Beppegrillo.it: Bordon spara sui partiti (lui, che ne ha cambiati 11)

par Paolo Monarca
martedì 12 giugno 2012

Ieri il Blog di Beppe Grillo ci ha regalato l'opinione di Willer Bordon. L'uomo, nella settimanale rubrica Passaparola, ha espresso la sua opinione sulla situazione politica italiana, concentrandosi in particolar modo sul ruolo dei partiti politici, liquidati come "la voce del participio passato del verbo partire". Roba vecchia, insomma, veri e propri scogli allo sviluppo democratico del Paese. Poi ha rincarato la dose: "Noi abbiamo la più incredibile gerontocrazia del mondo" (e come faccia a sostenerlo, Dio solo lo sa). 

Bordon poi ha chiuso così: 

"Nel 2013 ci troveremo di fronte a tre scelte: votare i partiti, non ho detto centro-sinistra o centro-destra, ho detto il sistema dei partiti, certo ci sono delle differenze, ma oggi i partiti sono accomunati dall’essere parte di questa logica. L’unica scelta alternativa, lo dico con dispiacere per le persone per bene presenti nel sistema dei partiti, è il MoVimento Cinque Stelle. Non c’è alcun dubbio. Oppure una terza scelta, non partecipare al voto, che con l'attuale situazione può essere pericolosa, ma lecita in un sistema democratico. Queste sono le tre scelte possibili, non ne vedo altre. I partiti stanno facendo di tutto perché la scelta non sia comunque quella del sistema dei partiti".

Ora, naturalmente Bordon ha ragione da vendere in merito alla limpidezza di alcuni partiti, ed è liberissimo di esprimere un'opinione sui partiti. Anche perché, come vedremo, lui è uno che se ne intende. Infatti oltre ad essere stato due volte ministro (Ministro dei Lavori Pubblici durante il governo D'Alema II e Ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio durante il Governo Amato II) Bordon è stato, in tutta la sua carriera politica, un vero e proprio "nomade" dei partiti italiani. 

E' infatti stato eletto alla Camera per la prima volta nel 1987 nelle fila del PCI. Contemporaneamente Bordon si iscrisse al partito Radicale. Dopo la scissione del Partito Comunista Italiano si tesserò con il PDS, dal quale fuggì a gambe levate nel 1993 per aderire ad Alleanza Democratica. I primi 6 anni di politica vestì 4 casaccher differenti. Un Ibrahimovic della politica.

Ma naturalmente non è tutto. Alleanza Democratica si disfece lentamente e lui, segretario, la fece confluire nel nuovo Unione Democratica. Nel frattempo era anche sottosegretario ai Beni Culturali. Nel 1998 partecipò alla fondazione dell'Italia dei Valori. Un anno dopo, già stanco della convivenza con Di Pietro, fondò I Democratici, compagine che finì nel mucchio della Margherita dopo pochi mesi. 

Nel 2007 Bordon lascia la La Margherita e, nostagicamente, rifonda l'Unione Democratica che dopo solo due mesi inizierà una strettissima collaborazione con i Liberal Democratici di Dini. Il 25 novembre 2007, firmando un "contratto con gli Italiani" a Crozza Italia su La7 (vi ricorda qualcuno, dite la verità), ha promesso che il 16 gennaio 2008, giorno del suo compleanno, si sarebbe dimesso da senatore. In tale data, infatti, Bordon ha presentato le sue dimissioni al Presidente del Senato in carica, Franco Marini.

Non ancora domo alle elezioni politiche del 2008 si candiderà con un movimento che, unito a quello dei consumatori, conquisterà lo 0,25 per cento dei voti. Ora Bordon è approdato nel Movimento 5 Stelle. 

Tra partiti (9) e movimenti (2) Bordon, in 25 anni di carriera politica, ha "cambiato maglia" 11 volte. Ecco: forse per questo ora può sparare ad alzo zero sui partiti politici italiani. Lui deve conoscerli bene...


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