Bersani promette una svolta per le seconde generazioni

par Giulia Usai
mercoledì 6 marzo 2013

In Italia vige una legge totalmente inadeguata ai tempi, basata sullo ius sanguinis: una concezione del diritto alla cittadinanza fondata sul sangue, sull'etnia, sulla lingua. L'acquisizione dello statuto di cittadino italiano avviene quindi automaticamente se il genitore ne è già in possesso.

Ciò significa che gli "italiani" nel senso tradizionale del termine, almeno in quest'ambito, non devono confrontarsi con pile di documenti scritti in burocratese tortuoso, e rientrano spontaneamente tra gli aventi diritto.

La legge 91 del 1992, però, regolamenta diversamente per i figli degli stranieri il processo di ottenimento della cittadinanza. Secondo Repubblica, sono 650 mila i bambini, figli di genitori immigrati, nati nelle strutture sanitarie italiane. 77.104 solo nel gennaio 2011, con un incremento progressivo del 2 – 1,5% l'anno. Ebbene, il passaporto italiano non spetta loro di dovere: a differenza che in Paesi come Francia e Stati Uniti, nei quali viene applicato lo ius soli (cittadinanza in automatico per essere nati nel territorio dello stato), da noi il figlio di immigrati cresciuto in Italia, perfettamente italofono e spesso culturalmente distante dal paese d'origine, non gode del prezioso documento d'identità, e il suo statuto civico si regge sull'effimera sicurezza di un permesso di soggiorno.

Molto più illogico, di conseguenza, il beneficio della cittadinanza italiana conferito ai nati in Italia da genitori apolidi o ignoti, o quello allo straniero che risiede da tre anni in Italia nella cui genealogia si rintracciano antenati di origine italiana (vedi Camoranesi).

Durante la mattina del 6 marzo, Pierluigi Bersani ha illustrato alla Direzione Nazionale del PD otto punti fondamentali sui quali intende chiedere fiducia al Parlamento.


Se chiamato a formare un governo, si batterà per delle "prime norme sui diritti" tra le quali per urgenza emerge la necessità di un regolamento sull'"acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri e per i minori nati in Italia".

Nel programma presentato dal PD per le elezioni, sul tema immigrazione si prometteva una riforma basata sullo "ius soli temperato", che prevede il conferimento immediato della cittadinanza per i figli nati in Italia da stranieri qui residenti regolarmente da almeno 5 anni, e i bambini nati all'estero, ma che abbiano completato le scuole elementari in strutture italiane. 

Un cambiamento simile conferirebbe più credibilità alla testardaggine dell'Italia nel suo autoproclamarsi paese globalizzato.


 


Leggi l'articolo completo e i commenti