Brindisi. Perché è un errore spostare gli ultimi ormeggi dei traghetti

par Gino Iacca
giovedì 26 gennaio 2012

Brindisi. Economia del Porto. La scorsa estate (2011), ritornato alla ribalta l'argomento dello spostamento degli ormeggi dei traghetti dal seno levante a Costa Morena, precisamente il 9 luglio ho inviato una lettera alla Gazzetta del Mezzogiorno; mi fu risposto che sarebbe stata pubblicata di lì a qualche dì. Così non è stato. Il 16 luglio ho sollecitato ma niente.

Il 17 e 20 luglio 2011, alcuni giornalisti del Quotidiano sono venuti a trovarmi in agenzia per chiedere cosa ne pensassi di questo spostamento, ed io, giacché la mia lettera non era stata ancora pubblicata, la consegnai impegnandomi ad avvisare la Gazzetta.

Dopo un'ora mi contattarono telefonicamente avvisandomi circa l'impossibilità di pubblicare lo scritto, per mancanza di spazio. Diffondo allora qui questo mio pensiero:

Ecco che la questione ritorna con prepotenza alla ribalta: gli ultimi ormeggi dei traghetti nel porto interno, quelli ora in servizio di collegamento tra Brindisi e Albania, dovranno essere spostati a Costa Morena.

Attenzione! Si dovrà agire subito, con estrema urgenza, non c’è più tempo! Gli armatori minacciano di abbandonare il porto di Brindisi e l’Authority terrà lunedì 11 luglio 2011, una riunione urgente, tra operatori ed autorità preposte, per valutare l’immediato utilizzo degli attracchi di Costa Morena.

L’anno scorso (2010), la stessa richiesta, leggemmo sui giornali, fu accompagnata da elementi molto lusinghieri: al posto dei traghetti avremmo dovuto accogliere yacht e maestose navi da crociera, con le nostre vie del centro stracolme di croceristi e diportisti, ansiosi di spendere i loro denari.

Eravamo contenti di leggere che questa strategia avrebbe attenuato, finalmente, i gravi disagi economici degli esercenti, spesso costretti, già da qualche anno, alla chiusura definitiva delle loro attività, nel centro cittadino.

Adesso, invece, perché si spostano questi benedetti traghetti? Magari, al loro posto, ci metteremo un “rigassificatorino da salotto”, che potrà anche abbellire la città? I nostri esperti, insieme ai nostri amministratori, piuttosto dei traghetti, cosa ci metteranno?

I panfili?
Un traffico interessante, ma semmai fosse realizzato, sarebbe per lo più d’estate. Per di più, considerando che i diportisti, per ogni loro esigenza, si appoggiano alle agenzie marittime di fiducia, va da se che, pur ormeggiando lontano dal centro cittadino, si avrebbe per la nostra città un ritorno economico identico.

Le navi da crociera?
Anch’esse, qualora approdassero, giungerebbero solo in estate. Oltre a ciò, i croceristi usualmente sono organizzati prima dell’approdo, con le escursioni guidate, e quei pochi che rinunciano a tal servizio, lo fanno proprio per non spendere ulteriori denari, quindi, come per i diportisti, anzi ancor di più, vale il concetto dell’assenza di ricaduta economica per la nostra città.

I traghetti, al contrario, approdano 365 giorni l’anno, con relativi turisti in transito che girano per le nostre vie del centro, cercano ristoro nei bar, pranzano nei ristoranti, fanno il pieno carburante nei distributori, acquistano i loro biglietti nelle agenzie e, magari, qualcuno di loro sarà invogliato, da una vetrina di una boutique superstite, ad un acquisto fuori programma.

Costoro, durante gli scorsi decenni, sono stati fondamentali per la nostra economia cittadina; allora, perché mandare tutti nel “deserto” di Costa Morena? Anni fa, mandammo lì “in esilio” tutti i battelli, con annessi passeggeri provenienti / diretti in Grecia, cosa ottenemmo? Che cosa otterremmo ora, mandando lontano dal centro città questi ultimi traghetti?

Un fatto è certo! Otterremo che anche quest’ultimi turisti, invece di girovagare per le nostre vie cittadine, ed essere così una chance di economia per qualsiasi operatore presente sul territorio cittadino, si troveranno internati nel piazzale di Costa Morena e saranno, di fatto, utenti monopolizzati. (Unico bar , unico ristorante, unica agenzia ecc.).

A costa Morena, tra l’altro, particolare non trascurabile, ancora non esiste un Terminal, o un’idonea struttura pubblica, in grado di accogliere i passeggeri in transito; l’unica costruzione che attualmente viene utilizzata, è posta a ridosso dell’area portuale ed è di proprietà privata.

Così, i nostri cari turisti, di fatto, verranno delegati in esclusiva ai quei pochi “fortunati” esercenti autorizzati ad operare nel deserto di Costa Morena.



A riprova di ciò, basta osservare la segnaletica stradale; è stata progettata con massima dovizia e cura affinché giungendo a Brindisi dalla SS 16 non consenta a nessun turista, diretto all’imbarco dei traghetti per la Grecia, di attraversare la nostra città.

Tra qualche giorno ci accorgeremo, perfino, che la “Ghestapo nostrana” come prima urgenza, una volta spostati gli ormeggi, ravviserà proprio quella di aggiornare la predetta segnaletica, in modo che, anche i viaggiatori diretti in Albania, non attraversino più, assolutamente mai più, la nostra Brindisi.

Non sia mai, per carità! Potrebbero appestare i cittadini!

Così come ci siamo dimenticati dei turisti, diretti in Grecia, che vivacizzavano e rallegravano le nostre vie, (chi non è giovanissimo può testimoniarlo), ci dimenticheremo anche di questi passeggeri diretti in Albania, anch’essi, ora in fase di “deportazione”.

E’ vero, pardon, questa volta non si intende spostare i traghetti per mettere al loro posto le navi da crociera e yacht, ma si reclamano gravi disagi che si ripetono al terminal del Seno di Levante, denunciati da armatori e agenti marittimi, e al centro di una recente, dura protesta.

La polemica e scoppiata dopo il blocco del traghetto Ionian Spirit, per circa un’ora e mezza, a causa di un’indisponibilità momentanea della rampa, nel porto interno, seguito da animate proteste di viaggiatori ed armatore.

Il problema del nostro porto è il cedimento di una banchina? Si tratta solo di questo? Che cosa serve realmente al porto di Brindisi?

Certamente ci sarebbe da stilare un lungo elenco, e sono tanti gli operatori portuali, da tempo delusi e scoraggiati, che comunque sarebbero pronti a redigerlo. E, magari leggeremmo che servono strutture moderne e adeguate ai tempi, sia per traffico passeggeri, sia per il traffico merci, una stazione marittima degna di tale nome, rampe di ormeggio, sevizi di accoglienza per i passeggeri , ecc.

L’Authority, potrebbe finalmente avviare un processo di riqualificazione seria del porto interno ed esterno, in sintonia con le amministrazioni locali, regionali e nazionali e con ogni rappresentante degli operatori interessati, e però, nell’interesse di tutta la nostra economia cittadina.

Si potrebbe per esempio, realizzare uno dei progetti di cui negli anni passati si è tanto parlato, “circuito unico doganale con quattro varchi” o qualsiasi altro programma che tenesse sempre conto della priorità: l’economia cittadina.

Del resto, lo sappiamo tutti: la qualità di vita di una città è direttamente proporzionale al benessere dei cittadini; più trascuriamo quest’aspetto, continuando ad affamare la popolazione, peggio sarà per tutti noi!

In quest’ottica, ben vengano le proteste, specialmente quelle dei viaggiatori, infatti, è bene ricordare che ogni passeggero e veicolo che imbarca e sbarca da un traghetto è tenuto a pagare un’imposta, che ogni armatore è tenuto ad incassare e, sua volta, versare nelle casse dell’Autorità Portuale; e ciò, anche per favorire il funzionamento di servizi e strutture portuali sempre più moderne ed efficienti.

Allora “Sì” alle proteste e le pretese, degli armatori degli operatori e dei viaggiatori, sempre che si ottemperi puntualmente ai propri obblighi e, quindi, si sia versato quanto dovuto! Nel caso contrario, sarebbe la tipica beffa dopo il danno!


Una cosa è certa. Si può e si deve pretendere di più! Molto di più di uno spostamento di ormeggi che ritornando alla ribalta puntualmente ogni estate, ha alimentato, nei più maligni, il germe del sospetto.


 


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