Bersani come Giano Bifronte

par Giuseppe D’Urso
martedì 8 febbraio 2011

Il problema della sinistra non è rappresentato dalla mancanza di un leader, ma da altri elementi che nulla hanno a che vedere con la Leadership. Mi riferisco al saccheggio dei valori. Quei valori che da un lato vengono sbandierati e dallâaltro, invece, calpestati.

La sinistra discute, propone, annuncia improbabili (impossibili) raccolte di firme, parla di diritti violati, di malcostume, di moralità. Si riunisce a gruppi più o meno numerosi, annuncia, declama.

In questi giorni in più di una manifestazione il popolo della sinistra si è riunito cercando di parlare a gran voce, facendo sentire il suo dissenso, la voglia di giustizia, la voglia di legalità. Da un lato troviamo la nomenclatura del partito democratico, dall’altra la base che furoreggia, che si indigna, che protesta.

In tutto questo marasma la maggioranza di governo, costituita da gruppi disomogenei con interessi non ricollegabili necessariamente a quelli della nazione e del Popolo sovrano, ribadisce il concetto che alla sinistra manca un leader da contrapporre al presidente del PDL. Si genera nei non allineati, nei confusi, negli indecisi un processo di delusione che li porta alla conclusione che questa situazione, tra Bunga Bunga, infermiere con il tacco a spillo ed autoreggenti, feste e signorine disinibite, è preferibile all’incertezza ed alla contraddizione che emerge dalla classe politica schierata a sinistra.

Invero, il problema della sinistra non è rappresentato dalla mancanza di un leader, poiché di leader, o di soggetti che si reputano tali, ce ne sono a bizzeffe, ciascuno con la propria voglia di protagonismo, nonostante nel passato questi leader siano stati silurati, trombati o, più elegantemente, battuti dall’oppositore.

Il problema della sinistra di oggi è da ricercare in altri elementi che nulla hanno a che vedere con la Leadership. Mi riferisco al saccheggio dei valori. Quei valori che da un lato vengono sbandierati e dall’altro, invece, calpestati. Assistiamo ad un dualismo dei rappresentanti della sinistra, ad una sorta di mister Hyde e dottor Jekyll. Purtroppo, la divisione non è così netta, nel senso che non è facile comprendere quale delle due figure, o forse sarebbe meglio parlare di personalità, sia prevalente sull’altra e quando ciò si verifica.

Da un lato, infatti, assistiamo al performance del segretario del Partito democratico che sale sui tetti per affiancare la protesta dei giovani universitari, dall’altro lo stesso si mostra totalmente indifferente verso la distruzione della scuola secondaria, al saccheggio delle ore, alla distruzione dei curricula e alla perdita di migliaia di posti di lavoro.

Da un lato assistiamo alla performance del segretario Bersani che declama la bellezza delle nostra Costituzione; dall’altro lo vediamo inerte, connivente (o forse complice) dello stupro della medesima Costituzione operato dai componenti palermitani del suo partito, che rifiutano l’applicazione delle sentenze, che calpestano il principio di uguaglianza, di buona amministrazione di imparzialità e di separazione tra i poteri dello Stato.

La sinistra deve decidere quale personalità assumere, se quella onesta, perbene del dott. Jekyll o quella torbida, vile, turpe, cattiva e meschina di Hyde. Oggi registriamo la prevalenza di Hyde, ma in ogni caso il popolo della sinistra, quel popolo che permette a Bersani ed alla Siragusa di percepire un’indennità di 25000 euro al mese; quel popolo che, secondo la logica delle politica di un D’Alema, non conta; quel popolo non accetta trasformismi, non accetta duplicazioni della personalità, non accetta l’idea che ci possano essere più costituzioni della Repubblica Italiana da utilizzare al caso o alla bisogna.

Un dualismo, un trasformismo, una doppia personalità, una doppia faccia, dunque, quasi come se la sinistra raffigurasse un novello Giano bifronte e Bersani la fronte ce l’ha, molto ampia e ben spaziosa.


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