Bossi e Calderoli vanno dal Papa

par Paolo Cufino
domenica 30 agosto 2009

I veri cattolici cristiani sono loro. Non ridete.

Si tratta di una manovra furbesca per cercare di strappare qualche altro voto al cavaliere. Ma giacché ci sono, dico io, perchè non portare anche Borghezio? Il peso del sentimento cristiano che i tre messi insieme esprimerebbero sarebbe sicuramente più consistente con la presenza di quest’ultimo esemplare di umanità pre-neanderthaliana.

 

L’errore più frequente che molti cattolici e naturalmente anche i leghisti fanno è quello di pensare che per essere cristiani basti una semplice dichiarazione d’intenti, ma non è così. Essere cristiani significa, alla lettera, vivere secondo le parole di Cristo che mettono sicuramente al primo posto l’amore per il prossimo e credetemi, il prossimo nostro non è solo quello che nasce in padania ma qualunque essere vivente e da qualunque parte del mondo provenga.

Quindi, fossi in loro, mi asterrei dal fare questa strumentale sortita verso la Santa Sede anche perché sembra che le alte gerarchie del Vaticano stiano aprendo gli occhi sulla moralità sbandierata a ogni occasione da molti esponenti di questa compagine governativa. A questo proposito mi verrebbe voglia di chiedere a qualche alto prelato se è più meritevole colui che professandosi cristiano partecipa al “Family Day” ma è divorziato da una moglie, ne ha sposato una seconda che sistematicamente tradisce con l’amante di turno o il mio agnostico amico Mario che ha partecipato in maniera attiva alla battaglia per ottenere la legge sul divorzio, ma nel prossimo mese festeggia quarant’anni di matrimonio? Io la risposta l’ho già chiara nella mia mente, voi, in attesa che il prelato ci risponda, datevi la vostra.

Come tutti hanno certamente capito la lotta per la successione al sultano è in pieno svolgimento e così come fa Bossi, ognuno, Fini compreso, si smarca a modo suo prendendo le debite distanze dal capo dell’esecutivo in vista della prossima resa dei conti. C’è poi una pletora di fedelissimi che non possono smarcarsi perchè senza il cav. non sarebbero mai esistiti. Questi ultimi spariranno quando il re sarà caduto dal suo trono.

Intanto la diatriba tra Boffo e Feltri continua senza esclusioni di colpi.

Non entrerò nel merito della questione poiché non sono sufficientemente informato ma le pretese del direttore de “Il Giornale” sono veramente originali: vuole che Boffo invece di accusarlo di killeraggio giornalistico gli risponda nel merito. Ma non è quello che da qualche mese “La Repubblica” chiede a Berlusconi con le dieci domande che hanno portato alla querela? Come vedete il nostro direttore, con macroscopica incoerenza, vorrebbe da Boffo una risposta “nel merito”, ma da quell’obiettivo giornalista che è non la pretende dal cavaliere solo perché quest’ultimo è il suo datore di lavoro; pardon, il fratello del suo datore di lavoro (diciamo così).

Intanto mentre migliaia di lavoratori corrono seriamente il rischio di perdere i loro posti di lavoro i miei amici del PD tutti presi da beghe interne e dalla lotta per il posto di segretario del partito trascurano di organizzare manifestazioni di piazza che facciano capire a Berlusconi che sulla libertà di stampa non può e non deve permettersi di fare altre intimidazioni.

Anche in RAI 3 c’è una situazione molto nebulosa e si dice, ma non so quanto sia vero, che persino trasmissioni come “Report” siano a rischio. Non mi meraviglierei che la Milena Gabanelli che fa vero giornalismo d’inchiesta, talvolta sgradito anche alla sinistra, venisse privata della sua trasmissione.

L’autunno è prossimo e staremo attenti a quanto accadrà, ma di una cosa si può, purtroppo, essere sicuri: vedremo molti lavoratori salire sui tetti delle loro aziende.


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