Beata Ignoranza?

par Maria Rosa Panté
lunedì 20 settembre 2010

Sarò politicamente scorretta.

Ho sentito della scuola griffata Lega ad Adro, ho apprezzato la manifestazione di protesta, ho gioito per la vittoria dell'Italia sulla Padania, cui obtorto collo ha dovuto adeguarsi anche la Gelmini. Vivo in Piemonte, la Lega è arrivata qui più tardi e, se governa la regione, probabilmente lo fa avendo giocato sporco (ma vedremo, per ora si conta), più precisamente vivo in Valsesia che è sotto l'egida fulgida per alcuni, mortifera e mortificante per altri di un politico leghista, di cui sono note sia le attività intimidatorie che le uscite ad uso di pubblicità e populismo. Insomma la consueta prassi. Vorrei quindi esprimere tre concetti: la Lega sta peccando di ubris, ma, siccome la maggioranza dei leghisti forse non sa cosa sia la ubris, mi auguro che lo scopra molto presto e volentieri guarderò il sole padano tramontate dietro le Alpi. Il secondo concetto è che sono stanca di vergognarmi di essere amministrata da certe persone, stanca di sentire certi discorsi, stanca io, italiana che vive al nord e ci è nata, di dovermi sentire padana, quando la padania è un'invenzione storica, e, come tutte le invenzioni, a cominciare dalla falsa donazione di Costantino, non porta che sventure.

Soprattutto sono stanca di dover spiegare cos'è l'ubris, quasi certa che se dirò è tracotanza mi capiranno poco lo stesso; sono stanca di dover ricordare che esiste la storia e che la donazione di Costantino fondò il potere temporale della Chiesa, anche perché chissà quanti mi chiederebbero cos'è il potere temporale. Insomma sono stanca dell'ignoranza. Basta con la vergogna di non essere ignoranti. Faccio un esempio, nelle classi spesso ci sono più di 30 alunni (mentre la legge ne prevede al massimo 25), cosa si pensa di dire ai genitori? Che è un problema di sicurezza, solo dopo in seconda istanza e con la voce sottile, con un certo qual pudore si accennerà che è anche un problema di didattica, insomma che l'ignoranza già imperante la farà da padrona. Si sa che alla gente, a molta gente, della cultura dei figli poco cale, si sa che guardano con sospetto alla cultura e a chi la mostra, anche se senza ostentazione, giacché la vera cultura è insita, interiorizzata e diventa espressione di un individuo, come l'ignoranza ahimé. Un tempo c'era diffidenza verso la cultura (il latinorum di Renzo nei Promessi Sposi), ma al contempo rispetto e soprattutto voglia di conquistarla questa cultura per liberarsi dall'oppressione, per la sana, pura, meravigliosa curiosità di sapere, di conoscere e persino per la bellezza di saper parlare in modo appropriato, con i congiuntivi e con un italiano magari tradotto dal dialetto e però che ambiva a un certo decoro che ora, troppo spesso, è sostituito dalla sciagurata sguaiataggine. Allora dico basta, l'obiettivo vero alla fin fine non è la Lega (il PDL come popolo è cosa diversa), ma il popolo che la vota e che, quando si chiude a riccio contro la cultura, prende Renzo come esempio ma solo a metà: diffida della cultura senza desiderio di possederla, la dileggia, la distrugge, come fa con la scuola. Basta con l'ignoranza, io sono per l'orgoglio culturale (mai ostentato), sono per una giornata a favore dell'ortografia, per una settimana di amore per la matematica, per un mese di laboratori di lettura intensiva, sono per una scuola, tenetevi forte, dove tutti studino anche un po' di greco e di latino... sì anche i professionali, perché: operai che sanno il latinorum fanno paura a qualcuno?


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