Antitrust: allarme concorrenza
par Paolo Borrello
giovedì 23 giugno 2011
Riforme bloccate e liberalizzazioni sparite dalle priorità della politica, con l'effetto non solo di non favorire la ripresa economica ma di mettere a rischio la stessa vitalità del sistema. È un vero e proprio grido d'allarme quello lanciato dal presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà (nella foto), nella sua ultima relazione annuale al Parlamento.
Un testo sintetico, di appena 12 pagine, in cui non sono però mancati richiami incisivi al governo. Prima di tutto sulla legge della concorrenza, attesa praticamente da due anni, ma che, ha denunciato Catricalà, “non ha mai visto la luce”. Un ritardo “grave”, ha scandito il Garante, che “rallenta il processo di ammodernamento del Paese, fa perdere fiducia agli imprenditori che vogliono sfidare i monopolisti e agli stessi controllori”. Il presidente dell'Antitrust ha quindi rimarcato il suo monito: “senza concorrenza è a rischio la vitalità, già compromessa, del sistema economico”.
I problemi più importanti sono quelli che l'Autorità denuncia da anni: ferrovie, gestioni autostradali e aeroportuali, “governante” bancaria e assicurativa. L'Rc auto è ancora troppo cara (con picchi del +25% per le macchine e del +35% per le moto), i mutui spesso subordinati alla sottoscrizione di costose polizze vita. Ci sono poi il problema del conflitto di interessi, materia su cui “le nostre richieste di intervento - ha sottolineato Catricalà - troppo spesso vengono ignorate”, e quello delle municipalizzare, tornate al centro della scena dopo il referendum sull'acqua. Il voto “non può interpretarsi come una legittimazione del potere politico locale a occupare definitivamente con le aziende municipalizzate tutte le aree economiche.
Le Iri locali - ha chiarito - se le devono dimenticare”. Materie e spazi per intervenire dunque ce ne sono ed è necessario farlo, anche perchè tra il 2006 e il 2010 gli interventi dell'Antitrust in 4 settori (farmaci, pasta, gas e latte in polvere) sono riusciti a generare risparmi a favore della collettività “per oltre un miliardo di euro”.