato noleggiato dal kazakistan, lo ha fatto con una velocità ed organizzazione del tutto inusuale per come vanno solitamente le cose dalle nostre parti. Nel giro di quarantotto ore, irruzione nella villetta, impacchettamento e spedizione al destinatario. Questo, in sostanza quanto ha riferito Alfano nel "Question Time" di ieri sera al Senato, presenti soltanto i ministri del Pdl, il ministro Mauro di scelta civica ed il ministro Kyenge del PD. Brillavano ovviamente le assenze di Enrico Letta ed Emma Bonino.

Ci si può credere? Direi senz'altro di sì e, malgrado la teatralità ed il consueto linguaggio "forense" con il quale si esprime l'avvocato Angelino Alfano, ritengo che la sua sia stata una dichiarazione genuina. Sono cioè propenso a ritenere che effettivamente nessuno sapesse, a parte ovviamente i diplomatici kazaki che hanno fregato tutte le nostre istituzioni, Farnesina compresa.

E il perché è molto semplice. Perché questo governo non conta un fico secco, non conta Letta, che si affanna in giro per il mondo a rinfrescare la nostra immagine deturpata di paese allo sbando, non conta ovviamente Angelino Alfano che è un fantoccio nelle mani di un signore che, tra un processo e l'altro scorazza per il mondo con il passaporto in tasca malgrado una condanna in appello e, guarda la combinazione, capita proprio dalle parti di Putin, lo zar di Russia suo grande amico. Entrambi, Putin e Silvio Berlusconi, sono amici del dittatore del kazakistan (il destinatario del pacco celere), con frequentazioni assidue improntate a reciproca stima.

L'"imprenditore" e le sue amicizie coltivate negli anni di governo del paese con soggetti che non appaiono la "top quality" della democrazia. Ricordiamo Gheddafi e mettiamoci anche Erdogan, il capo di stato turco alle prese con qualche problema di democrazia. Tutti siedono o sedevano su immense ricchezze legate al petrolio e al gas o erano logisticamente strategicamente importanti per rifornire un'Europa assetata di energia. Insomma il filo comune che li lega sono i soldi e dove si fa "il dané per fortuna che Silvio c'è".

Putin, Berlusconi e Nazarbayev, un triangolo che suscita parecchi dubbi su come possa essere andata la brutta faccenda in questione, ma che suggerisce l'esistenza di un governo occulto che manovra all'interno del governo Letta, muovendo istituzioni che dovrebbero rispondere soltanto a chi è legittimato a dirigerle. È persino pleonastico pensare a chi rispondano effettivamente Alfano, Quagliariello e la compaggine governativa pidiellina, così come appare evidente lo scopo, al di là dei fini di propaganda elettorale sull'IMU e l'IVA, di tenere in piedi questa alleanza di governo "sui generis", ovvero per fini che poco o nulla hanno a che fare con gli interessi del paese.

Insomma il vero "deus ex machina" o se volete il premier occulto di questo governicchio è sempre lui, il Cavaliere di Arcore Silvio Berlusconi che il prossimo 30 luglio sarà (forse) giudicato nel processo Mediaset da una Consulta che ha espresso un collegio giudicante che definire "soft" è un puro eufemismo.

Di tutto questo, delle continue figuracce internazionali, compresa la vicenda Calderoli-Kyenge ("orango"), che ci espongono allo "spread" peggio del debito pubblico stratosferico e di tutto quello che verrà nei prossimi giorni, dobbiamo ringraziare il comico genovese Beppe Grillo.

Non scordiamocelo, caro popolo italiota dalla memoria corta.


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