Berlusconi. Dopo flop mediatico sempre più simile allo sconfitto Mussolini

par crazyhorse70
venerdì 18 settembre 2009

Nei giorni della decadenza del vecchio malato marito di Veronica Lario, vengono in mente gli ultimi atti di un altro regime di 66 anni or sono. Anche oggi assisteremo come allora, a tanti furbetti che qualche giorno prima, scenderanno dal carro di regime per iscriversi al partito dei partigiani?

Non voglio indulgere troppo su aspetti di semplice “estetica” politica, come dice qualcuno, ma la sera del 16 settembre è stata indubbiamente una tappa importante nel processo irreversibile che porterà alla sostituzione dell’attuale Governo del satrapo con un nuovo governo di salvezza nazionale messo su in fretta dal nuovo centrodestra democristiano.

Una delle peggiori performances televisive della storia, dove tutti (protagonisti e comprimari) hanno dato il peggio di sè, sbracando come nevrastenici ed autoreferenziali personaggi di un’insulsa commedia all’italiana.

Una sequenza da ridere o piangere. Entra in scena tutto sudato ed a reti unificate, pieno di microfoni e lingue penzolanti, cerca l’unica casetta col praticello e vi entra da dietro per evitare i primi fischi. Dice due parole di circostanza sull’ “amore delle coppiette nella casetta in canada” facendo finta di crederci.

Poi con lo sguardo finto ispirato che fa quando strizza quegli occhietti a fessura da Godzilla, si muove veloce nel set cinematografico (tipo Truman show) che gli hanno allestito, coperto da un concerto di falsi applausi provenienti da un altoparlante ed infine scappa inseguito da fischi e striscioni tenuti a distanza e non riportati dai media.

Nessuno ha preso la parola per spiegare a Berlusconila differenza che passa tra appropriarsi mediaticamente delle casette prefabbricate da altri facendo una televendita, ed invece ricostruire le case vere, il tessuto sociale, la vita delle persone.

Quelle casette pur carine, non c’entrano col progetto case del Governo: sono state finanziate dalla Croce rossa, realizzate dalla provincia di Trento ed urbanizzate dal Comune de L’Aquila.

Berlusconi quindi continua con malata determinazione, come aveva iniziato nelle ore successive al terremoto, proponendoci il suo luttuoso pellegrinaggio da sciacallo mediatico e calpestando i morti e le speranze: tanti dolori e lutti peggiorati dalle false promesse ma rinfrancati dalla buona possibilità che l’avvoltoio di regime abbia forse compiuto uno dei suoi ultimi voli.

“Non si specula sul dolore" diceva Giustino Parisse, il giornalista del “Centro” che ha perso i due figli Domenico e Maria Paola sotto le macerie."La serenità tornerà quando vedremo ricostruito il nostro vero Paese". C’è differenza fra alloggi e case, ripeteva per radio a Caterpillar don Luigi Epicoco, parroco universitario de L’Aquila. "Gli alloggi fanno audience ma non sono case. Infatti le chiamano casette [...]".

Dopo l’arrabbiatura, un po’ di leggerezza con una parte gustosa di un simpatico articolo di ieri.

Berlusconi, la ricostruzione e il "Piano Marsha"

da Duemilanove battute di Fornario

Berlusconi porta avanti il suo Piano per la Ricostruzione o «Piano Marsha», dal nome della donna che glielo ha suggerito (un consiglio che valeva gli 1,54 euro al minuto più Iva della telefonata). Il «Piano Marsha» punta a riscattare la reputazione del premier infangando quella di tutti gli altri, così che non si noti più tanta differenza. Allo scopo, Vittorio Feltri prepara l’editoriale "Ultima chiamata per Gesù", dove fa riferimento a quattro fascicoli vecchi di 2000 anni che proverebbero come Gesù frequentasse prostitute senza che questo gli impedisse di diventare leader dei cattolici […].

Il cerchio si sta chiudendo intorno alla vita politica di questo personaggio da avanspettacolo catapultato al potere per un vuoto politico abnorme che un giorno qualcuno dovrà spiegare ed ora neanche i fidi berluscones dei dintorni prendono più sul serio il premier “più bravo di tutti i tempi”.

Difatti nella sera della prova di forza televisiva, anche loro preferiscono andare in giro con le ronde o al più vedersi le partite di calcio piuttosto che assistere allo scempio del loro ex amato capo: la fiction “L’onore e il rispetto” (Canale 5) ha avuto la meglio sulla puntata di “Porta a Porta”: 22,61% di share (5.750.000 spett.) contro 13,47% (3.219.000 spett.)

Non possiamo quindi non registrare questa nuova tappa della discesa intrapresa quest’estate con l’unica piccola soddisfazione di averlo previsto quando molti erano ancora prudenti (Berlusconi all’ultima curva...); da ora in poi dovremmo invece cominciare ad occuparci di cosa ci aspetta sullo sfondo di questa commedia, tra le macerie che lascerà crollando a terra il marito vecchio e malato di Veronica Lario.

Mancano pochi atti alla fine della storia politica di Silvio Berlusconi e quanto succede nervosamente intorno a costui ricorda un po’ quanto accadde dopo l’estate 1943 intorno a Mussolini: il 25 luglio il Silvio l’ha già avuto con l’ordine del giorno Fini che fra un po’ porterà ad altri tradimenti.

Chi farà la parte di Galeazzo Ciano cominci a toccarsi dove sa perché verrà ucciso, magari solo mediaticamente. Poi infine ci sarà la Ridotta della Valtellina, gli ultimi giorni: si richiuderà ad Arcore e dintorni con Fede e Bondi o piuttosto riaprirà la villa a centinaia di mignotte perché tanto oramai... chi se ne frega?

Ed infine l’impietoso spettacolo dei calci in faccia sul cadavere a Piazzale Loreto dove avverrà? In quale reality? Magari gli tireranno le monetine in testa come ad un suo grande amico e gli andrà bene.

Sono propenso a credere che sarà una morte molto ”televisiva” e purtroppo non ci risparmieranno lo spettacolo, già iniziato con Casini prima, ed ora con Fini, di vedere ingrossarsi sempre di più le file di tante facce che giureranno di averlo sempre combattuto con coerenza.

Questo blog si autotasserà per premiare l’ultimo scudo umano, l’ultimo soldatino di piombo che resterà fedele al Silvio e canterà ”meno male che Silvio c’è” anche dopo la sua fine: un eroe!


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