Beppe Grillo e il M5S svegliano il Governo che si accorge del "disagio sociale"

par Salvatore Costanzo
sabato 12 maggio 2012

Messaggio di Monti al Capo dello Stato: “L'Italia ce la farà”. Passerella dei ministri che si accorgono tutto d’un tratto della crisi reale. Passera: “E’ a rischio la tenuta sociale del Paese” ed il mea culpa della Fornero.

Tecnici. Siamo Tecnici. Siamo talmete tecnici che, nel dubbio, chiediamo ulteriori pareri ad altri tecnici.

Chissà se avrà pensato questo Monti quando ha assegnato l’incarico al “nonno dalla pensione d’oro” Amato. Di certo, però, pensa che dalla crisi si possa uscire davvero e con un messaggio al Presidente della Repubblica Napolitano, dice infatti che: “L’Italia c’è la farà”, aggiungendo inoltre che ha intenzione di portare a termine il suo mandato.

Finalmente. Un messaggio positivo e pieno di speranza, nonostante, il rovescio della medaglia sia lì, dietro l’angolo. Il bastone e la carota, il dolce e l’amaro. Ed a bastonare nella giornata di festa per il sesto anniversario dell’insediamento di Napolitano, è il Ministro dello Sviluppo Passera che avverte sul grave disagio sociale che c’è nel paese, talmente grave, da minarne la stabilità.

Che ci crediate oppure no, c’è qualcosa di diverso oggi nei tecnici. Non sono più infallibili, sono più umani, sinceri, realisti, sembra quasi che siano comuni mortali come noi. Persino la fermezza della Fornero è stata intaccata, con la ministra che ha recitato il "mea culpa" sugli esodati. Per non parlare delle nuove iniziative inserite nel ddl lavoro che sembrano scritte da Berlinguer.

Ma a cosa sarà dovuto questo cambiamento? Una spiegazione c’è sempre. Ad esempio, potrebbe essere che l’escalation di suicidi delle ultime settimane abbia portato alla luce situazioni talmente delicate, da porre al centro dell’attenzione per il Governo, le "tragedie umane".

Sto provando, cosa che solitamente mi riesce difficile, a voler pensare bene. Perché se così non fosse, sosterrei che la “scoppola elettorale” che hanno preso i principali partiti, sia stata tale, da portare, da un lato Monti e il suo Governo, a togliersi qualche sassolino dalle scarpe, ma dall’altro, a effettuare una brusca virata anche sui temi base. E se fino a ieri, l’euro, era l’unica speranza di salvezza per l’Italia, oggi il Professor Monti, detta la nuova politica sul pareggio di bilancio.

Insomma, la disoccupazione è a livelli allarmanti, i salari ai minimi, la crisi, le tragedie umane, i fallimenti delle imprese, sono tutte realtà, che il M5S e Beppe Grillo hanno saputo catalizzare in un exploit che nessuno si aspettava. Non si ha proprio più voglia di vedere le vecchie facce del passato, che in un modo o nell’altro, hanno contribuito a mettere in ginocchio il Bel Paese.

La tornata elettorale di domenica scorsa ha fatto un botto tale, da svegliare dal torpore il Governo ed i partiti, che ancora, se ci si mettono d’impegno, riescono a discutere per mesi interi del nulla. Un botto, che ha destato tutti tranne uno: re Giorgio. Il nostro buon presidente infatti, quando può, si schiera contro Grillo, contro i cittadini onesti, contro l’antipolitica, lui, che la politica la conosce anche fin troppo bene e la difende dal suo interno. Lui, che in Parlamento, ci entrò nel 1953 con ancora i calzoncini corti e che lì piantò le tende, fino a ricoprire la più alta carica istituzionale. Magari, il boom, non l’avrà sentito per l’età, ma tant’è, come dice qualcuno, l’anno prossimo va in pensione.


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