Berta Caceres presente! Berta Caceres vive!

par Doriana Goracci
sabato 5 marzo 2016

“Dobbiamo intraprendere la lotta in tutte le parti del mondo, ovunque siamo, perché non abbiamo un pianeta di ricambio o di sostituzione. Abbiamo solo questo, e dobbiamo agire.”

Parole di Berta Caceres nel 2015, quando aveva ottenuto il Goldman Environmental Prize, il più importante per l'ambiente, in riconoscimento della sua lotta a favore dei fiumi del Paese.

E' stata uccisa nella località di La Esperanza, nell'est dell'Honduras, il giorno prima del suo compleanno che ricorreva il 4 marzo. Era nata ad Honduras, era un'ambientalista e attivista per i diritti umani degli indigeni Copinh e aveva 43 anni.

Nella grottesca dichiarazione della polizia si parla di una rapina finita male, ma Berta Flores, la mamma di Ceceres a 84 anni è ancora molto lucida per dichiarare: "Non ho alcun dubbio che sia stata uccisa a causa della sua lotta e che i soldati e la gente della diga siano responsabili. Ne sono sicura. Ritengo il Governo responsabile". 

Durante l'aggressione brutale e violentissima è rimasto ferito anche il compagno Gustavo Castro.

Nel corso degli ultimi mesi Berta Caceres aveva ricevuto continue minacce, avevano sparato contro la sua macchina, aveva ricevuto messaggi diretti e minacce verbali da parte dell'esercito, della polizia, del sindaco Raul Pineda e ldalla società DESA come dichiara in un comunicato il Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene Copinh in difesa dell'ambiente e, in particolare, dei fiumi, che la tradizione lenca considera sacri, animati da forze spirituali:

 

"Il Copinh è portatore di un’alternativa centrata sulla dignità umana, sul rispetto dell’ambiente e su una visione di giustizia sociale ed economica antipatriarcale, anticapitalista e antirazzista. Crediamo che la solidarietà non abbia frontiere, parte di una visione condivisa che lega tutte le realtà che si battono per la vita e il rispetto dei beni comuni. In Italia, abbiamo marciato al fianco del movimento No dal Molin, a quello No Tav e, lo scorso ottobre a Roma, per i curdi del Rojava. Il nostro appello è quello di unirci per una globalizzazione delle lotte, tesa a osteggiare la distruzione dei popoli indigeni per mano degli interessi corporativi...per oltre un anno, i nativi hanno bloccato l’accesso al cantiere resistendo a sgomberi, aggressioni, arresti, torture. Presentato ricorso all’International finance corporation (Ifc), ente finanziatore e braccio privato della Banca Mondiale, la leader indigena ha portato il caso fino alla Commissione dei diritti umani interamericana. L’ennesimo omicidio di un membro del Copinh ha convinto la Sinohydro a sciogliere il contratto e l’Ifc a ritirare i fondi. Un traguardo importante, strappato col sangue."

Ha guidato con passione estrema la comunità di Rio Blanco nella lotta contro la realizzazione del complesso idroelettrico Agua Zarca, nel bacino del fiume Gualcarque, nell’Honduras nordoccidentale, progetto che avrebbe stravolto gli equilibri naturali della regione e compromesso l’approvvigionamento idrico di circa 600 famiglie, approvato dal Governo honduregno senza richiedere il parere e il consenso degli indigeni della regione, in aperta violazione dei principi espressi dalla Convenzione ILO 169, che dal 1989 riconosce ai popoli indigeni il diritto all’autodeterminazione e che è stata sottoscritta, a suo tempo, anche dall’Honduras.

Il Copihn, come riporta Left: 

Sono 101 gli omicidi di ecoattivisti registrati nel Paese dal 2010 al 2014: fondato a La Esperanza nel 1993, il Copinh raccoglie circa 200 comunità Lenca. Ha fermato speculazioni minerarie, contribuito alla nascita di aree forestali protette, vigilato sulle violazioni dei diritti umani e promosso processi di autonomia, istituendo scuole, radio comunitarie, centri medici, antiviolenza e di formazione professionale. Un movimento spesso minacciato dagli squadroni della morte al soldo delle imprese. Soprattutto dopo il colpo di Stato del 2009, seguito dall’impennata dei mega-progetti idroelettrici e minerari approvati. 

 

Il nome di Berta Caceres era andato ben oltre i confini dell' Honduras, camminando fino alla Corte europea di Strasburgo, presso la Banca Mondiale e, qualche mese fa, in Vaticano

 

Centinaia di studenti hanno protestato per questo crimine e per la sua scomparsa, si sono scontrati con la polizia che ha utilizzato lacrimogeni contro i manifestanti.
https://www.youtube.com/watch?v=DM0VO_SmnBE
Berta Caceres lascia 4 figli, che aveva mandato a vivere in Argentina, per scongiurare il rischio del sequestro.

In un’intervista rilasciata alla CNN, Berta Ceceres aveva detto con forza e coraggio: "Lo Stato honduregno sta mettendo in atto una politica di criminalizzazione. Lo si vede dalle leggi che sono state approvate. Hanno criminalizzato il diritto umano a difendere il bene comune e l'ambiente, dando alle multinazionali il privilegio incredibile di operare in Honduras in assoluta impunità."
 

Ho scritto questo articolo per farla conoscere più diffusamente possibile, come è accaduto a me questa mattina. Ricordiamoci di lei, di quanto ha detto e fatto, non abbiamo necessità di eroi ma di una comunità che agisca localmente e pensa globalmente, unita per la Vita.
 

 

Doriana Goracci

Rif: Intervista Berta Ceceres di Left

 


Leggi l'articolo completo e i commenti