Bravo Renzi, avanti tutta!

par paolo
sabato 14 febbraio 2015

Quello va in scena in questi giorni nel Parlamento è una via di mezzo tra la farsa e la tragedia. Tra urla e strepiti, sceneggiate carnevalesche e botte da orbi la Camera dei Deputati sta per approvare le riforme costituzionali. Il tutto con i tempi imposti da un implacabile direttore d'orchestra deciso a non mollare di un millimetro. 

Il sospetto che in questo paese gattopardesco per fare qualcosa ci volesse qualcosa di dirompente, qualcosa che frantumasse il muro del consociativismo, che spezzasse le catene dei giochi sottobanco, gli inciuci ricattatori più o meno leciti protrattisi nel corso di decenni di assoluta, totale e monolitica invarianza della politica italiana, più che un sospetto era ormai diventata una assoluta certezza.

L'equivoco è stato quello di ritenere che ci volesse qualcosa o qualcuno che uscisse dagli schemi di questa tradizione partitica avvitata su se stessa, ovvero una forza politica nuova e prorompente, un soggetto che scaturisse dalla società civile come autentico interprete dei suoi disagi e del malessere di larghi strati della popolazione. Così da molti, sottoscritto compreso, è stato salutato il M5S di Beppe Grillo pur con tutte le riserve sui contorni poco chiari legati ad uno stato giuridico a dir poco incerto e nebuloso, ai movimenti di piazza che lo permeavano e ai principi fondanti legati all'idea di una "democrazia liquida" da realizzarsi solo su internet. Insomma "cibernauti ", grigliati da un blog di un comico, al posto dei partiti e della democrazia parlamentare. E' finita probabilmente come doveva finire vista la sostanza di partenza,ossia con un folto gruppo (il secondo in Parlamento), a fare gli sfascisti a tutto tondo in attesa di un fantomatico quanto assai improbabile suffragio universale da parte di un popolo stremato.

Nessuno poteva prevedere che a sfasciare tutto provvedesse invece un giovane "dittatorello" democristiano poco o nulla incline alla mediazione e al compromesso che non fosse solo a lui funzionale, che si è dimostrato implacabile con chiunque osasse mettersi di traverso ai suoi disegni. Matteo Renzi ha rotto ogni tradizione con il passato, ha sepellito il consociativismo, persino con il più potente sindacato italiano (CGIL), e ha spezzato gli ingranaggi della prassi consolidata, imponendo la legge del più forte. Insomma chi non sta con lui è contro di lui, a prescindere. E la dimostrazione plastica di questo stato di fatto è che tutti gli oppositori, dai vetero comunisti di SEL, ai pentastellati (con l'eccezione dei transfughi), ai leghisti e per finire con i berluschini, si sono uniti e compattati contro di lui e hanno deciso di abbandonare l'aula (a " unisono" per dirla alla Verdone) nella quale si stanno votando le riforme costituzionali.

Un fatto mai avvenuto e indubbiamente molto grave, che molti considerano come un vero e proprio "vulnus" per la democrazia, ma che evidentemente a Matteo Renzi non fa letteralmente un baffo, visto che in tarda notte è piombato nell'aula dove la "maggioranza" marciava a pieno ritmo nelle "autovotazioni". Ed è intervenuto con un messaggio forte e chiaro "si va avanti comunque e se dovesse mancare la maggioranza perché qualcuno ha dei dubbi (chiaro riferimento a civatiani, fassiniani ecc. ) fine dei giochi e si fila dritti come fusi ad elezioni anticipate". Anche questa minaccia senza tenere in minima considerazione l'eventualità che la decisione ultima spetta comunque al neo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Presidente che nel frattempo appare del tutto silente su questa vicenda.

Contro Matteo si erge in tutta la sua statura un novello capopopolo, che è riuscito nell'impresa da molti ritenuta impossibile, di diventare la guida spirituale di tutti coloro (M5S escluso), quindi comunisti compresi,che vogliono abbattere il "dittatore".

Sentitelo come tuona con la faccia decisa e cattiva di chi promette lotta dura: "Altro che Aventino, vedranno i sorci verdi. Ieri sera venuto a fare il bullo in quest’Aula, potrà forse convincere i suoi ma non noi. Pensiamo solo ai decreti in corso di esame in Parlamento". Il motivo di tanto risentimento è come al solito nel "metodo dittatoriale" adottato da Renzi per far procedere speditamente i lavori in aula. In serata la risposta del premier è stata lapidaria "Noi andiamo avanti con seduta -fiume". Poi precisa: "Da anni la politica non fa le riforme. Noi ascoltiamo tutti, ma non ci facciamo ricattare da nessuno". 

 Da anni la politica non fa riforme,noi ascoltiamo tutti , ma non ci facciamo ricattare da nessuno", cui segue, ovviamente, un tweet. "La riforma sarà sottoposta a referendum. Vedremo se la gente starà con noi (plurale maiestatis?, ndr) o con il comitato del no guidato da Brunetta, Salvini e Grillo".

Se Renzi non brilla per disponibilità al confronto, è certo che i suoi oppositori non sono dei santarelli immacolati che difendono la sacralità dei principi democratici. Sembra piuttosto pruderia di chi ha ricevuto, seppur a diverso titolo, calci nel sedere da parte di Matteo.

Del M5S è inutile perfino ripetersi, questi sfascerebbero qualsiasi cosa non sia di loro provevienza ma se non altro non si può negarne la coerenza. Anche se, per la verità, un compromesso con Renzi lo avrebbero anche fatto se il premier avesse eliminato, come da loro richiesta, il "quorum referendario". Richiesta respinta. Sono usciti dall'aula al grido di "onestà , onestà ,onestà". Incomprensibile.

Poi ci sono i leghisti di Salvini che fanno tiro al piccione sul governo e sull'euro come metodo propagandistico per diventare il nuovo polo di riferimento a destra alternativo a Forza Italia e cespuglietti vari. E sembra che ci stiano riuscendo.

SEL invece è la antica spina nel fianco a sinistra che ormai è diventata del tutto incompatibile con il disegno di centralità moderata che si sta concretizzando nel nuovo corso del PD . Stanno diventando un naturale e nostalgico approdo per tutti coloro che a sinistra male sopportano la nascita della nuova democrazia cristiana di Renzi.

Infine c'è Forza Italia che offre un quadro di incoerenza speculativa che meritrebbe un capitolo a sé. Finché Renzi sembrava assecondare le pulsioni di rinascita politica e personale di Silvio Berlusconi, hanno votato di tutto: riforma costituzionale al Senato compresa. I media dell'ex Cavaliere, fino allo strappo sull'elezione del presidente Mattarella, incensavano Matteo come il vero erede di Silvio, il vero ed unico interprete delle riforme, l"Enfant prodige" della politica italiana. Svanito il sogno di un "favore" ad hoc, Silvio scioccato per lo smacco che gli ha rifilato il premier, ha dato l'ordine alle sue batterie mediatiche di aprire il fuoco dello "sputtanamento" di boffiana memoria, sul "traditore" Matteo Renzi.

E subito partono strane voci su promesse di 50.000 euro al mese (?!) per chi fa il salto della quaglia ,"inquietanti vicende" su presunti favoritismi al parterre di amici di Renzi, vedi articolo di Stefano Zurlo sul Giornale riguardo ipotetiche manovre di "inside trading" sulle azioni delle Banche popolari, naturalmente subito bissato da Belpietro su Libero: "Renzi spieghi il decreto sulle popolari ". Insomma è cominciato il bombardamento e a giorni, statene certi, grandinerà piombo rovente sulla testa del premier. I forzaitalioti sono usciti dall'aula al grido irredentista di "Libertà, libertà, libertà" , Ma da ché?

L'impressione generale è che il blocco antagonista a Renzi si sia formato più per insofferenza contro l'eccesso di "Yuppie" del premier, la sua smania di essere unico protagonista, unico riformista, unico rottamatore, che per veri motivi di sostanza. Ma i rischi sono più per loro che per Renzi, perché l'effetto centripeto di attrazione che esercita il premier potrebbe innescare o allargare ulteriormente i processi di disgregazione presenti in tutte le forze (Lega esclusa) che a lui si oppongono. Anche i dissidenti interni sono avvertiti, Fassina "stai sereno".

Adesso, a scanso di equivoci, tra questa insulsa e strumentale melma fangosa di "oppositori" che bloccherebbero qualsiasi cosa, anche un treno in corsa, e questo premier "dittatorello" un po' spocchioso e indisponente, sto decisamente con il secondo. Non cambio idea su di lui, mantengo tutte le mie riserve sulla persona e sul politico, ma ritengo che in questo momento sia largamente il male minore.

E allora, abbasso questa farsa di "Aventino" e avanti Renzi!

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr

 

 


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