B. sconsiglia le operazioni per cancro. B. produce pillole anti-cancro

par L’89
lunedì 7 giugno 2010

Lo strano caso del premier che promette di sconfiggere il cancro, che compra la casa farmaceutica che lavora sul farmaco anti-tumorale, che sconsiglia le operazioni e taglia i fondi per i servizi oncologici. Già, lo strano caso.

Non è passato troppo da quel sabato: era il 20 marzo, e davanti a “un milione” di persone il presidente del Consiglio prometteva. “Sconfiggeremo il cancro“. Il disgusto neppure troppo esplicito di stampa e opposizione – che altrove avrebbe preteso ben più delle scuse che qui non hanno neppure chiesto esplicitamente – prendeva vita dietro una sicura interpretazione della sparata: populismo 100%, intenzione di solleticare gli strati più disperati dell’elettorato. E smuoverli, ché lui gli avrebbe dato la vita, sconfitto il male incurabile. Che già così fa orrore.

Si scopre, solo qualche giorno fa, che il presidente del Consiglio ha alzato la sua quota di partecipazione nella MolMed tramite la Fininvest, e mettendo suo figlio Luigi nel cda. Adesso: non so se avete presente quanti anni abbia ’sto Luigi (21), ma la MolMed, Molecular Medicine spa, è un’azienda farmaceutica che ha allo studio nuovi farmaci anti-tumorali (secondo quanto riporta Bloomberg). “Uno attaccherebbe i principali tipi di cancro – si legge su Il Giornale – mentre l’altro aiuterebbe a ricostruire il sistema immunitario distrutto dalla leucemia”.


Ok, l’incastro combacia: Berlusconi diventa socio di maggioranza dell’industria che sta lavorando su medicinali anti-cancro, a dicembre; Berlusconi promette di battere il cancro in tre anni, a marzo. Lo noterebbe anche Gaetano Quagliariello.

Mettiamoci questa, però: Berlusconi nel nuovo libro di Vespa ammette d’essersi fatto operare per un cancro. “Non sono nemmeno sicuro che quella operazione fosse necessaria”, dice.

Insensato, irriguardoso. Parole irresponsabili: “Fatevi controllare tre volte da tre dottori prima d’operarvi”, dirà più o meno. Curioso che ne parli proprio adesso. E che ne parli in questi termini. Col fare di chi, insomma, l’operazione proprio te la sconsiglia. Tanto arrivano le pillole, no? Perché operare? Arriva il farmaco miracoloso del Cavaliere, e del bisturi puoi farne a meno.

Mi è suonata più o meno così. Comprese le implicazioni del caso: speculazione sul dolore, cattiva informazione scientifica, abuso della propria posizione a fini personali, il più classico dei conflitti d’interessi. E una bella marchetta gratuita per una propria, nuova azienda. Resa e garantita da uno dei suoi più fidati accoliti: Bruno Vespa, che gli presta lingua e libro. No? Esagero?

Poi vabbè, coi nuovi tagli perfino il presidente dell’associazione oncologia si lamenta dell’inadeguatezza dei servizi che saranno costretti a offrire ai malati di cancro. Sempre che non arrivi prima la pillola miracolosa della MolMed. Per esempio.
U‘


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