Arriva il nucleare: pro e contro

par paolo
lunedì 27 dicembre 2010

La paura e la ragione nel paese del non decidere.

Cari concittadini, che vi piaccia o no, a breve il problema della elettronuclearizzazione del paese (termine indecente), dovrà avere una soluzione definitiva. A onor del vero il governo del fare del nostro premier Silvio Berlusconi ha già calendarizzato nella sua agenda la costruzione, entro venti o trenta anni, di almeno quattro o cinque centrali di produzione che sfruttano l'atomo. Come tutto quello che riguarda questo paese, tuttavia, tra il dire ed il fare c'è di mezzo il mare e pertanto aspettiamoci di ballare come un gommone in una tempesta.

Le campane dei pro e dei contro sono già partite e c'è chi sostiene che il futuro sia ad appannaggio delle fonti rinnovabili, termine che include tutto ciò che non è combustione dei fossili (essenzialmente petrolio e carbone) e gli entusiasti del nucleare perché è bello, pulito ed offre tanta energia a basso costo. Tra questi due opposti ed inconciliabili versanti sarà battaglia durissima, senza esclusione di colpi, statene pure certi. Dietro ovviamente ci stanno anche interessi di lobby legate all'uno come all'altro, mentre in mezzo c'è il paese degli eterni ciurlati, ossia i cittadini.

Dando per scontato che le ragioni degli uni e degli altri abbiano almeno pari dignità, mi auguro soltanto che la decisione finale non scaturisca da una campagna che faccia leva sulla emotività e sulla paura, come accadde nel 1987, quando sull'onda del disastro di Chernobyl, il nostro paese, con un referendum popolare a dir poco demenziale, decise di castrare il nucleare. Furono chiusi i siti attivi (Caorso, Trino Vercellese, Latina e Gargliano) e, oltre al danno delle ingenti risorse sprecate sia in termini finanziari che tecnologiche, oggi stiamo pagando quella scelta con una bolletta dell'energia elettrica mediamente superiore del 30 -35 % ai nostri partners europei. Ovviamente le nostre industrie manifatturiere non hanno ben digerito quella decisione che i nostri politici, pilatescamente, hanno scaricato sulle spalle dei cittadini comuni. Allora decisero la massaia, il panettiere piuttosto che il ragioniere o l'infermiere e la decisione, per quanto sommamente democratica e plebiscitaria, ha sancito il principio che di nucleare possono parlare tutti indipendentemente dalle proprie conoscienze specifiche. Mi ricordo che per strada l'intervistatore di turno chiedeva al primo che capitava "lei che ne pensa del nucleare che uccide silenziosamente, che fa nascere con malformazioni ecc..?". Provate ad immaginare la risposta. Ecco io non vorrei che si ritornasse ad un clima così ma che si affrontasse il problema con un minimo di raziocinio mettendo a confronto le tesi opposte e senza perdere di vista l'interesse primario del paese.

E allora, in sintesi e senza pretese di rigorosità che non è lo scopo di questo post, provo a sintetizzare i pro ed i contro del nucleare. E' pulito, nel senso che non ha emissioni nocive per l'effetto serra e per il buco dell'ozono, le acque di raffreddamento non contengono veleni, tuttalpiù sono riscaldate, spaccando l'atomo si ottiene energia a profusione ed a basso costo, si riducono i rischi di disastri ambientali nel mare Nostrum se affondasse una petroliera, ci si rende indipendenti dai paesi produttori di greggio e dalle compagnie petrolifere (le famigerate sette od otto sorelle), si da impulso al lavoro e si mette in moto un comparto importantissimo come l'edilizia, l'alta tecnologia, l'elettromeccanica avanzata ecc...

Ci sono ovviamente anche i rovesci della medaglia. Brevemente, i costi molto elevati degli impianti ed ammortizzabili in tempi non propriamente brevi, il rischio teorico di grave incidente anche se le ultime generazioni di impianti sono a massima sicurezza, il reperimento dei siti produttivi (già indicati ma tutt'altro che scontati) e dei siti di stoccaggio delle scorie radioattive, problema quest'ultimo di importanza fondamentale in un territorio geologicamente particolare come il nostro. Infine bisogna dire che non siamo un paese con risorse naturali di materiale fissile (miscele di isotopi ad alta percentuale di U235), per quanto si stiano già affermando nuove tecnologie come reattori autofertilizzanti, reattori ibridi fissione-fusione e, probabilmente un pò più in là, anche reattori a fusione (la reazione tipica che avviene nel sole).

Ora ho paura che proprio il problema dei siti, nel paese dei gonfaloni e dei campanili, sia proprio lo scoglio maggiore. Come noto tutti vogliono i benefici ma nessuno si accaparra l'onere. Mi capita, spesso e volentieri, di incontrare località anche in Toscana che ti accolgono con un cartello "comune denuclearizzato". Non posso fare a meno di sorridere, pensando al significato che può avere una cosa del genere, quando se ti fanno una centrale a 100 Km di distanza, in caso di fuoriuscita di materiale radioattivo sotto forma di polveri, è come se fosse in casa tua. E in più non godi di tutti i vantaggi economici previsti per i siti che accolgono gli impianti. Il fallout radioattivo non distingue tra un comune e l'altro, segue la direzione del vento e i cartelli non li guarda.

Emblematico è il fatto che, mentre importiamo energia elettrica dalla Francia, paese ad alta densità di impianti nucleari (52), se succede un grave incidente oltralpe siamo nei guai anche noi.

Adesso per concludere questo breve excursus, tutta la questione energetica ruota su dati discordanti, tra chi dice che nel prossimo futuro il fabbisogno di energia elettrica raddoppierà e chi sostiene che l'ottimizzazione dei processi energivori, che in Italia è molto avanzata, e la riduzione delle dispersioni termiche attraverso l'imposizione di trasmittanze degli involucri degli edifici molto più basse, consentirà di orientarci verso il solare, il biogas, l'eolico, geotermia ecc. C'è perfino un progetto, a firma del nobel Rubbia, di un impianto solare a specchi da installare in Nord Africa con trasporto dell'energia mediante cavi sottomarini Progetto magari anche tecnologicamente valido ma poco praticabile, vista la situazione politicamente critica di quei paesi e con l'inconveniente di dipendere sempre da un'altro paese. Ovviamente anche queste tecnologie, peraltro già avanzate, avrebbero impatti positivi sull'occupazione anche se piuttosto invasivi sul piano ambientale.

lo scopo di questo articolo è quello di stimolare l'interesse su una questione che, statene certi, a breve riempirà le serate degli italiani con feroci discussioni tra chi proverà a rassicurare e chi richiamerà alla paura del mostro che uccide silenziosamente.Per chi volesse meglio documentarsi rimando ai vari siti, tra cui www.forumnucleare.it, molto pubblicizzato o a un post a firma eptor10, apparso nel 2008 su AgoraVox, che tratta in modo specifico la localizzazione dei siti nucleari e le relative problematiche di ordine politico.


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