Badanti, il welfare state di uno stato barbaro

par Francesco Rossolini
giovedì 16 luglio 2009

 

Il molto parlare sulla legalizzazione della comune pratica di assoldare donne senza permesso di soggiorno e senza alcuna qualifica per “guardare” gli anziani di casa, non più autosufficienti, ha però finito per far perdere di vista il nocciolo della questione, ovvero:

“Ma in uno stato come l’Italia, dove la tassazione diretta e quella indiretta sono tra le più alte al mondo è normale dover ricorrere ad immigrati clandestini per prestare assistenza agli anziani?”

A mio avviso senza tanti giri di parole la risposta è no, indiscutibilmente no. Il fenomeno delle bandanti caratterizza solo l’Italia ma gli anziani sono equamente distribuiti in tutta Europa, allora perché questa bizzarria capita solo nel Bel Paese?

Capita perché nonostante la tassazione da record il welfare state per gli anziani non funziona anzi non c’è proprio in Italia.

Quindi il Governo, e poco conta il colore politico, ha deciso saggiamente, per le proprie tasche, di trasferire un compito che spetterebbe allo Stato, ovvero accudire chi non è più autosufficiente, alle famiglie che devono accollarsi la non indifferente spesa delle “indispensabili” badanti.

Però il problema è che le badanti straniere trasferiscono tutto il proprio stipendio nei Paesi d’origine, quindi sono per l’Italia una falla dalla quale si drena in uscita una quantità immensa di denaro che non ha alcuno ritorno per il sistema paese.

Dunque più che regolarizzare le badanti, anche se è giusto che chi lavora venga regolarizzato ma non è questo il punto, sarebbe il caso di realizzare in tempi brevi un sistema nazionale di assistenza agli anziani, magari occupando i non pochi disoccupati con titoli in servizi sociali, e prevedendo anche un contributo da parte delle famiglie che richiedono tale servizio, contributo proporzionale al reddito delle famiglie stesse. 

Si avrebbe in ogni caso un aggravio comunque minore per le famiglie italiane ed il vantaggio non trascurabile di utilizzare questi soldi per pagare gli stipendi di nuovi lavoratori qualificati ed adatti a tale difficile compito. 


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