Bersani: quella spina chiamata Di Pietro e il ricordo di Pasolini

par Davide3d
venerdì 21 agosto 2009

Di Pietro o non Di Pietro?
Questo pare il dilemma di Bersani per costruire l’opposizione.
E i radicali?
Cosa significa anti-berlusconismo?
Una riflessione...

Lo confesso: questo Pd non mi ha mai appassionato molto e mi appassiona sempre meno. Ma mi piacerebbe fosse un partito forte, di riferimento per la sinistra. Non è così e temo non lo sarà nel prossimo futuro.

La nostra politica si gioca sulle parole e a parole: cosa vuol dire anti-berlusconismo?
Dovremmo iniziare ad intenderci sui significati che diamo alle parole, riempirle di contenuto, renderle sostanziose di atti ed indirizzi politici, per avere un po’ di chiarezza.

Uno dei più grandi intellettuali che hanno attraversato questo paese si chiama P.P. Pasolini. Tra le tante ragionate illustrazioni dei vizi e delle virtù dell’Italia e del suo popolo, Pasolini denunciava, a sinistra, il fascimo degli antifasciti; ponendo così una precisa questione politica e morale (quella vera, di sostanza, non di forma "moralistica") negli atteggiamenti poco o nulla democratici di coloro che si ergevano paladini della lotta al fascimo.

Questo ragionamento pasoliniano lo possiamo trasportare a oggi, parafrasandolo in una verità non detta ma vissuta: non si può essere anti-berlusconiani se si è berlusconisti in tutto od in parte.

L’antiberlusconismo non paga e non può pagare se a metterlo in opera sono persone troppo simili, nell’agire, nel pensiero e nell’animo al berlusconismo che dovrebbero combattere: di fatto non lo faranno, non lo hanno fatto sino ad ora.

Diceva Gaber: non temo il Berlusconi in sè, temo il Berlusconi che è in me.


La classe dirigente del PD non ha saputo negli ultimi 20 anni temere questo personale "Berlusconi" nell’animo; se ne sono lasciati persuadere, hanno convissuto e condiviso anche, metodi, idee, progetti politici.

La spina nel fianco Di Pietro è tale perchè rappresenta, nei fatti e nella sostanza, la distinzione tra il berlusconismo al potere (di destra, sinistra, centro) e il non berlusconismo. Difatti, per tacciare il Pd e tenerli a bada, a Berlusconi è sufficiente continuare a sventolare lo spauracchio del "comunista" che mangia i bambini; con Di Pietro deve usare quotidianamente le bombe della propaganda di regime (piduista) per denigrare e gettare dubbi sulla sua persona in modo da attaccarne costantemente la credibilità. E il Pd sta a guardare, quando non lo sostiene pure.

Non è il fare un elenco dei disperati da difendere o il continuare a proclamarsi dalla parte dei più deboli che salverà questo Pd - e parte anche di tutta la sinistra - composto da una classe dirigente "vecchia": di vecchi sessantottini che un Pasolini farebbe a pezzi additandoli come più ferocemente "borghesi" di quella antica borghesia che volevano combattere (che a paragonarli a questi quelli erano ben più signori).

Un Pasolini che riconosceva più nei radicali che nel partito comunista quella forza "diversa" nella morale e nell’azione politica necessaria contro il regime dei partiti. Quegli stessi radicali che il Pd fa entrare ed uscire dall’alleanza a seconda dell’umore di turno della sua componente cattolica più fondamentalista.

Il Berlusconismo è questa assenza di un progetto che ri-trovi nelle persone la sua ragione più profonda: un piano che guarda al benessere degli individui nel mondo e non alla schiavitù del mercato e alla ricchezza per pochi.
E’ l’assenza di una morale interiore che sente la vita come un dono da vivere responabilmente e da condividere con gli altri.
E’ la progettazione di una vita vivibile con la natura del mondo, non la mercificazione di ogni cosa dentro un’dea ipocrita e sacrilega di progresso.
E’ la confusione tra verità e mezogna e la connivenza pavida con questa per quieto vivere del proprio status sociale.
E’, anche, la mancanza di coraggio nello stringere alleanze vere con persone degne di rispetto e di fede alla nostra Costituzione e non giocando sui numeri per guadagnare seggi grazie a personaggi di dubbia reputazione morale e con chiari trascorsi giudiziari
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