Assaggi di Blog Economy Day

par Damiano Mazzotti
lunedì 14 novembre 2011

Notizie poco rincuoranti dalle discussioni informali degli informatori economici indipendenti.

Al Blog Economy Day di Castrocaro Terme, lo studioso Marco Della Luna ci ha messo in guardia dai bilanci taroccati delle banche (non solo italiane) e dalla “Moneta debito” che rappresenta un buco nero che risucchia liquidità, in quanto gli interessi sono sempre matematicamente in crescita. Questo sistema creditizio "debitalista” è molto vicino al collasso, per gli effetti “Antimoneta” della copertura dei debiti derivanti dalla speculazione finanziaria sui derivati & C. I più curiosi possono approfondire gli argomenti più significativi nel suo sito.

Comunque Della Luna non contesta la totalità di questo sistema e le naturali mire di profitto, ma vorrebbe razionalizzare i meccanismi che producono gli effetti collaterali negativi. Forse è giunta l’ora di contabilizzare e di tassare il signoraggio derivante dal credito bancario. In effetti ogni attività produttiva viene tassata e pure io non trovo un buon motivo perché le banche non paghino la loro bella Iva, cioè l’Ivc: l’Imposta sul Valore Creato. Marco Della Luna ha scritto un libro sul signoraggio insieme a Nino Galloni: “La moneta copernicana. I falsi limiti dello sviluppo, i veri fondamenti della sovranità”(Nexus Edizioni, 2008).

Nell'intervento di Nino Galloni è stato sottolineato l’attuale problema della Cina che stampa moneta per comprarsi il mondo, a differenza della Fed che stampa moneta per facilitare le speculazioni delle grandi banche multinazionali nelle varie operazioni finanziarie più o meno truffaldine: derivati ecc. E uno dei più grossi punti critici di oggi è la mancanza degli investimenti dei privati e delle multinazionali. Poiché non c’è ripresa, nessuno vuol rischiare di perdere soldi.

Finché ci saranno titoli su cui speculare a spese della collettività, perché le banche dovrebbero investire nelle imprese? Se esistessero dei veri politici la contrattazione dei titoli che creano il gioco d’azzardo di lusso sarebbe stata abolita per due anni o per sempre. D’altra parte se ci fossero più investimenti pubblici, le conseguenti ricadute economiche motiverebbero anche i privati ad investire. Inoltre, secondo Galloni, la globalizzazione estrema ha i mesi contati (Prendi i soldi e… scappa?, Edizioni Koine, Roma, 2010).

Così molte imprese nel mondo sono in forte crisi, ma in Italia ancor di più. A causa della scarsa professionalità delle figure bancarie, della totale impreparazione della classe politica e della bassa scolarità degli imprenditori. Però, come sempre, c’è qualche singolo cittadino che si rimbocca le maniche per ovviare all’atavica disorganizzazione italica. Ad esempio c’è Luca Peotta che ha fondato un movimento apartitico degli imprenditori: Imprese che resistono.

Le banche italiane sono in una fase critica e le imprese devono considerare che il credito sarà decisamente più selettivo e più costoso nel 2012. Infatti “le banche sono un animale ferito”: hanno poca liquidità, bassa redditività, costi di raccolta del denaro alti, un portafoglio crediti in forte sofferenza con circa un 10 per cento di insoluti e di clienti falliti. E nonostante i licenziamenti manca il personale per avviare la necessaria ristrutturazione dei debiti delle imprese (Fabio Bolognini, www.linkerblog.biz). Poi ci sono tutti i problemi relativi al rispetto dei requisiti imposti dal regolamento Basilea 3. A mio parere questa burocrazia bancaria centralizzata è davvero fuori luogo. Sarebbe ora che anche gli istituti di regolazione delle banche assumessero delle persone dotate di buon senso e creative, in grado di adattarsi all’attuale realtà recessiva.

Però non riesco a capire perché migliaia di banche debbano soffrire e licenziare dipendenti, per sottostare alle imposizioni e alle truffe di una decina di grosse banche, tra Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Svizzera e Germania. Non si può continuare a licenziare migliaia di dipendenti bancari e milioni di persone nel mondo, per aumentare i bonus di dieci amministratori delegati e di qualche centinaio di manager che pensano di poter controllare il mondo con i loro giochetti matematici illusionisti. Bisogna tornare alla saggia separazione tra banche commerciali, quelle che raccolgono il denaro dei cittadini, e le grandi banche d’affari, quelle che fanno le grosse “porcate” finanziarie. E diventa sempre più necessario porre un limite di grandezza a tutte le banche, a livello nazionale e globale, come avviene per i grandi gruppi del mondo dell’informazione (http://nobigbanks.it).

Comunque i vari partecipanti hanno sottolineato l’interconnessione finanziaria e le varie soluzioni da adottare per portare un po’ di equilibrio all’interno di un sistema “debitalista” gigantesco e fuori controllo. Per evitare ulteriori crisi l’Unione Europea deve arrivare al più presto all’unione fiscale; la Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie andrebbe adottata in tutto il mondo, altrimenti farebbe concentrare i capitali nelle zone esentasse; gli Eurobond sarebbero molto meglio dell’attuale tira e molla politico; servono più investimenti nelle infrastrutture e nella ricerca per favorire la crescita economica, soprattutto riducendo le inutili e imponenti spese militari. E io posso aggiungere che senza una nuova conferenza mondiale simile a quella di Bretton Woods del 1944, possiamo solo pensare di prenotare nuovi terreni per i cimiteri. Anche quelli monumentali. Perché verranno fatte dimettere dalla loro vita anche le persone famose, ricche e “mafiose”.

Infine chiudo con il pensiero anticonformista di David Graeber, un antropologo americano della nostra civiltà, che ha denunciato i meccanismi repressivi all’interno delle università americane (e non solo): la dignità e la sopravvivenza sono sacri e i rapporti umani devono venire prima dei debiti. Il tempo dei sacrifici umani e inumani deve terminare: “la moneta non è una divinità, pagare i propri debiti non è il massimo della moralità… se la democrazia significa qualcosa, questo qualcosa è che possiamo metterci tutti d’accordo per organizzare la società in modo diverso”.

Graeber insegna alla Goldsmiths University di Londra e ricopre il ruolo di portavoce nel movimento Occupy Wall Street. In Italia ha pubblicato “Affinità sovversive. I movimenti sociali americani nella guerra globale”, DeriveApprodi, 2005; in uscita c’è la nuova versione di “Frammenti di antropologia anarchica” (Eleuthera). 

Per gli approfondimenti economici e finanziari, variegati e quotidiani, consiglio: www.vloganza.tv (Luciano Giovannetti), Wall Street Italia, Movimento Libertario


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