Approvato il dl “salva Formigoni & Polverini”. Insorge l’opposizione e la società civile

par Pietro Orsatti
venerdì 5 marzo 2010

Il Consiglio dei Ministri per varare il decreto “interpretativo” per azzerare di fatto le decisioni delle corti d’appello sulle irregolarità nella presentazione delle liste elettorali legati ai candidati governatori del Pdl in Lombardia e Lazio è durato soltanto 35 minuti. Una decisione presa ancor prima di sapere cosa avrebbero deciso i Tar (domani Formigoni e lunedì la Polverini). Ora si attende di conoscere il parere del Presidente della Repubblica. La sua firma non è per nulla scontata. Proprio perché il decreto è stato presentato ancor prima di conoscere l’esito dei ricorsi.

 

Secondo il comunicato del governo, il decreto vuole “assicurare il pieno esercizio dei diritti di elettorato attivo e passivo”, questo in nome della ”esigenza di garantire i valori fondamentali della coesione sociale”. Il decreto, spiega sinteticamente il comunicato, ”detta alcuni criteri interpretativi di norme in materia di rispetto dei termini per la presentazione delle liste, di autenticazione delle firme e di ricorsi contro le decisioni dell’ufficio centrale regionale”. Ma in realtà è un provvedimento a risolvere solo i contenziosi relativi alle irregolarità nella presentazione delle liste in Lazio e Lombardia. Infatti ben tre articoli sarebbero indirizzati a cancellare le decisioni dei tribunali. Il primo articolo, infatti, conterrebbe 4 commi, cuore del provvedimento. Il primo comma consentirebbe infatti di presentare le liste a Roma il primo giorno non festivo, vale a dire lunedì dalle 8 alle 16, mentre gli altri riguarderebbero la Lombardia trovando una soluzione anche in quel caso, intervenendo sui timbri. Il secondo articolo invece accorcerebbe i tempi della campagna elettorale e il terzo e ultimo sarebbe relativo all’entrata in vigore.

Il ministro Maroni ha dichiarato che il Presidente della Repubblica esaminerà il decreto già questa sera e prevede che già domani potrà essere pubblicato dalla Gazzetta ufficiale.

Durissime le opposizioni. “Quando si contrappone la forma alla sostanza, soprattutto in materia di regole elettorali, – ha dichiarato Rosy Bindi presidente del Pd – si minano le fondamenta della vita democratica. Se il testo del decreto legge sulle elezioni regionali è quello anticipato dalle agenzie di stampa siamo di fronte a norme non interpretative ma modificative e con profili di incostituzionalità”. Ancora più esplicito il segretario del partito Bersani che ha dichiarato: “E’ evidente che si vuole ovviare con questo decreto formalmente a obiezioni di tipo costituzionale come sarebbe stato per un decreto innovativo. Usano il dl interpretativo per arrivare comunque al risultato che gli serve per aggiustare il loro pasticcio, ma il trucco c’è e si vede, in alcuni casi fino al ridicolo”.

L’Idv, per voce di Di Pietro, parla di progetto eversivo. “Solo in un Paese a regime fascista si può pensare che vengano cambiate le regole mentre si gioca la partita elettorale. Solo in un Paese in cui la dittatura ormai ha preso il sopravvento – ha aggiunto Di Pietro – si può pensare che ciò lo si possa fare durante le elezioni”. E anche l’europarlamentare dell’Idv Luigi De Magistris ha attaccato duramente il premier e la maggioranza, definendo l’Italia come ” una versione aggiornata del Cile anni ‘70, dove Berlusconi è il novello Pinochet”.

Anche i Radicali definiscono eversivo l’intervento del governo sul pasticcio delle liste elettorali. Per Marco Cappèato si tratta di “un tentativo eversivo di porre il potere al di sopra e contro la legge. La strada della legalità democratica è quella che da settimane inutilmente abbiamo indicato al presidente della Repubblica e al capo del governo: annullare un procedimento elettorale illegale e riconvocare le elezioni regionali rivedendo contestualmente gli assurdi ed opachi meccanismi di presentazione delle liste”. A cui fa eco Fabio Mussi di Sel: “Siamo ai brogli di Stato. La putrefazione del berlusconismo ormai rischi di infettare la democrazia italiana”.

“Un decreto legge non può disciplinare nemmeno in via interpretativa il procedimento elettorale regionale perchè si tratta di materia di competenza esclusiva delle Regioni ai sensi del nuovo art. 117 della Costituzione”: è quanto sostiene, in una nota, l’avvocato Gianluigi Pellegrino, legale del Movimento Difesa del Cittadino. “Si tratta – aggiunge il legale – di una ragione di manifesta incostituzionalità del decreto nella parte in cui pretende di incidere sul procedimento per le elezioni regionali in corso. Che la materia del procedimento elettorale per il rinnovo dei consigli regionali, sia di competenza esclusiva del legislatore regionale lo ha già detto la Corte costituzionale sin dal 2003 (sentenza n. 196)”.

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