Atene va a rotoli e l’Europa è nel caos

par alessandro tantussi
lunedì 9 febbraio 2015

La colpa è dei greci? Beh, la colpa, com'è noto, morì fanciulla. Atene ha fame e contro la forza della fame "la ragion non vale"

Ragioni e colpe contano poco, Atene ha fame e contro la foza della fame la "la ragion non vale".

Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha precisato che ad Atene non saranno concessi prestiti-ponte. Giusto. Toni intransigenti provengono anche dalla Germania e con riferimento alla cooperazione di Atene con la troika composta dall'UE, dalla Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale. Giustissimo.

Senz'altro le autorità monetarie dell'Europa hanno tutte le ragioni del mondo. Ma serve a qualcosa? Dalle mie parti si dice che la ragione è dei bischeri, il fatto è che i greci non hanno soldi e senza soldi non si canta nemmeno la messa, figuriamoci se si può cavare sangue da una rapa o ripagare un debito se non si ha un'euro per fare la spesa di tutti i giorni.

Poco importa di chi sia la responsabilità del debito, poco importa quali siano le regole della Troika, poco importa disquisire su ciò che è giusto se ci siano responsabilità da parte del popolo greco o se il popolo sia una vittima. 

I greci sono responsabili, con l'entrata nell'euro si sono illusi di potersi permettere un livello di spesa superiore alle loro possibilità, non ci sono dubbi. E allora? Li facciamo morire tutti?

Il morto è sulla bara, Atene è allo stremo, la gente è alla fame, piuttosto che subire i greci faranno saltare tutto. Che sia giusto o sbagliato ha poca importanza, non credo che i greci siano disposti a schiattare per salvare l'euro.

Tutti sanno che la bancarotta della Grecia sarebbe un autogol continentale e quasi tutti si rendono conto che la medicina della Troika è avvelenata (nel 2009-2014 la disoccupazione è salita dal 16 a 25% e il debito dal 125 a 175,5% del Pil, che a sua volta è crollato del 25%).

Agli occhi di Bruxelles, se Tsipras vincesse la partita, dettando le condizioni all’Ue, si creerebbe un precedente che Italia, Spagna e Portogallo non tarderebbero a far valere.

D’altra parte se l'Europa abbandona la Grecia al suo destino si spezza l'unità Europea, e non è escluso che Atene scivoli nell'orbita della Russia. Dopo l’ultimatum ricevuto dalla Bce, e la bocciatura dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, il premier greco Alexis Tsipras ha avuto una lunga telefonata con Valdimir Putin. Nel corso della telefonata Tsipras e Putin hanno concordato sull'opportunità di rilanciare i rapporti tra Grecia e Russia, soprattutto sul fronte dell'energia e dell'economia.

Il Wall Street Journal, riecheggiando un tema già sollevato nei giorni scorsi da molti analisti americani, ha lanciato l'allarme: Grecia e Russia non sono così distanti né dal punto di vista culturale né dal punto di vista degli interessi. Le difficoltà economiche della Grecia, la necessità di Putin di trovare una “sponda” contro l’Europa per la questione Ucraina, le affinità tra la cultura Greco-Ortodossa e Russia Ortodossa possono favorire un’allontanamento della Grecia dall’Europa e dall’Euro.

Sono in gioco 70 anni di costruzione di una comunità europeo-occidentale che Washington vede sempre in funzione di contenimento dell'espansionismo russo.

Dagli USA, e da numerosi economisti, compreso Paul Krugman, continuano gli appelli al "perdono dei debiti” della Grecia, lo stesso “perdono” che fu praticato in passato dall’ America alla Germania, sconfitta nella seconda guerra mondiale.

 

Foto: S.Kohlmann/Flickr


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