Bambini terminali senza terapia del dolore

par Paolo Borrello
mercoledì 10 dicembre 2014

Da un convegno medico europeo svoltosi nei giorni scorsi a Roma è emersa una notizia sconvolgente, che è stata ripresa in poche righe e senza commenti solo da “Avvenire”: in Italia, su 35.000 bambini affetti da malattie incurabili solo il 5% ha accesso alle cure palliative. Lo ha dichiarato Carlo Troilo, consigliere dell’associazione Luca Coscioni.

Questa notizia, ripresa più che giustamente da Carlo Troilo, è assolutamente vergognosa.

E’ inaccettabile che in un Paese, come l’Italia, dove tra l’altro l’eutanasia legale è fortemente osteggiata tanto che un progetto di legge di iniziativa popolare, promosso dall’associazione Coscioni, non è stato ancora discusso in Parlamento, la terapia del dolore sia poco diffusa.

Ancor più inaccettabile è che la terapia del dolore sia praticata in misura del tutto insufficiente anche per i bambini incurabili.

Che solo il 5% di loro possa accedere alle cure palliative è vergognoso, utilizzo di nuovo questo aggettivo ma non riesco proprio a trovarne un altro.

Ed è altrettanto vergognoso, come sottolinea Troilo, il silenzio dei mass media e degli esponenti politici relativamente a questa notizia.

Le cause di questa situazione?

I fondi insufficienti destinati alle cure palliative.

Si stima - non vi sono dati certi - che la spesa complessiva per le cure palliative (hospice e cure domiciliari) non supererebbe i 400 milioni di euro l’anno sui 120 miliardi di costo totale del servizio sanitario nazionale.

Quindi il ministro Lorenzin e lo stesso presidente del consiglio Renzi si devono assolutamente impegnare affinchè nella sanità pubblica si diffonda molto di più di quanto avviene attualmente la terapia del dolore.

Inoltre la sanità cattolica, che copre il 10% delle strutture di ricovero complessivamente censite in Italia (ma il dato arriva al 33% nel Lazio per la presenza di colossi come il Gemelli e il Bambin Gesù e che hanno tra l’altro un numero particolarmente elevato di pazienti pediatrici e di “over 75”, che più di altri hanno bisogno di cure palliative) dovrebbe investire in misura molto maggiore nelle cure palliative, in considerazione del fatto che le gerarchie vaticane, che influenzano considerevolmente quelle strutture, sono costantemente impegnate in una guerra santa contro l’eutanasia e, non volendo lasciar morire nemmeno i malati senza speranza, dovrebbero almeno non farli soffrire.

 

Foto: Wikimedia.


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