Brachino chiede scusa a Mesiano. Ma...

par Spettacolando
lunedì 19 ottobre 2009

Ha chiesto scusa. Dopo qualche giorno, un week end di pensieri, critiche piovuto da destra e manca, la rete presa d’assalto, quel maledetto video che girava e girava e girava e quei stravaganti dai calzini turchesi che sbucavano ovunque, Brachino ha chiesto scusa. Ma.
 
Cioè ha chiesto scusa ma ci sono tre domande a cui Mesiano deve rispondere.
Simpatica questa cosa. Quella delle domande. Come mai Brachino non ha ripreso le domande di Repubblica, o ripreso Berlusconi che non ha risposto a quelle domande e ora vuole farne 3 a Mesiano?
 
Stamattina con un articolo su Il Giornale, Brachino ha fatto le sue scuse: “Chi mangia fa molliche. Il servizio sul giudice Raimondo Mesiano, andato in onda giovedì scorso, non è stato un capolavoro. Di questo me ne assumo tutte le responsabilità. Mi scuso quindi con Mesiano e mi impegno a non trasmettere più quelle immagini. Io non ho alcuna paura di scusarmi” e si impegna a non mandare più in onda quelle immagini che, diciamoci la verità, hanno fatto più male a loro che a Mesiano stesso. Il programma, infatti è stato messo in croce per tutto il weekend, a causa di quel servizio che riprendeva una mattinata “stravagante” del giudice Mesiano, reo di aver commutato una pena di 750 milioni a Mediaset (ora Fininvest),
 
Poi la frase capolavoro: “Se alcuni termini usati nel testo hanno offeso Mesiano mi scuso con lui”. Se? Insomma non bastava uno “Scusi ho sbagliato?”, ma tant’è, Brachino si è scusato e questo è già un passo avanti, sebbene, sottolinea il direttore di Videonews, ci sono delle domande, tre, a cui il giudice deve rispondere: “In tutto questo polverone bisogna tenere stretti gli occhiali e non perdere di vista le domande giornalistiche della rubrica di giovedì scorso. Primo, la promozione di Mesiano è meritata professionalmente o come sostengono molti è un premio politico per una sentenza che di fatto va contro il premier? Secondo, le idee politiche di un giudice, per quanto legittime, come agiscono sulla sua serenità e sulla sua indipendenza? Terzo, è vero che nel processo civile non serve un colloquio di tre magistrati, ma non è ’stravagantè decidere su una somma di 750 milioni di euro senza avvalersi di tecnici e consulenti”. Le risposte non sono molto difficili, ma lasciamo che a queste domande (retoriche) risponda il diretto interessato, invitato in studio da Brachino.
 
Ovviamente la colpa di tutto non è del servizio quantomeno discutibile, della giornalista che ha preparato il pezzo, di Brachino stesso che ha dato l’avallo al linciaggio (con il vicedirettore del Giornale – lo stesso che oggi accusa Augias di essere una spia. Oggi è toccato a lui, domani a chi?), ma ovviamente la colpa è di Repubblica (e di Sky e Rai Tre che avevano mandato più violte in onda un servizio che aveva avuto in origine l’avallo dello stesso Brachino). Prima erano i comunisti, ora è Repubblica; ma forse sono la stessa cosa.
 
“È inaccettabile la reazione di questo giornale (Repubblica ndr). Non è forse lo stesso che ha pubblicato le immagini della villa del premier con ospiti internazionale colti in frangenti in cui non si poteva neanche discutere del colore dei calzini. E non è forse lo stesso che ha pubblicato le immagini del bagno della residenza romana del presidente del Consiglio rubate con un telefonino?”, ma forse Brachino dimentica, o finge di dimenticare che:
1 Repubblica non ha pedinato nessuno, né teso trappole come fecero quelli de Il Giornale con alcuni giornalisti de L’Espresso
2 Berlusconi è il nostro presidente del Consiglio (eletto dal parlamento) e se invece di compiere il suo dovere istituzionale (incontro con Napolitano), fa altro, come sembrano dimostrare alcuni raffronti fatti da L’Espresso, questo è più importante di un giudice che va dal barbiere e fuma.
 
Il capolavoro viene però dallo Zanichelli, in cui, come sottolinea Brachino stravagante vuole anche dire originale, cercando un salvataggio in zona cesarini che sa di secondo autogol.

Quel servizio era inutile, non era informativo e dava dei gioudizi stravaganti su una persona che non faceva nulla di particolarmente interessante. Capita. nella vita si sbaglia e si puù anche mandare in onda un servizio inutile come quello. Insomma sarebbe bastato uno “Scusa” e un invito in trasmissione, ma sembra ormai che la pezza sia peggio del buco!

Per fortuna è arrivato il Ministro della Giustizia Alfano che, invece di difendere un giudice da un attacco mediatico, cerca di quietare le acque dicendo che "con le scuse di Brachino, si chiude il caso". E se lo dice lui.


Leggi l'articolo completo e i commenti