Benevento, nove arrestati per associazione mafiosa. Esiste più l’Isola felice?

par Giovanni Chianelli
venerdì 17 giugno 2011

Usura e racket, persecuzione psicologica e fisica, un giro d'affari di 250.000 euro e più di una ventina di vittime. Questi, in sintesi, i dati salienti dell'operazione "Fiducia" portata avanti dai Carabinieri che ieri notte, a Benevento, si è conclusa con l'arresto di nove esponenti del locale clan Nizza. L'accusa è quella di "abuso creditizio finalizzato ad usura" e, spesso in conseguenza, estorsione: perciò ha portato a configurare il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso. 

Ciò che ha colpito gli agenti del Nucleo Investigativo del Comando provinciale è l'efferatezza del metodo criminale: "Ad una vittima è stato tagliato il lobo di un orecchio", ha raccontato il Colonnello Carideo. A finire nelle mani degli strozzini piccoli e medi commercianti. Carideo ha continuato dicendo che "gran parte dell'operazione è riuscita proprio per la collaborazione delle vittime, perciò abbiamo battezzato l'operazione Fiducia", mentre il presidente della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Federico Cafiero de Raho, confermando l'atteggiamento virtuoso delle vittime, ha invitato "a fare di più sul territorio, anche assieme alle associazioni antimafia. Benevento non è più un'isola felice". Secondo la ricostruzione degli uomini dell'Arma la banda concedeva alle vittime prestiti con tassi esorbitanti, fino al 350%. L'indagine è un filone di quella condotta sull'omicidio di Cosimo Nizza, ucciso in un agguato sempre a Benevento il 27 aprile 2009. 

De Raho ha poi voluto specificare la dinamica dell'azione criminale: "La possiiblità di prestito ad usura presuppone grandi disponibilità di liquidi, e sicuramente necessità di riciclaggio. Anche vedendo le parentele degli arrestati, è certo un collegamento con i clan napoletani". Tra gli arrestati infatti compare Vincenzo Mattuozzo, partenopeo, legato agli Scissionisti di Secondigliano. Poi Patrizia Matuozzo, sorella di quest'ultimo e moglie del defunto Nizza; il figlio Paolo e la figlia Dora, poco più che ventenni, più i due omonimi Antonio Nizza, poi D.Z, Marco Giorgione, Angello Pilla. Le indagini proseguono, si attendono nuovi sviluppi.


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