Bossi minaccia Monti? "Rischia la vita perché il Nord lo farà fuori"

par Enrica Moi
martedì 6 marzo 2012

L'ultima dichiarazione di Umberto Bossi sul nostro Presidente del Consiglio? "Monti rischia la vita perché il Nord lo farà fuori".

Durante un comizio a Piacenza, il senatùr ha così replicato a chi gli ha chiesto se il premier Monti proseguirà, sempre col sostegno di Berlusconi, anche dopo il 2013. 

Ma il leader della Lega si è in seguito giustificato dicendo: "Ho minacciato di morte Monti? E' Monti che minaccia di morte noi. Ho detto che Monti nella testa dei padani non è ben visto perché ci porta la povertà e poi anche la mafia. I giornalisti travisano, non si smentiscono mai quelle teste di legno". "La mia non era una minaccia di morte, perché se devo fare una minaccia, la faccio", ha prontamente asserito.

Le sue parole hanno immediatamente suscitato le reazioni di diversi esponenti politici. Il presidente di Sinistra Ecologia Libertà, Nichi Vendola, ha detto: "Bossi usa un linguaggio inaccettabile in un consesso civile. Bisogna smetterla di considerare folklore l'uso di un linguaggio violento e intollerante da parte del leader leghista. Tanto più si manifesta la differenza di opinioni con il premier Monti, tanto più alto deve essere il rispetto della persona. "A Monti" - conclude - "va tutta la nostra più sincera e convinta solidarietà". Dello stesso avviso il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, che ha detto: "Chi svolge funzioni pubbliche dovrebbe fare un uso saggio del linguaggio e non istigare a comportamenti eversivi. Certe parole irresponsabili generano inutili conflitti e rischiano di accendere gli animi in un momento in cui il Paese ha bisogno di trovare compattezza e unità per superare l'attuale, difficile, situazione". Mentre Pierferdinando Casini, con un po' d'ironia, ha così commentato sul suo Twitter: "Dopo le minacce di stasera a Monti bisogna veramente consigliare a Bossi un piccolo periodo di riposo!".

Siamo talmente abituati alle dichiarazioni del leader della Lega che ormai queste suscitano più ironia che indignazione. Ma trattandosi di Umberto Bossi, quest'ultimo non poteva di certo limitarsi ad una semplice polemica col premier. 

Non è infatti mancato uno dei suoi pezzi forti, ovvero la polemica riguardante l'Inno nazionale. Il leader della Lega ha difatti contestato la nuova proposta di rendere l'Inno di Mameli obbligatorio a scuola, con l'intento di far imparare ai bambini le parole, ma soprattutto, il loro senso. E sappiamo come la pensi Bossi riguardo il testo del nostro Inno. 

Ricordiamo infatti un congresso nel 2008, durante il quale il senatùr aveva espresso la sua opinione su una specifica parte dell'inno di Mameli che parla dell'Italia "schiava di Roma", la "Roma ladrona", come lui stesso l'aveva definita in un'altra occasione. "Non dobbiamo più essere schiavi di Roma", aveva detto Bossi. "L'inno dice che l'Italia è schiava di Roma... Toh! dico io", e aveva accompagnato queste ultime parole alzando il dito medio. 

Perlomeno in quest'ultimo comizio, il leader leghista si è limitato ad un semplice: "Spero che non lo cantino i miei figli".

Le ultime dichiarazioni di Bossi a Piacenza:


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