Borriello attacca Saviano: "Ha lucrato su Napoli"

par Silvia De Marino
mercoledì 2 giugno 2010

Borriello attacca Saviano: "Ha lucrato sulla mia città". Non occorrerebbe meditare più approfonditamente sui toni da usare nei confronti di un ragazzo di trent’anni che ha rischiato tutto, che rischia tutto, e che (grazie anche a queste affermazioni) sta a poco a poco vedendosi togliere tutto?

Ci mancava anche Borriello, il giocatore del Milan.

 

Un altro fulgido esempio di chiarezza e linearità dei pensieri. Saviano parla di camorra, la camorra è una cosa brutta, quindi Saviano parla solo di cose brutte. Sillogismo perfetto!

Peccato non sia un disco rotto, una canzone già sentita, un quadro bruttino già visto, una insipida minestra già assaggiata, un attacco sconfortante.

 Prima Cannavaro, poi Emilio Fede, il nostro Primo Ministro Berlusconi e il suo giornalista preferito Feltri e, recentemente, perfino Dal Lago.

Insomma, Borriello fa da cornice ad una scena già vista. E non solo contro Saviano. Qualche anno fa, le vittime erano due illustri magistrati siciliani prima delegittimati ed insultati proprio dalla sedicente società civile e che, solo una volta sacrificati alla causa, sono stati riabilitati del proprio onore schiacciando il brusio di qualche insetto che ancora li diffamava. Come se in questo Paese ci fosse bisogno di pagare con la vita il prezzo della verità.

Parlo da napoletana: sono ormai nauseata da queste accuse prive di fondamento, colme di arroganza ostentata come un valore racchiusa in piccole frasi ripetute-ripetutamente (come canterebbero i nostri 99 Posse) e che diventano vere agli occhi dell’opinione pubblica solo perché pubblicate con cadenza settimanale su qualche quotidiano o riferite alla tv.

Basta, davvero. Smettetela. Smettetela di coprirvi di ridicolo.

Perché io, da partenopea, è di voi che mi vergogno. Di quelli che dicono: "sì...c’è la camorra, ma Napoli è tante altre cose!".

Voglio entrare nel merito, dirvi che il sole e il mare non compensano la miseria e la violenza che esportiamo in tutta Italia e che dilania i vostri amici, la vostra gente, la vostra terra, la NOSTRA terra; potrei dirvi che ad oggi le morbide curve delle cime del Vesuvio non sono abbastanza in confronto alle vette altissime dei grattacieli che i camorristi napoletani stanno costruendo in tutto il Paese.

Napoli è anche altro? Dimostriamolo. Dimostratelo coi fatti.

Riduciamo la camorra a quello che è: una sanguisuga velenosa che sta succhiando potenziale, denaro e, più di ogni altra cosa, la libertà alla sua stessa gente.

Sostenete chi dice "basta, ora fermatevi", come ha fatto Saviano, sostenete chi denuncia le estorsioni, andate a denunciare voi stessi se subite o assistete a reati. Non servono gesti eclatanti, bastano piccole azioni di civiltà: ad esempio, non pagate il famoso "cavallo di ritorno" quando vi rubano il motorino, andando a saldare la cifra pattuita per riavere il vostro scooter senza che i carabinieri siano con voi; oppure, il sabato sera evitate di comprare la tranquillità di un parcheggio più veloce lasciando la mancia ad un parcheggiatore abusivo; e infine, per apparire fashion e sempre alla moda, non occorre comprare le borse taroccate vendute ad ogni angolo di strada che sono costate sudore e lacrime di lavoratori che nell’entroterra napoletano non hanno diritti, ma solo doveri; per una serata più divertente in discoteca, non c’è bisogno di una striscia di coca, basta essere in pace con voi stessi e stare con una compagnia decente.

Si parla, spesso, in mancanza di altre argomentazioni del fatto che Saviano abbia guadagnato, "lucrato", dal racconto della propria terra, del fatto che "s’è fatto i soldi" parlando male della nostra città.

Mi dispiace doverlo fare, ma ve lo voglio dire: scusate, ma se era così lampante tutto quel marciume abbrutente che lui descrive nelle pagine di Gomorra, perché non l’avete fatto voi??

Se quello che Saviano ha scritto nel suo libro era davvero così "sotto gli occhi di tutti", come si fa a dire che sia stato lui ad infangare la nostra città, quando è magari il vostro vicino di casa imprenditore a rubare la sabbia dalle spiagge che poi diventa "cemento"?

Come ogni scrittore che si rispetti, Saviano ha trovato un argomento che nella sua realtà quotidiana influiva costantemente, è riuscito a descriverlo e raccontarlo come nessuno prima, e quindi il suo libro che gli è costato anni di fatica e di lavoro è diventato fonte di sostentamento per la sua vita. Beh? Non mi risulta che prima Saviano volesse fare il carmelitano scalzo, e non credo che dovrebbe esserlo chi racconta di camorra; non è prescritto dal medico diventare un martire a trecentosessanta gradi, men che meno quando si è dotati del talento che lui dimostra in ogni pagina che scrive.

Quest’uomo, il cui nome ormai riempie la bocca di tanti, ha sacrificato molto più che la propria serenità. E forse, quando se ne parla, occorrerebbe avere maggior rispetto. 

Mi domando come riusciate a non vedere che è il nostro\vostro silenzio colpevole ad affossare insieme alla criminalità organizzata una delle terre più fertili d’Italia. Mi domando come si possano dimenticare ferite ancora aperte che la stessa famiglia di Borriello, ad esempio, porta nella propria storia: un padre ucciso dalla camorra. E un figlio che punta il dito con chi racconta che la camorra è composta da assassini e da delinquenti.

Non è chi racconta che è colpevole della nostra condizione, non è chi ne parla, ma chi silenziosamente tenta di avvicinarsi al Sistema provando a guadagnarci qualcosa perché così vanno le cose, perché la camorra c’è sempre stata e sempre ci sarà. Quello che patisce la popolazione napoletana è anche colpa di chi è disposto a chiudere gli occhi e sparare contro un ragazzo come lui che però è nel clan sbagliato, chi non ti fa uscire la sera tranquillo per una passeggiata con la tua ragazza perché temi la rapina, di chi vende il proprio voto per venti euro.

Sono queste le persone cui dovete additare le colpe di una regione che è dilaniata, non a chi grida lo scandalo. Quello che dà l’allarme, vedete, sta lavorando per noi. Perché ormai non si può essere indifferenti, non si può più lasciar stare. Far finta di niente.

Dobbiamo smetterla di essere una Gomorra, dobbiamo smetterla di non pensare alle conseguenze di quello che diciamo o che facciamo. Dobbiamo smetterla di non pensare con la nostra testa.

Io sto con Saviano.

 
 

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