Articolo 50: Cassinelli cerca di metterci una pezza

par 0punto2
mercoledì 18 febbraio 2009

"Da internet devono scomparire tutti i siti e le pagine che istigano a delinquere o che inneggiano alla mafia e alla violenza, ma per fare ciò non si può pensare di oscurare l’intera rete”

Questo è quanto scrive sul suo sito ufficiale il parlamentare del PDL Roberto Cassinelli, cercando di riportare a casa la faccia dopo l’emendamento del suo collega D’Alia, che contiene l’Articolo 50, censorio e inapplicabile.

Il nuovo testo” si legge ancora sul sito del parlamentare “E’ stato scritto insieme a giuristi e tecnici esperti della materia, e mira a correggere i troppi errori pratici contenuti nell’articolo 60″ (articolo 60: questo non è esattamente un refuso rassicurante…)

In un post sul suo blog poi, dal titolo “L’Emendamento D’Alia mette a rischio la libertà della Rete” Cassinelli ammette che l’emendamento “mi pare scritto male e francamente inammissibile”

La proposta di Cassinelli è quella di modificare il testo di D’Alia in modo da disporre la rimozione delle pagine incriminate, invece che richiederne l’oscuramento e solo “quando vi sia la possibilità tecnica di procedervi senza pregiudizio per l’accessibilità a contenuti estranei al procedimento”

Viene meno dunque il filtraggio e il coinvolgimento degli ISP.

Se è innegabile che le modifiche proposte da Cassinelli siano dal punto di vista tecnico un passo in avanti rispetto al delirante accrocchio precedente, le stesse non risolvono comunque le problematiche riguardanti la volontà da parte del Governo di limitare la libertà di opinione sulla Rete.

Nella proposta di Cassinelli infatti si legge:

“Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia dette attività a mezzo internet, l’autorità giudiziaria può disporre con proprio decreto l’interruzione dell’attività indicata, ordinando al soggetto ritenuto autore del reato di provvedere alla immediata rimozione, a titolo preventivo e cautelare, del contenuto attraverso il quale si estrinseca la citata attività. Il destinatario del provvedimento deve, in questo caso, procedervi senza ritardo e, comunque, non oltre ventiquattro ore dalla notifica del provvedimento. In caso di ritardo nell’adempimento a detto ordine, l’autore è tenuto al pagamento di una sanzione, da euro mille fino ad euro settantamila, commisurata ai giorni di ritardo nell’adempimento.”

E quali sarebbero i “concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia dette attività”? Dove inizia e dove finisce il confine tra apologia e opinione?

Con queste modalità generiche, chiunque in Rete esprima un’opinione che va contro a una legge varata dal Governo è potenzialmente perseguibile.

Si attende a questo punto la proposta di un terzo parlamentare, che migliori quella del secondo, che ha migliorato quella del primo, e via così fino alla prossima legislatura.


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