Associazioni dei consumatori: nel 2011 forte rincaro di prezzi e tariffe

par Paolo Borrello
mercoledì 29 dicembre 2010

“Anche il 2011 si prospetta un anno infelice: sia dal punto di vista della crisi economica, che, se non adeguatamente affrontata, non permetterà di raggiungere nemmeno l’1% di crescita deli Pil, sia dal punto di vista dei rincari in arrivo dal 1° gennaio 2011, che contribuiranno a ridurre ulteriormente il potere di acquisto delle famiglie”. Lo hanno dichiarato Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti delle associazioni dei consumatori Federconsumatori e Adusbef. Secondo queste associazioni infatti gli aumenti dei prezzi e delle tariffe saranno causati, oltre che dalle “normali” tendenze speculative che purtroppo si verificano su vari mercati, dagli incrementi dei costi dei prodotti energetici e delle materie prime, incrementi questi che influenzeranno i prezzi sia dei beni durevoli sia dei beni di largo consumo, a partire dai prodotti alimentari. Federconsumatori e Adusbef prevedono che in media ogni famiglia dovrà sostenere una spesa aggiuntiva annua pari a 1.016 euro così suddivisa:

 

Le due associazioni consumatori, infine, considerando questa spesa aggiuntiva, sostengono che sia necessario attuate una politica economica volta a favorire la ripresa economica sia tramite l’effettuazione di investimenti in settori innovativi sia tramite una riduzione delle imposte pagate dalle famiglie a reddito fisso, lavoratori dipendenti e pensionati, intervento quest’ultimo che potrebbe determinare una crescita dei consumi.

Senza dubbio la situazione evidenziata da Federconsumatori e Adusbef è preoccupante e sarà necessario che le autorità governative tentino, quanto meno, di fare in modo che gli aumenti di prezzi e tariffe assumano un valore inferiore a quello ipotizzato. Quanto alla linea di politica economica suggerita, affinché essa sia veramente efficace occorrerebbe diminuire le imposte in misura piuttosto considerevole, con la conseguente riduzione delle entrate statali e pertanto dovrebbero essere individuate nuove entrate oppure sarebbe necessario ridurre la spesa pubblica, a meno che non si voglia aumentare il deficit pubblico, cosa che potrebbe essere poco accettabile soprattutto per evitare una crisi del debito anche per il nostro paese.


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