Asse Alfano-Maroni: si prospetta la nascita di un nuovo centro destra?

par Davide Leggio
venerdì 22 luglio 2011

Se la recente nomina di Angelino Alfano come primo segretario del PDL può essere definita con certezza una chiara indicazione del Cavaliere per una sua eventuale prossima sostituzione, è soltanto alla luce del recente strappo in parlamento fra Lega e PDL che è emersa la figura di Roberto Maroni, come possibile punto di riferimento del popolo padano.

Per la prima volta, infatti, dai tempi politicamente preistorici del cappio in aula, la lega rompe l'intesa, finora pressoché fideistica (almeno nei fatti), con PDL e con il suo leader.

Il voto segreto di mercoledì in aula non solo ha sancito il via libera ai magistrati a procedere nei confronti dell'ex deputato pidiellino, Alfonso Papa, ma anche una frattura vera e propria su un argomento delicato come quello giudiziario, fra i leader-fondatori dei due principali partiti di governo.

Il Cavaliere, in cerca di conferme e con l'intento di ristabilire l'equilibrio nella sua maggioranza, auspica un incontro con Bossi, almeno nel week end, dato che la mancata partecipazione del Senatùr al Consiglio dei ministri di domani è stata percepita come un tentativo di prendere tempo. Nel frattempo la telefonata di chiarimento avviene però con Roberto Maroni, che sin dall'inizio si è mostrato fermo nella sua opposizione al salvataggio del deputato del PDL coinvolto nell'inchiesta P4.

Se a questo si aggiunge poi l'assenza durante il voto in aula di Umberto Bossi e il fatto che sono pochi ormai all'interno della Lega a non aver mostrato segni di insoddisfazione e insofferenza nei confronti della leadership berlusconiana, appare normale che il ministro dell'Interno (peraltro forte di un ampio consenso nei gruppi parlamentari leghisti di Camera e Senato) appaia agli osservatori come un più che plausibile candidato per un eventuale sostituzione al vertice della Lega.

Mentre si sprecano le voci, destinate probabilmente a rimanere tali, su un possibile governo tecnico con la sinistra sponsorizzato da Maroni, lo stesso Ministro degli Interni si è affrettato a ribadire il ruolo di Bossi come capo del partito, bollando le voci come “fantasiose ricostruzioni”.

Chi cerca dalle crepe della maggioranza di fare perno per creare una vera e propria frattura è ovviamente l'opposizione convinta "una parte della Lega sta riflettendo su nuove prospettive politiche".

Vedremo cosa succederà per l'altrettanto discusso voto in aula, slittato a martedì, per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero, sulle quali la Lega si è già mostrata contraria.


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