Attraversare lo Stretto: un inferno quotidiano

par Roberto CalabrĂ²
mercoledì 3 dicembre 2008

C’entrerà il Ponte sullo Stretto con i disagi che quotidianamente i pendolari di Reggio e Messina sono costretti ad affrontare? O l’arroganza mostrata da Bluvia (società del gruppo Trenitalia) nei confronti dei passeggeri è tipica di chi opera in regime di monopolio, per di più in un paese come il nostro dove i diritti dei consumatori sono calpestati un giorno sì e l’altro pure?
 
Le domande che si affollano nella testa del cronista sono tante. La realtà dice che attraversare il piccolo braccio di mare che divide Calabria e Sicilia è divenuto ogni giorno più difficoltoso per chi si deve recare da una sponda all’altra dello Stretto per lavoro o per studio.
 
La situazione è al collasso da tempo. Da quasi due anni, cioè da quella maledetta sera di gennaio 2007 quando una collisione tra un enorme cargo mercantile e un aliscafo Bluvia portò alla morte di quattro membri dell’equipaggio e al ferimento di un centinaio di pendolari che facevano ritorno a casa.
 
Fino a quel momento i mezzi in servizio sullo Stretto erano tre. L’aliscafo distrutto nella collisione non venne più sostituito, con il risultato che due navette veloci a fare la spola tra Reggio e Messina si dimostrarono ben presto insufficienti. Non solo perché le corse subirono inevitabili riduzioni, ma anche perché non avere una terza nave a fare da “jolly” in caso di guasti, riparazioni o verifiche, voleva dire lasciare la tratta Reggio Messina virtualmente scollegata.
 
Negli ultimi tempi, a partire dalla scorsa estate, la situazione si è fatta ancor più difficile. Mandata in revisione una nave, per tre mesi c’è stato solo un mezzo a fare avanti e indietro tra Reggio e Messina con il conseguente ridimensionamento delle corse. Per mesi al porto di Reggio si è assistito allo spettacolo indecoroso di passeggeri in possesso di regolare titolo di viaggio (biglietto o abbonamento) che non venivano fatti salire sull’aliscafo per “esaurimento posti”. Scene da assalto alla diligenza. Con i malcapitati rimasti a terra che imprecavano, costretti a prendere la via di Villa S.Giovanni (15 km in macchina) per non perdere una mattinata di lavoro.
 
Alla fine la situazione è esplosa e, a principio di ottobre, i pendolari inferociti hanno bloccato per oltre sette ore una nave al porto di Reggio, ottenendo un primo timido segnale di apertura da parte di Bluvia: il ripristino di un secondo mezzo veloce.
Ma anche qui era solo un bluff. Dopo qualche giorno la nave rientrata in servizio si è nuovamente bloccata per diversi giorni. Risolto finalmente il problema, la situazione non è cambiata: gli orari previsti per le corse sono del tutto inutili per chi deve recarsi o tornare dal lavoro. Basti pensare che l’ultima nave da Messina per Reggio è (ancora oggi) quella delle 18.30. Impossibile da prendere per molti che lavorano nel pomeriggio e che devono raggiungere il porto. In molti casi a piedi, viste anche le numerose interruzioni del servizio di trasporto pubblico a Messina (i dipendenti dell’ATM non ricevono lo stipendio da mesi e la situazione è lungi dall’essere risolta definitivamente).
 
Ma al danno si è aggiunta la beffa. Che porta il nome pomposo e magniloquente di “metropolitana del mare”. Un progetto ideato dall’ex ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi nel 2007, il cui bando di concorso è stato vinto da un’associazione temporanea di imprese costituita da Bluvia e Ustica Lines.
Un’idea suggestiva, non c’è dubbio, ma lontana dalle esigenze dei cittadini. La metropolitana del mare prevede infatti una linea circolare con diverse fermate su entrambe le sponde. Due in Calabria e due in Sicilia: Reggio porto, Villa San Giovanni porto, Messina Papardo, Messina porto. Vale a dire, tempi di percorrenza raddoppiati. E con fermate inutili, vedi Villa San Giovanni, dove il traffico da/per Messina è già abbastanza coperto.
 
Invece di prevedere un aumento dei mezzi e una razionalizzazione delle corse in funzione del traffico pendolari, si è messo mano a progetto inutile e costoso. Che, per di più, ha offerto la scusa a Bluvia per fare ancora una volta il bello e il cattivo tempo.
 
In attesa della partenza del nuovo servizio (1 gennaio 2009), la società del gruppo FS ha eliminato gli abbonamenti (€42 per 40 corse complessive, spendibili nell’arco di due mesi) e reso disponibili solo i biglietti quotidiani da € 4,50. Di fronte a nuove e comprensibili proteste la società è poi parzialmente tornata sui suoi passi, ripristinando gli abbonamenti ma maggiorando il costo fino a 67 euro e riducendo a un mese il periodo di validità.
 
Non è dato sapere cosa succederà a partire dal 1 gennaio 2009. Intanto si fa un gran parlare dell’ “Area integrata dello Stretto”, si susseguono inutili riunioni sui tavoli istituzionali con le classiche dichiarazioni di facciata. E mentre nessuna soluzione efficace e definitiva viene presa, per i pendolari attraversare lo Stretto di Messina rimane un piccolo inferno quotidiano.


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