Berlusconi nei guai, solidità di governo a rischio

par Sebi
mercoledì 19 gennaio 2011

Il Cavaliere è con le spalle al muro. Lo scrivono i giornali di destra, lo scrivono le testate di sinistra (con un accento decisamente più malizioso), ne parla la stampa estera. Silvio Berlusconi, travolto da uno scandalo tra i più grossi dell'intera storia repubblicana per chi ha rivestito l'insigne ruolo di Presidente del Consiglio, non lascia trasparire emozioni né reazioni dopo la consegna delle carte giudiziarie alla Camera da parte dei pm che lo accusano.

Concussione, prostituzione minorile, ma anche un premier ricattato ed esposto a rischi di sicurezza inimmaginabili. Questo emerge dalle carte. Ed emerge un premier indebolito e spiazzato da una vera e propria resa dei conti dei magistrati che lo braccano, forse perché è riuscito sempre a farla franca, più che per ossessione giudiziaria degli stessi. Un premier afflitto da una perversa malattia che lo spinge a frequentazioni poco consone al suo ruolo, addirittura ragazzine minorenni, come già da tempo aveva denunciato - con tristezza e rammarico - la sua ormai ex moglie Veronica Lario.

Nei documenti consegnati dai magistrati capitanati da Ilda Boccassini e pervenuti alla sede della Giunta autorizzazioni della Camera emergono però ulteriori, scottanti, particolari dei "festini" - o presunti tali - del premier: "E' allucinante, un puttanaio. Quello che scrive la stampa, anche quando lo massacra, è molto, molto meno della verità" sarebbe una delle intercettazioni frutto dell'attività di polizia giudiziaria che ha monitorato le serate hot ad Arcore negli ultimi 12 mesi.

Al centro della vicenda la marocchina Ruby "Rubacuori", su cui i riflettori - ironia della sorte - sono stati accesi proprio dallo sbadato e non certo accorto Presidente del Consiglio, capace di chiamare di persona in Questura, a Milano, e di chiedere il rilascio della giovane spacciandola in maniera abbastanza ridicola per la "nipote di Mubarak".

Difficile bere una notizia del genere, ed in effetti è stato questo il tranello - anzi, l'escamotage mal riuscito - che ha inguaiato Berlusconi, che ha così offerto la sua stessa testa sul piatto d'argento ai magistrati. Magistrati che, è bene metterlo in chiaro, svolgono il loro sacrosanto dovere di consegnare alla giustizia chi commette reati. E, se tale inchiesta venisse dimostrata, Berlusconi sarebbe colpevole e dovrebbe pagare.

Ma per ora - mettiamolo in chiaro - non lo è. Ed anche se non lo è, l'esagerata mole di fango che lo ha travolto ne ha causato una totale disfatta da cui sarà difficile, se non impossibile, venirne a capo. Uscito vincitore dal toto-fiducia in Parlamento lo scorso 14 dicembre, nonostante la maggioranza risicatissima ed in bilico, il premier ha subito il primo scossone con la parziale bocciatura del legittimo impedimento. Poi la pubblicazione dell'inchiesta sul caso Ruby: gli scandali, si sa, sono ben peggio di una qualsiasi sconfitta politica. Questo ennesimo capitolo giudiziario di Berlusconi, tanto scabroso da umiliarlo di fronte ai colleghi esteri, porterà inevitabilmente alle sue dimissioni (a fare pressing potrebbe essere la Lega, che teme il rinvio se non l'incagliamento del Federalismo, oppure la stessa maggioranza, delusa) o direttamente alle elezioni anticipate, da cui l'asse Bossi-Pdl potrebbe uscire fortemente ridimensionato se non addirittura sconfitto.

Tutto si giocherà su alcuni temi fondamentali: la strategia difensiva di Silvio Berlusconi, la strategia dei partiti e la determinazione dei pm.


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