Berlusconi sempre più inadeguato. Ma le opposizioni che fanno?

par Daniel di Schuler
sabato 1 ottobre 2011

Dopo trent’anni passati in giro per l’Europa, con puntate in India e in Sudafrica, sono venuto a vivere in Galizia, in un villaggio di neppure trecento abitanti, a due passi da Finisterra, quella che per gli antichi era la fine del mondo.

Adoro questo posto ed i suoi abitanti, quasi tutti marinai o pescatori, ma ho ridotto a quasi nulla la mia già scarsa vita sociale perché non sopporto più le domande che i pochi amici e, soprattutto, i moltissimi conoscenti, mi rivolgono in continuazione sull’Italia e su Silvio Berlusconi.

Non passa giorno senza che i giornali, anche qui, riportino i suoi comportamenti. Non passa giorno senza che dimostri la propria inadeguatezza alla carica che ricopre. Non passa visita al bar senza che qualcuno tra gli avventori, con il sorriso di compatimento che si dedica a chi soffra per una qualche malattia incurabile, mi chieda perché sia ancora al potere.

È questo, il fatto che sia ancora lì, a scandalizzare i miei compaesani, non il fatto che sia stato eletto.

Ho spiegato loro innumerevoli volte la situazione dei mezzi d’informazione in Italia.

Quelli tra loro più interessati alle cose del mondo, quelli con cui discuto più spesso, sono d'accordo con me nell’attribuire ad un errore comprensibilissimo - la mancanza di una legge anti-monopolio -. Errore commesso nel momento in cui gli è stato concesso di inventarsi dal nulla un sistema radio-televisivo privato, ovvero la causa prima delle sue fortune politiche.

Mentre gli americani imputano alla Fox molte responsabilità nell’elezione di Bush Junior, è quasi certo che in Italia, bombardati da tutta quell’artiglieria televisiva, possiamo essere stati indotti a votare per chi si è rivelato l’uomo sbagliato. Il fatto che Berlusconi non sia mai arrivato, da solo, ad avere la maggioranza assoluta dei voti, pare anzi una dimostrazione della capacità di resistenza del nostro elettorato: prima di fare il lavaggio del cervello agli italiani, insomma, ce ne vuole.

La nostra naturale anarchia fa di noi, da questo punto di vista, un popolo estremamente resistente, e posso affermarlo con orgoglio: ci hanno riempito la testa di spazzatura per trent’anni, ma molti di noi, la maggioranza, continuano a ragionare per conto proprio.

Quel che non riesco a spiegare - perché, prima di tutto, non riesco a capire - è l’inconsistenza dell’opposizione. La domanda cui non riesco a rispondere, la seconda o terza che ogni interlocutore mi rivolge quando si parla di cose italiane, è: “E gli altri cosa fanno?”.

Questa è la seconda inspiegabile anomalia italiana: il fatto che nessuno faccia nulla, per mettere politicamente in difficoltà Berlusconi. Che per quanto possa essere disprezzato, inviso ai sindacati, agli imprenditori e, da ora, alla Chiesa, nessuno muova un solo passo per costruire una reale alternativa al suo governo.

In tre anni e passa, le opposizioni non sono riuscite a fare un solo nome di candidato alla sua successione e non sono riuscite a formulare un programma comune che andasse oltre la, comprensibilissima, "pregiudiziale antiberlusconiana". 

Anche l’occasione offerta dalla discussione sulla manovra economica è passata invano. Avrebbero dovuto elaborare una manovra alternativa a quella del governo, reale e seria, sostenuta da tutte le altre forze politiche, .

La contromanovra del PD era, se possibile, ancora più zeppa di "speriamo" e "magari" di quella della maggioranza: ancora meno credibile. Non a caso è stata quasi tenuta nascosta, relegata a qualche articoletto, senza nessun seguito, anche dai giornali favorevoli all’opposizione: era meglio che non se ne parlasse troppo

Berlusconi è il peggio che il Paese possa avere alla Presidenza del Consiglio? Io sono assolutamente convinto di sì.

Il trio delle meraviglie, Bersani, Di Pietro, Vendola e l’inqualificabile duo Casini - Fini sono la peggior opposizione che si sia mai vista?

Sono altrettanto convinto di sì.

In una situazione come l’attuale (non illudetevi per la relativa calma degli ultimi giorni, la tempesta sul nostro debito può scoppiare in qualunque momento), chiedere a Berlusconi un passo indietro, senza proporre nessuna alternativa, è ridicolo.

Ammesso che accettasse, ipotesi a cui non può credere nessuno, come si può pensare di lasciare nell’incertezza i mercati, prima che il paese, per giorni o settimane, in attesa che le “larghe consultazioni” producano un raffazzonato governicchio tecnico?

Le opposizioni, se davvero volessero essere tali e avessero a cuore il destino dell’Italia e non i mezzi punti percentuali da guadagnare o perdere nelle lontanissime elezioni del 2013, dovrebbero avviare da subito delle consultazioni, coinvolgendo anche le parti sociali. Dovrebbero indicare un proprio Presidente del Consiglio e, cosa almeno altrettanto importante, un proprio ministro delle Finanze, per poi trovare un accordo su un programma minimo di misure necessarie per fronteggiare la crisi.

Si vuole che Berlusconi se ne vada per lasciare spazio a un governo di solidarietà nazionale? Bene: si delinei allora l’impalcatura di questo governo. Si metta pressione addosso alle forze che sostengono Berlusconi. Si presenti loro un’alternativa reale.

Che i dirigenti della Lega, in difficoltà sempre più grandi con la propria base, spieghino perché continuano a sostenere Berlusconi, quando al suo posto potrebbe esserci X.

Se non verrà fatto, se gli oppositori non troveranno il coraggio d’esser veramente tali, Berlusconi, salvo catastrofi per l’intero Paese, resterà in carica fino alla scadenza del suo mandato.

Se si continua di questo passo, mentre altri gerontocrati si apprestano a portare le loro arteriosclerotiche forze in suo soccorso, Berlusconi o chi per lui vincerà anche le prossime elezioni.

Quale sarà il primo partito nazionale? Quello, già adesso, è in testa a tutti i sondaggi: quello degli italiani che, schifati di tutto, non voteranno.


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