Berlusconi: niente gossip, ma giudizi pesantissimi dagli USA

par Mazzetta
giovedì 2 dicembre 2010

Hillary Clinton si è appena prodotta nelle dovute scuse a Berlusconi, dichiarandolo "il miglior amico degli Stati Uniti". La Clinton e il Dipartimento di Stato dovranno passare i prossimi mesi a scusarsi, almeno questo sembra il programma provvisorio, e Berlusconi non sarà di sicuro l'unico "miglior amico" con il quale scusarsi, ma per Berlusconi è un attestato importantissimo.

Ma ecco (sfiga) che un altro cable della collezione Wikileaks rivela i giudizi pesantissimi dell'ex ambasciatore Ronald Spogli (nominato da Bush) su Berlusconi e i sospetti americani sui suoi affari con la Russia. E soprattutto l'irritazione americana nel vedere l'Italia trasformata in un cavallo di troia della Russia di Putin, contro L'UE e le stesse intenzioni americane, per ricavarne vantaggi personali e per gli amici: 

 

... Gli Stati Uniti pensavano che Berlusconi approfittasse dei rapporti coi russi per trarne benefici economici. "La Georgia - si legge - crede che Putin abbia promesso a Berlusconi una percentuale dei profitti dai gasdotti costruiti da Gazprom con Eni'.

"La relazione dell'Italia con la Russia è complessa" con "relazioni personali fra i top leader. La combinazione di questi fattori" fa sì che "la politica estera italiana sia altamente ricettiva agli sforzi russi di guadagnare maggiore influenza politica nell'Unione Europea e sostenere gli sforzi russi nel diluire gli interessi di sicurezza americani in Europa", diceva ancora Spogli, sottolineando come "nei rapporti con la Russia, l'energia è il tema bilaterale più importante e la richiesta di stabili forniture energetiche dalla Russia di frequente spinge l'Italia a compromessi su temi politici e di sicurezza". 

"Gola profonda" una parte della maggioranza


"Esponenti della maggioranza di centrodestra e dell'opposizione del Pd credono che Berlusconi e i suoi amici stiano approfittando personalmente e in modo generoso dei tanti accordi intercorsi tra l'Italia e la Russia". E' quanto scriveva nel documento classificato "segreto", dal titolo "Relazioni tra Italia e Russia: il punto di vista di Roma", datato 26 gennaio 2009, redatto dall'ambasciatore americano dell'epoca, Ronald Spogli. 

Linea diretta tra Berlusconi e Putin
Tra Silvio Berlusconi e Vladimir Putin esisteva una "linea diretta", tanto che l'ambasciata americana e il ministero degli Esteri italiano "erano al corrente delle conversazioni tra i due solo dopo che accadevano i fatti, riuscendo a sapere solo alcuni dettagli o background". Lo scrive il New York Times, nella sua puntata dedicata ai "cable" che riguardano le relazioni tra Roma e Mosca. Secondo il rapporto della diplomazia americana a Roma, "rubato" da Wikileaks, questa vicinanza cosi stretta "non era ideale dal punto dell'amministrazione e costituiva più un danno che un beneficio".

Valentini l'uomo chiave per Berlusconi
E' Valentino Valentini "l'uomo chiave di Berlusconi in Russia". Lo scrive il 26 gennaio 2009 l'ambasciatore Spogli. "Ogni volta che sollevavamo il problema dei rapporti tra Berlusconi e la Russia - scrive Spogli - le nostre fonti nel Pdl e nel Pd ci indicavano Valentino Valentini, un deputato e una figura in qualche modo misteriosa, come colui che opera come uomo chiave di Berlusconi in Russia, sebbene non abbia uno staff e nemmeno una segretaria. Valentini, che parla il russo e che si reca in Russia molte volte al mese, frequentemente appare al lato di Berlusconi quando incontra gli altri leader mondiali. Cosa faccia in questi viaggi così frequenti a Mosca non è chiaro. Ma si vocifera in modo ampio - conclude Spogli - che sia là per curare gli interessi e gli affari di Berlusconi in Russia". (TgCom, mica stampa bolscevica).

Ce n'è abbastanza per sollevare una bella serie di nuovi interrogativi, partendo proprio dalle attività di Valentini (nella foto, con la barba) che sarebbe bello sapere in nome e per conto di chi lavora veramente in Russia e in genere all'estero dove fa l'inviato di Berlusconi. Anche perché, pur fungendo da assistente particolare di Berlusconi, è in carico alla fiscalità generale dal 2001, anno dal quale riscuote lo stipendio da parlamentare che (dis)onora con un robusto assenteismo, persino in questa legislatura, nella quale il Parlamento è stato convocato con la minor frequenza di sempre. Sembra questo l'ennesimo caso nel quale Berlusconi retribusce un suo dipendente con cariche e stipendi pubblici, se ne conoscono d'innumerevoli, ma l'interesse maggiore è sicuramente per le attività di Valentini, che a sentire gli americani non è un Tarantini colto in zona gossip, ma una longa manus berlusconiana tesa verso la potente mafia putiniana. Anche il tema degli esponenti di maggioranza che si confidano con gli americani accusando Berlusconi, meriterebbe d'essere approfondito, visto che è già il secondo cable dal quale emerge questo genere di fonte critica verso il leader. Alcuni parlamentari del centrodestra sono più leali verso gli americani che verso Berlusconi o gli stessi italiani, ai quali non hanno mai fatto pervenire denunce del genere. 

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