Arrestato il consigliere Regionale Roberto Conte. E non è la prima volta

par Giovanni Mistero
giovedì 2 aprile 2009

Non trova pace Roberto Conte, consigliere regionale del Gruppo Misto. Per lui stamattina è scattato l’ordine di custodia cautelare nell’ambito di un’inchiesta del pm Filippo Beatrice. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata ai danni della Regione Campania, insomma non proprio una bazzecola per un uomo che le cronache giudiziarie hanno portato più volte alla ribalta.
 
Nel dicembre 2007 rientrò in un’inchiesta per reati contro la pubblica amministrazione che vide l’arresto di 13 tra imprenditori, dirigenti e funzionari del comune di Napoli e del consiglio regionale e nel gennaio 2008 invece gli fu contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa in quanto avrebbe ricevuto, durante la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale del 2001, l’appoggio del clan Misso promettendo in cambio un aiuto politico per il controllo della gare d’appalto per pubbliche forniture. Un’accusa, questa, che gli costò il posto nel Partito Democratico, che decise di sospenderlo in seguito alle diverse azioni giudiziarie contro di lui.
 
L’accusa nasce nell’ambito delle indagini che la Procura di Napoli e la Guardia di Finanza hanno fatto sulla Deco Consulting srl, una società specializzata in attività di consulenza e di organizzazione di eventi. Ma questa, secondo le indagini, era semplicemente una copertura perché, fino alla liquidazione della società, avvenuta nel 2007, la società, composta in prevalenza da persone della segreteria del consigliere regionale, non aveva mai realmente svolto le attività per cui era nata, ma si legge che “le reali finalità della compagine erano quelle di conseguire indebiti contributi regionali”.
 
Una società, insomma, creata al solo scopo di incassare i contributi della Regione.
 
L’ennesimo scandalo quindi per Conte, politico molto conosciuto e potente, nato all’ombra della Dc, fino a essere accolto, nel 1994 dai Verdi, con i quali è stato assessore del comune di San Giorgio a Cremano. È stato, inoltre, due volte assessore provinciale con le giunte Lamberti. Dalla provincia poi tentò il passo alla Regione, dove fu eletto con 31 mila voti (quelli di cui si sospetta lo zampino di Misso) e passò alla Margherita, per poi passare al PD, dal quale, come detto è stato sospeso.
 
Assieme a lui le persone destinatarie delle ordinanze cautelari sono Emanuele Cameli ai domiciliari, come lo stesso Conte, per Luisa De Luca, Pasquale Salvio, Corrado Sannino e Carlo Sarno, invece, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.


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