Belgio, accuse al cardinale Danneels: “Ignorò denunce su abusi”

par UAAR - A ragion veduta
mercoledì 24 novembre 2010

Altre rivelazioni sullo scandalo pedofilia che ha coinvolto Chiesa cattolica in Belgio. Stavolta da Rik Devillè, sacerdote in pensione e fondatore dell’associazione Mensenrechten in de Kerk (Diritti dell’uomo nella Chiesa), chiamato lunedì come testimone dalla commissione parlamentare d’inchiesta presieduta dalla socialista Karine Lalieux. Devillè afferma di aver raccolto dal 1992 ad oggi 427 denunce su abusi compiuti da sacerdoti. Ma solo una trentina, sostiene, sono state esaminate dalla commissione costituita dai vescovi. L’ex prete accusa direttamente il card. Godfried Danneels, già primate del Belgio, cui Devillè si rivolse per segnalare diversi casi di abusi. Già nel gennaio del 2000, riporta Le Soir, una delegazione di vittime e rappresentanti dell’associazione si presentò dal prelato. “Gli abbiamo chiesto se avrebbe accettato di informare gli altri vescovi”, ha detto Devillè, ma il cardinale avrebbe risposto: “Anche se mi fornite mille dossier, come posso sapere che non sono prodotti di menti malate? Non avete alcuna prova”.

La “cultura e l’ideologia della Chiesa”, ha continuato l’ex religioso, “sono alla base degli abusi”. Perché la Chiesa non solo li ha “tollerati”, ma “facilitati” e “come dappertutto, le vittime sono state invitate a dimenticare”. Devillè parla anche di “pressioni” della Chiesa sugli inquirenti, con tanto di verbali “modificati su richiesta” e poliziotti che non hanno testimoniato per timore di “rappresaglie”.

Anche Lieve Halsberghe, rappresentante dell’organizzazione Survivors Network of those Abuse by Priests (SNAP), chiamata dalla stessa commissione parlamentare, ha segnalato che molte denunce non vennero trasmesse alle commissioni incaricate. Ma il card. Danneels, continua, “non dirà mai la verità davanti ad un tribunale”.

Valentino Salvatore


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