Assange arrestato. Le parole a sproposito di Frattini. Bisogna che tutto rimanga com’è perché tutto rimanga com’è

par Simone Pardini
mercoledì 8 dicembre 2010

E' di poche ore fa la notizia dell'arresto, da parte degli agenti di Scotland Yard, di Julian Assange (non ripeto chi è perché ormai tutti lo sappiamo). L'arresto è avvenuto a Londra alle 9.30 di ieri mattina, mr. WikiLeaks si è autoconsegnato alle autorità senza opporre resistenza.

Sorvoliamo sul fatto del mandato di arresto emanato dalle autorità svedesi, i giudici hanno applicato la legge su ciò che gli era stato messo davanti.

Le parole ben più preoccupanti vengono dal nostro ministro degli Affari Esteri, Frenco Frattini, che, dopo aver appreso la notizia che Assange era stato messo agli arresti, ha commentato: "Era ora, l'accerchiamento internazionale per fortuna ha avuto successo", tutto questo perché ''Assange ha fatto del male alle relazioni diplomatiche internazionali e mi auguro che sia interrogato e processato come le leggi stabiliscono''. E' bene mettere un paletto fisso sull'analisi di queste parole:

  1. non abbiamo niente da dire nella speranza del ministro in un processo eseguito a norma di legge.

Assange è stato soggetto ad un "accerchiamento internazionale" operato non tanto a causa dell'accusa di stupro emanata dal tribunale svedese, anche il regista Roman Polansky venne accusato di stupro e venne in seguito arrestato, ma non ricordo di un accerchiamento internazionale di questa portata.

"Assange ha fatto del male alle relazioni diplomatiche internazionali" ha continuato Frattini, come se le relazioni internazionali a cui il ministro fa riferimento siano affare privato dei membri dei governi. In una visione forse troppo idealista, i cittadini costituiscono lo stato ed i cittadini eleggono i loro rappresentanti, quindi, avrebbero tutto il diritto di essere a conoscenza dei fatti che li riguardano più o meno direttamente. WikiLeaks ha solo reso note le relazioni diplomatiche che si svolgevano dietro le quinte del teatro.

Ma la cosa che deve far riflettere è che la maggior parte dei telegiornali nazionali ha riportato le parole di Frattini, come è giusto che sia, senza offrire però una visione alternativa della vicenda. L'agenda setting (il palinsesto) dei telegiornali in questo caso è stato unidirezionale, di accusa verso Julian Assange.

Ma del resto c'era da aspettarselo, l'oggettività nel giornalismo italiano è sempre più introvabile.

 

Nella foto i giornalisti si accalcano fuori la Corte di Westminster, in attesa dell'arrivo di Julian Assange (Credits foto: FF di Massimo Mantellini


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