Bomba a Brindisi: la confessione poco convincente di Vantaggiato

par l’incarcerato
venerdì 8 giugno 2012

Piccola cronistoria. Quel maledetto giorno del 19 maggio, davanti alla scuola di Brindisi e proprio nel momento in cui le studentesse stavano per entrare, è scoppiata una bomba. E ci fu la tragica morte della piccola Melissa, più altre studentesse ferite fisicamente e psicologicamente. Una strage.

Da quel giorno i giornali cominciarono a pubblicare notizie varie, l'ipotesi iniziale fu "strage di mafia". E non è stata solo un ipotesi giornalistica, ma anche istituzionale visto che intervenne il distretto anti mafia. Ovviamente fin dall'inizio, come tanti attenti cittadini, non ci ho creduto assolutamente per dei motivi logici che ho esposto nello scorso articolo. Subito scartata l'ipotesi della mafia è subentrata quella del gesto di un folle (non mi convinceva) e furono pubblicati dei video dove mostrava il presunto assassino premere un telecomando in direzione, sembra, della scuola.

La bomba era composta da tre bombole del gas e ancora non si è tuttora capito bene in che maniera sia avvenuta l'esplosione. Venne interrogato un sospettato per la somiglianza dell'uomo del video e anche perchè era un esperto dell'elettrotecnica. Il giornalista Sandro Ruotolo, per fare lo scoop pubblicò il nome del sospettato e gli "integerrimi cittadini" assalirono la bacheca facebook del "mostro" e lo inondarono di scritte indicibili. Fu rilasciato perché non c'entrava nulla.

La Procura cominciò a dire che forse, per fare l'attentato, ci volevano dei complici. Io lo penso tuttora perché se è vero che il presunto attentatore del video mostra una disabilità al braccio, come poteva trasportare e posizionare da solo le ben tre bombole del gas? E l'altro tentato attentato (sempre bombole del gas) nella scuola alberghiera a Castel Volturno?

Ma ecco che arriva il colpo di scena: ieri hanno arrestato un uomo di 68 anni perchè dopo ore e ore di interrogatorio, ha confessato. E qui le notizie hanno dell'incredibile. Inizialmente era stata pubblicata la spiegazione del gesto da parte dell'attentatore: 

L'uomo avrebbe agito per colpire la giustizia, perché in passato aveva sostenuto un processo per una truffa subita, senza però riavere il denaro che aveva perso. Avrebbe così covato una sete di vendetta, e la mattina del 19 maggio forse voleva colpire, con le tre bombole che hanno ucciso Melissa Bassi, 16 anni e ferito altre cinque studentesse, proprio il Trinunale di Brindisi. Ma troppo sorvegliato, avrebbe ripiegato sulla scuola, che guarda caso, si trova poco distante dal palazzo di giustizia.

Una spiegazione che fa acqua per logici motivi. E infatti dopo qualche ora, subito 


arrivarono delle rettifiche e pubblicarono le dichiarazioni del procuratore Motta:

"Ha ammesso di aver fabbricato l'ordigno e di averlo fatto esplodere". Ma questa è l'unica certezza. L'inchiesta prosegue, "perché se ci fermassimo qui sarebbe una indagine zoppa".

Quindi la confessione dell'attentatore non basta. Anche perché c'è qualcosa in più. Il Procuratore Motta,in un'intervista fatta da Affaritaliani.it, disse: 

"Non si esclude la presenza di un mandante".

Pare, ma non c'è nessuna certezza, che questo signore abbia nel passato fatto altri attentati incendiari. Ma personalmente non mi quadra nulla. Probabilmente questo signore ha dei problemi psicologici molto pesanti e persone con il suo stato mentale potrebbero benissimo attribuirsi la paternità dell'attentato. Ma ovviamente dovremmo attendere il proseguimento delle indagini, anche perché la semplice confessione non basta e ci vogliono delle prove tangibili. 
 
Preciso che questo mio articolo non è un'inchiesta. In questo caso, non avendo nulla in mano, faccio delle semplici osservazioni. Ma vorrei ricordare a tutti i lettori che la Storia è importante. E allora non dimentichiamoci che nel passato stragista, non pochi furono arrestati e dati in pasto alla massa che non aspettava altro che il colpevole. Ed il mio pensiero non può non andare all'anarchico Valpreda perché era stato additato come il mostro: colui che mise la bomba provocando la strage di Piazza Fontana! Dopo un lungo periodo di detenzione fu rilasciato. Volete un esempio eclatante di falsa confessione?

Quella di Vincenzo Scarantino, ovvero il falso pentito per la strage di via D'Amelio che si è autoaccusato dell'eccidio e ha tirato in ballo dieci persone che, invece, il collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza ha pienamente scagionato. Quando c'è di mezzo lo Stato, intervengono i soliti depistaggi, false testimonianze e, come è già accaduto, false confessioni. Vediamo come andrà a finire, anche se a quanto pare dicono che "giustizia è fatta".

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