Bossi: energia a basso costo? Abbiamo boschi da bruciare!

par Giorgio Zintu
martedì 24 gennaio 2012

Tra “coglioni”, “infami”, “fanculo” a Roma, minacce e ricatti, Bossi nel consueto linguaggio ricco di argomenti ha improvvisato anche un’uscita da esperto della produzione di energia, di cui praticamente nessun giornale si è interessato. Per difendere i posti di lavoro e per lo sviluppo, il senatur, nel comizio a piazza Duomo di domenica scorsa, ha sentenziato che ci vuole energia a basso costo.

Così, visto che il petrolio scarseggia, il gas non lo regala nessuno e il sole delle Alpi sembra un’incognita, come si può risolvere il problema? Semplice, con la legna.

Ricco di boschi, almeno sino ad oggi, quindi di legna a buon mercato da bruciare nelle centrali, il Nord, secondo Bossi, vincerebbe a mani basse la sfida dell’autonomia energetica.

Sul palco e tra il pubblico nulla da eccepire. Ben pochi devono aver capito qualcosa, ma l’idea del capo è sempre geniale, chi oserebbe metterla in discussione? Ma il Segretario Federale, memore dell’autarchia nei periodi di guerra, avrà pensato che una centrale elettrica in fin dei conti non è altro che un camino, un tantino più grande, ma nulla di più.

Certo, se avesse chiesto un po’ in giro avrebbe scoperto che ci vogliono 150.000 tonnellate tra legna (per giunta da movimentare), paglia, residui della raccolta di mais e altri prodotti agricoli (solo una parte di quei materiali noti anche come biomasse) per ottenere, indovinate un po’, 49 MW. Pochini per dare energia al nord, sufficienti al massimo per un paesetto o due. Questi dati sono rintracciabili sul sito di Zignago Power progettata dalla danese AET.

Se poi leggiamo quanto scrive Giuliano Serioli, 50 mila quintali di legna corrispondono ad “un bosco di 50 ettari”. Dopo gli opportuni calcoli, che non possono tralasciare il fatto che le calorie del legno sono modeste rispetto ai combustibili tradizionali, si può anche prevedere quanto tempo ci vorrà per mangiarsi tutto il patrimonio forestale alpino. Nell’attesa, la situazione potrebbe essere resa più piacevole utilizzando sul barbecue qualche bistecca d’orso che, dopo i divieti dei NAS, arricchirebbe il prossimo menù delle feste della Lega Nord, almeno in Trentino.

Ma purtroppo le emissioni delle centrali a legna (ammesso che si tratti solo legna e che non venga trasportata da altri siti) sono un concentrato di inquinanti nocivi (vedi qui) non solo per la salute umana ma anche per le produzioni agricole e per gli allevamenti.



Insomma l’intera catena alimentare potrebbe essere compromessa più che da un’idea geniale da un’idiozia energetica, in grado di procurare danni costanti e duraturi. Non a caso la Regione Emilia Romagna ha imposto precise linee guida che vietano l’entrata in funzione di impianti a “biomasse” nelle aree di tutela del formaggio Parmigiano Reggiano.

E quindi cosa c’è da guadagnare? A parte l’immissione di gas serra, che non potrebbe essere compensata dalla crescita di nuovi alberi, non ci sono filtri che azzerano le emissioni di NOx (ossidi di azoto), PM10 e PM 2,5 (polveri sottili e ultrafini) e le diossine sicuramente cancerogene.

Per non parlare poi del danno alla biodiversità causato dall’eliminazione o dalla contrazione delle aree boscate, un patrimonio da difendere se almeno si vuole assicurare un futuro al pianeta. Ma questo è probabilmente l’ultimo dei problemi per Bossi & C. perché un programma della Lega Nord a firma dell’on. Pini, intende abolire limiti e divieti previsti per specie cacciabili (esempio il fringuello) o estendere i periodi di caccia da agosto a tutto febbraio, ponendo persino problemi di interpretazione su come debbano essere considerati i 100 metri di distanza da una casa per un appostamento fisso con fucile, alla faccia della maggioranza dei cittadini.

Ma ritornando a Bossi, forse ha ragione un tifoso della Lega (o ex?) che commenta deluso la giornata sul quotidiano on line l’Indipendenza.

Decine di migliaia di persone hanno fatto chilometri di strada, speso tempo e soldi per ascoltare 3-4 dirigenti (o pseudo-tali) tra cui un Umberto Bossi oramai completamente slegato dalla realtà e incapace di rappresentare la rabbia sempre crescente del Nord. Addirittura il Senatur si è messo a parlare di “centrali a legna” per produrre l’energia necessaria a difendere i nostri posti di lavoro… Mah… Le centrali a legna… Chi costringe Bossi ad esibirsi in piazza e fare “tristi figure” arreca a lui (che non lo merita) e alle istanze autonomiste padane un danno d’immagine impressionante…

E il danno all'Italia?


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