Berlusconi, Maroni, Storace, Iorio, l’Italia con loro torna indietro di 20 anni

par Voltaire
martedì 11 dicembre 2012

Lo spettacolo messo in scena in pochi giorni dalla destra italiana è a dir poco desolante. La stagione che doveva inaugurare la nuova politica e la cosiddetta “terza repubblica” si sta rilevando almeno per quanto riguarda il fronte dei conservatori un incubo. Fino a qualche mese fa tutti parlavano di rinnovamento e di cambio generazionale ma alla fine l’unico politico che è stato “rottamato” dal suo stesso creatore (un certo Silvio Berlusconi) è Angelino Alfano, che si è piegato all’ennesimo diktat di Arcore.

Basta analizzare i candidati per le elezioni politiche e regionali che molto probabilmente si terranno il prossimo febbraio per capire la decadenza su cui versa il fronte berlusconiano. Candidati vecchi, già visti, consumati, invischiati con i poteri locali e delegittimati da anni di governo inconcludente della cosa pubblica. Politici portabandiera di un’era che ritenevamo chiusa e che rifanno capolino per cercare di garantirsi l’ennesima rendita di posizione per sé e per i propri accoliti. Ma andiamo con ordine.

Alla presidenza del Consiglio si ripresenta Silvio Berlusconi, per la sesta volta. Uomo che lacera l’Italia più di ogni altro personaggio storico, cercherà di battere il record di Mussolini che al governò ci fu per ben 20 anni. Il fascismo però qualche merito lo annovera (la costruzione dei tribunali in molte città italiane e la bonifica della pianura Pontina, per citarne due) il berlusconismo oltre all’elezione di Nicole Minetti alla regione Lombardia e i vari scandali universalmente noti (Ruby e Letizia su tutti) ha compiuto poco altro.

Figlio della prima Repubblica, il Cavaliere vorrebbe proiettarsi sulla terza, sebbene sia mal digerito dalla totalità delle cancellerie europee e dalla maggioranza degli italiani che nonostante i sacrifici avevano apprezzato la serietà del governo Monti.

Alla regione Lombardia dovrebbe essere candidato Roberto Maroni. Già ministro dell’interno del primo governo Berlusconi (1994). Faccia pulita del leghismo, nato e cresciuto sotto l’ombra di Umberto Bossi, ha accettato fino alla sua defenestrazione ogni decisione di quello che fu il senatur. Sostenne con convinzione l’inesistenza della malavita organizzata in Lombardia, smentito dai fatti, cerca di marcare la diversita’ del Carroccio con esiti disastrosi. Antieuropeo ed antitaliano, dopo i fallimenti del federalismo, Bobo punta al Pirellone per creare con Cota (Piemonte) e Zaia (Veneto) la fantomatica euro-regione del Nord, nuovo feticcio leghista, che difficilmente porterà a qualcosa di nuovo.

Nel Lazio il centrodestra dovrebbe convergere sulla candidatura di Francesco Storace. Il più missino degli ex An, odia Gianfranco Fini e quelli che predicano troppa discontinuità con il passato. “Epurator” è già stato Presidente della Regione Lazio, dal 2000 al 2005, già presidente della commissione di vigilanza della Rai dal 1996 al 2000. Noto soprattutto per il “laziogate” e per gli scandali sulla sanità laziale, Storace si contende il posto con Renata Polverini che nonostante la vicenda “Fiorito” ed i disastri della sua giunta vorrebbe potersi fare un altro giro di giostra alla Pisana.

In Molise il candidato del Pdl dovrebbe essere Michele Angelo Iorio, già presidente di questa regione nel 1998, nel 2001, nel 2006 e nel 2011, condannato in primo grado ad un anno e sei mesi per abuso di ufficio , gode agli occhi di Berlusconi delle credenziali per provarci un’altra volta.

p.s. Sembra che Google per celebrare la sesta (consecutiva) discesa in campo di Berlusconi abbia in mente di lanciare in rete un nuovo doodle commemorativo. Eccone una prima bozza.


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