Berlusconi a Matrix attacca giudici e Corte Costituzionale

par Simone Gobbi
giovedì 23 dicembre 2010

Durante l’ultima puntata del programma di Alessio Vinci, il Premier alza i toni in caso di dichiarazione di incostituzionalità sul legittimo impedimento. La minaccia è di ricorrere alla piazza.

Mentre al Senato e nelle piazze si discute e si approva il Ddl Gelmini per la riforma dell'Università, il Presidente del Consiglio torna a parlare di giustizia. La Corte Costituzionale infatti si pronuncerà l'11 Gennaio prossimo sulla questione di incostituzionalità sollevata dai giudici di Milano durante il processo Mills.

Silvio Berlusconi durante la puntata di Matrix del 21 Dicembre “minaccia” di ricorrere alla piazza e alla televisione in caso la consulta dichiarasse incostituzionale la parte della legge che estende l'impedimento a “impedimento assoluto” per il Premier. Il Cavaliere quindi minaccia di portare in piazza il Paese che a suo dire è ancora una volta con lui. Chiaramente non si fa problemi ad attaccare nuovamente la magistratura colpevole del solito complotto per sovvertire il mandato elettorale e promette che farà vergognare i soliti giudici che lo attaccano. Dichiarazioni forti alle quali siamo ahimé abituati. Al Presidente del Consiglio insomma proprio non va giù il pensiero di presentarsi davanti ai giudici.

Detto questo vorrei soffermarmi su due aspetti della questione senza soffermarmi sulla legge nello specifico poiché confido nel lavoro della Corte Costituzionale. Prima di tutto l'attacco continuo che il capo del Governo fa nei confronti delle altre istituzioni è a mio parere inaccettabile sia dal punto di vista morale, sia per rispetto di quel principio costituzionale che attesta le piena indipendenza tra le istituzioni ed il loro perfetto equilibrio di poteri. Da parte del Presidente del Consiglio (organo politico per eccellenza) l'intrusione nei lavori delle altre istituzioni e le pressioni esercitate sono totalmente destabilizzanti e rischiano di compromettere l'ingranaggio pensato dall'Assemblea Costituente. Ma Mr. B. interpreta sempre i suoi ruoli istituzionali in maniera pericolosamente personalistica, concezione che proviene dalla sua “cultura imprenditoriale”.

Secondo aspetto è quello di ricorrere alla piazza come se fosse una minaccia. Il diritto di manifestare (anch'esso garantito dalla Costituzione a lui così sconosciuta) è uno dei fondamenti della società democratica e non interpretabile con le solite manie di protagonismo. Se il paese è con lui anche in questo, è giusto e bello che vada per le strade di tutta Italia. Peccato che sarà una manifestazione che viene evocata, quasi emanata, dall'alto e non dal basso come le manifestazioni studentesche di questi giorni. Non sarà una manifestazione che porta delle istanze dalla società, ma solo gli interessi particolaristici di chi si sente con le spalle al muro. E poi, riprendendo la sua linea di pensiero, se gli studenti veri stanno a casa a studiare, allora i politici veri stanno in Parlamento a ratificare leggi che sono costituzionali.


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