B e il suo esercito. Nascono i Promotori della libertà

par L’89
giovedì 25 febbraio 2010

Lo scatafascio e l’intestino. 
 
Allora. Sappiamo che sta rovinosamente crollando l’impalcatura. Sappiamo che lo scatafascio sta minando il consenso dell’esecutivo. Sappiamo che, in giacca o t-shirt, in ogni nuovo affaire che viene portato alla luce si trova quasi sempre un figuro del Pdl. E sappiamo che all’interno del partito del presidente esista un’afflato di malcontento. Alla base e ai vertici. Non costituisse un acclarato indizio la traiettoria larga del Fini di questi giorni, potrebbero pensarci le parole, i temi, le gesta e le intenzioni di B. a far trasparire la puzza di redde rationem. E a voler fare conta dei fedeli fuori e dentro la porta.

Spaccio di democrazia.

Ebbene, è stata svelata alla presenza del ministro del Turismo Brambilla una nuova creatura arcoriana. I Promotori della Libertà. Sorvolando sulla scelta ricaduta sul cacofonico sostantivo (promotori…brr!) e l’immagine di dubbio gusto adottata nel sito, l’organizzazione - tutta interna al Pdl -, nasce con la nobile intenzione di “difendere i valori della democrazia e della libertà” (cit). Come? Scorriamo il regolamento, e facciamone bibbia.

Il regolamento.

Un caffè alla Silvio-Jugend.

Per dire: a mio avviso sarà l’ennesimo flop movimentistico di casa Arcore – basta vedere la misera quota di iscritti al partito, da quando è partita la campagna d’adesione. Ma impressiona. E, senza fare il Gramellini, impressiona l’utilizzo enfatizzato e stentoreo della parola libertà. In quella che sembra un’irregimentazione di base, una Silvio-Jugend.

Pochi brividi, è alla frutta.


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