Benzina, i continui aumenti hanno fatto crollare i consumi

par Alessandro Raffa
venerdì 27 gennaio 2012

Un articolo de "Il Giornale" di oggi riporta la denuncia dei gestori delle pompe dei carburanti, che lamentano come i consumi siano in continuo calo: "Ogni rincaro riduce l'incasso, persi 2.000 litri al giorno", tuonano i benzinai.

Nel 2010 il dato parlava di una diminuzione dei consumi del 6,5% che dopo la stangata di Monti è balzata a quota 9%, e il pieno costa mediamente 15 euro in più di un anno fa.

I gestori delle pompe di benzina lamentano la diminuzione del loro volume d'affari: per loro parlano i dati ufficiali: i consumi di carburante sono in netto calo. Il caro-benzina si fa sentire, e sempre più italiani sono costretti a rinunciare il più possibile ad utilizzare l'automobile: rinunciando ad andare a giro quando è possibile, oppure utilizzando mezzi pubblici e in qualche caso le proprie gambe e le biciclette.

E' aumentato considerevolmente anche il numero degli italiani che si rifornisce all'estero: oltrepassando una qualsiasi frontiera - dalla Francia alla Slovenia, passando per Svizzera e Austria - si risparmiano 30-40 centesimi al litro; tradotto in soldoni, facendo il pieno restano in tasca dai 20 ai 30 euro, e se prima conveniva solo a chi vive nei pressi del confine, il bacino di utenza si è allargato a chi vive a qualche decina di km.

E magari oltre a mettere benzina, i pendolari del carburante fanno rifornimento anche di sigarette, risparmiando fino a 10 euro per l'acquisto di due stecche. I continui aumenti dei carburanti hanno messo in ginocchio le categorie che ci lavorano, quelle per intendersi, che oggi bloccano il paese, agricoltori e camionisti in primis, ma anche pescatori e altri.

Ma davvero vale la pena aumentare le accise fino a questo punto? Davvero il gettito prodotto da questa misura vale i danni che sta facendo all'economia e alla vita dei cittadini? Noi pensiamo decisamente di no.


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