Bavagli per tutti i gusti

par Maria Rosa Panté
lunedì 24 maggio 2010

In Emilia Romagna Bersani potrebbe dire (come ha fatto al congresso del PD): "gli insegnanti sono eroi e la Gelmini rompe i c.".

In Emilia Romagna un insegnante non potette dire nulla del genere; infatti, se parlasse, rischierebbe, a causa della famigerata circolare del "dott." Limina, di incorrere in sanzioni disciplinari.

Del bavaglio in Italia non si fa che parlare: bavaglio ai giornalisti del Tg Uno; bavaglio ai giornalisti e persino ai magistrati col decreto sulle intercettazioni; bavaglio ai docenti, per ora in Emilia poi si vedrà.

Imbavagliare è un segno di estrema arroganza, ma anche di impotenza, di debolezza.

Imbavagliare è anche un’ammissione di colpevolezza. Ho compiuto tante e tali cose, per lo più infamanti e indicibili, che imbavaglio chi potrebbe rivelarle e, possibilmente, anche chi potrebbe scoprirle.

Allora la Gelmini, che approva la circolare-bavaglio del "dott.” Limina, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna, ammette la debolezza della sua riforma che non tollera critiche, non sopporta attacchi, non resiste alle obiezioni del buon senso.

(Per rinfrescare la memoria: tagli alle ore in classe; tagli al personale scolastico; tagli ai servizi per le famiglie; tagli ai fondi per la scuola pubblica, l’università e la ricerca; aumento del numero di alunni per classe).

Allora Minzolini, direttore nominale del TG Uno - il vero direttore non può essere lui, ammettiamolo - dunque il portavoce del direttore del TG Uno, Minzolini, sulla sua barca che affonda, imbavaglia i suoi giornalisti, riempiendo loro la bocca di notizie futili. Perché le vere notizie vengono tenute nascoste signor portavoce? Perché non fanno comodo al suo capo: che è più debole, che è più impaurito e dunque più ringhioso.

(Non parlo di Santoro di cui già parlano in molti).

Infine il Decreto sulle Intercettazioni. La paura di chi delinque, traffica, saccheggia il bene comune è salita come una febbre e insieme è salita la consapevolezza che la putredine avanza e il tempo della fine è vicino.

Questo decreto supera per i suoi nefasti effetti i confini piccoli dell’Italia e fuori dell’Italia questa “cricca” è quello che è: una cricca di malavitosi, truffaldini e dei loro complici.

Sì, anche quelli che, intrisi di verde regionalismo, invece di prendersela con chi deruba il “loro” popolo, se la prende coi clandestini. Ma di chi un cittadino onesto deve avere davvero paura oggi?

L’immagine che ho in mente è di un organismo in stato avanzato di decomposizione che non accetta la sua fine e così contamina tutto quello con cui viene in contatto.

Il bavaglio è un estremo tentativo di salvare un corpo già morto, ucciso dalla bramosia, dalla cupidigia.

Ci venga in soccorso Dante con la sua lupa:

Ed una lupa, che di tutte brame

sembiava carca ne la sua magrezza,

e molte genti fé già viver grame,

questa mi porse tanto di gravezza

con la paura ch’uscia di sua vista,

ch’io perdei la speranza de l’altezza.

(…)

…ché questa bestia, per la qual tu gride,

non lascia altrui passar per la sua via,

ma tanto lo ’mpedisce che l’uccide;

e ha natura sì malvagia e ria,

che mai non empie la bramosa voglia,

e dopo ’l pasto ha più fame che pria.

Molti son li animali a cui s’ammoglia,

e più saranno ancora, infin che ’l veltro

verrà, che la farà morir con doglia.

La cupidigia è il male sociale, politico per eccellenza: chi ruba ha sempre fame, ma verrà chi porrà fine a questo scempio.

Alla fine, anche grazie a Dante, sono quasi ottimista: il fondo del barile si avvicina si avvicina. Sarà molto duro risalire, ma pare che recuperare in situazioni disperate sia una specialità tutta italiana.


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