Bruno Tommaso e Pietro Tonolo, il grande jazz a Sassari

par Luigi Coppola
mercoledì 19 maggio 2010

L’Orchestra Jazz di Sardegna, diretta dal maestro romano ha incontrato il sassofonista veneto. Grande spettacolo e tanti applausi a Palazzo di Città.

 "...E’ domenica mattina e ci si può perdonare una sciocchezza: - da bambino mai avrei pensato che da grande avrei diretto una bella orchestra come questa..."
 
Un congedo così austero e schietto non poteva essere salutato che da una ovazione prolungata e affettuosa. La terza domenica di maggio più invernale, a dispetto di un calendario frustrato dal maestrale, incornicia a Sassari, nel Palazzo di Città (lo splendido ristrutturato teatro Civico) una mattina cool. L’associazione Blue Note Orchestra in collaborazione con l’Orchestra Jazz della Sardegna ha organizzato, nel ventesimo compleanno, tre appuntamenti in altrettante matinée domenicali.
 
Il 16 maggio la reunion degli orchestrali isolani presenta un direttore "adottato" per le sue frequenti collaborazioni a Sassari: il Maestro Bruno Tommaso. L’ospite d’eccezione è uno tra i sassofonisti più noti in Europa: il veneziano Pietro Tonolo.
 
Incrocio Bruno Tommaso fra le quinte dopo le ultime prove con i musicisti e ne approfitto per una mini intervista volante. Ho con me il libro autobiografico di Paolo Fresu (uno dei suoi migliori e riconoscenti allievi) "Musica Dentro". Gli leggo alcune citazioni che lo riguardano, riferite a vent’anni fa, quando diffondere jazz, anche sull’isola era pratica per pochi eletti, ritenuti forse "anarchici" o apostati musicali.
"..Il jazz veniva avversato in tutta Italia da tutti i conservatori e le scuole di musica, non solo qui a Sassari. Scontava un retaggio culturale ancorato al ventennio fascista dove questa musica, nuova e colta, era vista come une pericolo. Anche se è da ricordare che proprio il figlio del duce era un amante del jazz e lo stesso padre gli forniva in segreto, i dischi da lui stesso censurati. D’altra parte quando l’Italia iniziava a scoprire il jazz, in America si era già oltre con nuove sperimentazioni sul Be Pop. Anche se bisogna riconoscere un buon lavoro realizzato da alcuni dipartimenti culturali della RAI..."
 
Assistiamo, come tendenza diffusa nell’universo musicale, all’ includere o avocare impropriamente altri generi, il pop ad esempio, ai canoni jazz, magari come veicolo di moda.
 
"...Una musica che si porta. Il jazz è un padre nobile come altre musiche colte e come tale, spesso è bistrattato o poco rispettato. Di contro, c’è un rischio di ’accademizzarlo’ o rinchiuderlo in canoni estetici, anche oggi che è stato riconosciuto e apprezzato nei Conservatori italiani. Questa è una tentazione nella quale non voglio cadere..."
 
Lo ribadisce proprio nel concerto, che apre pochi minuti dopo con un omaggio a Duke Ellington ("Serenade under the stars"). Diciotto orchestrali con una sezione fiati in prima linea per una fila di fuoco: cinque sassofonisti più Giovanni Agostino Frassetto (direttore OJS) impegnato al flauto traverso. "Stavo per dire..mostro...", corregge il termine al microfono, quando Tommaso, conduttore per caso, introduce l’ospite Pietro Tonolo.
 
Volano, i settanta minuti, fra gli standard del maestro veneto che veleggia armonico negli spazi orchestrali. John Coltrane, Whyne Shorter gli autori rivisitati in standard che agganciano la musica d’insieme con anelli brillanti e perfetti. Difficile trattenere gli applausi anche quando sarebbe meglio rimandarli al termine delle esecuzioni. Diverse, quelle scritte dallo stesso sassofonista, eccellente nei cambi al sax soprano. Si divertono tutti i musicisti sul palco: le ritmiche in progress concedono dediche per tutti: la tromba di Sanna Passino, il sax baritono di Marco Maiore, la chitarra di Roberto Tola. Citazione a parte per il batterista Luca Piana e l’eclettico Mariano Tedde al piano, portali puntuali. Un "esercizio di stile", formula che piace ricordare allo stesso Tommaso al termine del concerto con l’ultimo brano in scaletta, "Milano Beet". Un pizzico di non celata nostalgia per ricordare "...quando eravamo più giovani e spensierati, per certi aspetti, per altri no...".
 
Sassari si conferma location privilegiato. Prossimo appuntamento d’autore con la OJS, domenica 6 giugno: la voce di Barbara Casini e la direzione di Paolo Silvestri verso il Sudamerica.

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