Ban Ki Moon avverte: il mondo è sull’orlo dell’abisso ora, non tra vent’anni

par Grazia Gaspari
venerdì 4 settembre 2009

’’Abbiamo un piede incollato sull’acceleratore e ci stiamo dirigendo verso un precipizio’’. "Abbiamo scatenato forze potenti ed imprevedibili e non possiamo più aspettare per mettere in atto inversioni di rotta che scongiurino una catastrofe per l’umanità”. A parlare è il segretario dell’ONU Ban Ki Moon che ha sorvolato i ghiacciai del Polo ed ha dichiarato di aver visto con i suoi occhi cosa sta accadendo. L’inquinamento mangia i ghiacciai.

Ad ascoltare in prima battuta l’accorato grido d’allarme del segretario Onu è la Conferenza mondiale sul clima che si è aperta il 3 settembre scorso a Ginevra. Novella Cassandra, nessuno però sembra dar peso alle sue parole, a cominciare dalla tv e dalla stampa che parlano molto di influenza suina, che in termini reali e statistici non esiste, e poco dei grossi pericoli prossimi venturi. 
 

Eppure Ban Ki Moon, criticato per il suo pallore politico (l’ambasciatore norvegese all’Onu, Mona Juul, lo ha definito un leader "privo di charme e spina dorsale") soprattutto per la sua gestione delle crisi nel Myanmar (Birmania) e Sri Lanka, questa volta è stato diretto e perentorio: ’’molti degli scenari più a lungo termine’’ – ha spiegato - previsti dagli scienziati, si stanno ’’verificando ora’’. ’’Gli scienziati - ha quindi aggiunto - sono stati accusati per anni di allarmismo, ma i veri allarmisti sono quelli che dicono che non possiamo permetterci un’azione’’ contro il riscaldamento climatico, perché ’’ciò fermerebbe la crescita economica’’. Queste persone ’’sbagliano, il cambiamento climatico potrebbe essere disastroso’’!

Il numero uno dell’Onu ha poi spiegato ai delegati dei 150 paesi riuniti nel meeting di Ginevra, che i colloqui su un nuovo Protocollo di Kyoto e sui tagli alle emissioni in vista della Conferenza di Copenaghen di dicembre, sono stati troppo lenti e limitati e che ci sono solo ’’15 giorni utili per i negoziati da qui a Copenaghen” e che “non possiamo permetterci progressi limitati, abbiamo bisogno di rapidi progressi’’, ’’a New York mi aspetto discussioni chiare e costruttive’’ .
 
Un eventuale fallimento della Conferenza di Copenaghen, ha ulteriormente precisato Ban Ki Moon, sarebbe drammatico ’’non solo per le future generazioni, ma anche per questa generazione’’. Inoltre, la promessa fatta al G8 per un taglio entro il 2050, dell’80% delle emissioni nocive, non è sufficiente. L’innalzamento del livello del mare, causato in primo luogo dallo scioglimento dei ghiacci della calotta polare, minaccerà grandi città in tutto il mondo, con un bacino potenziale di 130 milioni di persone.
 
Ban Ki Moon ha anche denunciato la corsa alle risorse naturali nell’Artico, a causa dell’apertura di un passaggio per le navi nei mari del polo nord, ora liberi dai ghiacci. ’’Non stiamo solo sfidando l’ambiente – ha detto - il cambiamento climatico sta anche alterando il quadro geopolitico’’.
 
Qualcuno sostiene che il segretario dell’Onu possa aver alzato la voce perché la sua gestione, come scrive il Washington post, viene sempre di più messa in discussione. L’ex ministro sudcoreano degli Esteri viene accusato infatti di essere troppo morbido nei confronti di regimi discutibili (Birmania, Sudan, ecc.): Ma Ban, che continua a godere del sostegno di Stati Uniti, Cina e Gran Bretagna sostiene che “il suo è uno stile diplomatico asiatico che rispetta in pubblico "la cultura, la tradizione e lo stile degli altri leader". Rispetto che ha permesso di portare a casa, ad esempio, aiuti internazionali per le vittime del tifone in Birmania e l’arrivo di migliaia di peacekeeper nel Darfur.

Non è un giorno che personalità significative, a partire da Al Gore, lanciano l’allarme sull’inquinamento del pianeta e qualcosa di significativo è avvenuto avendo Obama messo l’abbattimento dell CO2 tra i punti essenziali del programma di governo. Purtroppo, lo sviluppo impetuoso di paesi come l’India e la Cina, meno sensibili a tali problematiche, rende la situazione sempre più precaria essendo ormai inquinate anche le immacolate nevi dell’Himalaya..
Effettivamente la corsa contro il tempo comincia a diventare drammatica. E l’appello di Ban Ki Moon, anche se accorato sembra tuttavia tardivo. 

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