Anteprima inchieste di Report: le pressioni sovraniste sulla chiesa, lo sparo di capodanno

par Aldo Funicelli
lunedì 12 maggio 2025

Giovedì dalla Cappella Sistina si è alazata la fumata bianca: il nuovo papa è americano, come Bergoglio, ha gestito la diocesi di Chicago, è stato missionario nel Perù e poi dal 2023 è stato chiamato a Roma. Il primo servizio della stagione di Report sarà dedicato proprio al Vaticano e a quello che si sta muovendo dentro la Chiesa.

Poi a seguire un servizio sullo sparo di Capodanno di due anni fa, quando un agente della scorta del sottosegretario Delmastro fu ferito da un colpo di pistola, su come riconvertire le miniere del Sulcis e sulle compagnie marittime di trasporto.

I collegamenti con le isole minori

“Molte volte tu arrivi qua, fai una corsa e non trovi l’aliscafo non trovi il traghetto, magari arrivi sul porto e trovi la saracinesca della biglietteria chiusa, quindi non puoi nemmeno chiedere il motivo, ‘ma non c’era un aliscafo alle sette?’ A chi lo chiedi? A nessuno Abbassano la saracinesca, chiudono e via. Il problema è tuo.. ” - il giornalista Gianni Vuoso su sfoga così davanti alle telecamere di Report, perché per spostarsi sulle isole “minori” deve avere a che fare coi capricci delle compagnie di trasporto per muoversi da e verso l’isola di Capri.

Anche il comitato utenti del servizio di trasporto pubblico per l’isola di Capri ha certificato che le compagnie viaggiano molto meno nel periodo invernale: nel mese di novembre 2023 sono state soppresse 264 corse, mentre in cinque mesi di rilevamenti le corse cancellate sono state oltre 800.

Corse soppresse, nessuna spiegazione da parte delle compagnie e dei loro addetti, questa è la situazione di chi deve muoversi verso coi traghetti e gli aliscafi: racconta uno di questi viaggiatori che Alilauro quando c’è l’allerta meteo della protezione civile cancella le corse anche se il mare è calmo.

Eppure è un mercato redditizio quello verso le maggiori isole del Golfo: padrone indiscusso è Gianluigi Aponte proprietario di MSC che oltre a Caremar possiede Snav e NLG e spartisce le tratte con poche altri armatori.

Il loro obiettivo è governare una filiera – spiega a Report Pietro Spirito presidente dell’autorità di sistema del Tirreno tra il 2016 e il 2021 – “io ho avuto personalmente molto da dire con questi signori sul tema della stazione marittima di Berello, quando sono arrivaot mi hanno detto c’è un grande progetto di privatizzazione, i 4 dell’apocalisse diciamo, i quattro armatori, Lauro, D’Abbundo, Aponte, al che io ho detto, vediamolo .. era un foglietto di carta. Io ho detto, così questa cosa qua non si fa, perché per me la stazioni marittima la costruisce lo stato e lo stato la affida in concessione”.

Ora chi la gestisce in concessione? Un solo soggetto che è il solito consorzio, sempre i soliti quattro.

LAB REPORT: FIGLI DI UN’ISOLA MINORE

Di Roberto Persia

Collaborazione Stefano Lamorgese

 

Nonostante la Costituzione garantisca la continuità territoriale, per gli abitanti delle isole minori spostarsi resta difficile, soprattutto d’inverno. I collegamenti saltano, i fondi pubblici non bastano, e la precarietà è la norma. La privatizzazione delle compagnie non ha introdotto concorrenza: bandi e convenzioni assicurano sussidi a operatori senza rivali, che continuano a usare navi obsolete. In assenza di alternative, gli armatori non rischiano, non innovano — e vincono sempre.

 

Lo sparo di Capodanno

Report ha intervistato l’onorevole di FDI Emanuele Pozzolo che è stato a lungo indicato come colui che ha sparato all’agente della scorta del sottosegretario Delmastro: “lei si ricorda che eravate tutti dentro?” chiede la giornalista a Pozzolo, che risponde “ho parlato con Andrea appena dopo lo scoppio, poi ho appreso di altre dichiarazioni che sono state rilasciate anche dagli altri” - tutte persone legate a Delmastro fa notare la giornalista, che hanno rilasciato dichiarazioni per cui Delmastro era fuori dalla stanza dello sparo.”
Pozzolo spiega: “l’operazione comunicativa è stata molto semplice, che il fango di tutto quello che è successo, di quell’incidente, doveva cadere politicamente su di me, punto. E tutti gli altri dovevano essere assolutamente tenuti fuori.”

Ma l’operazione politica è riuscita anche perché Pozzolo nei giorni successivi non ha parlato, non ha spiegato: “io non ho parlato perché mi è stato detto chiaramente di non parlare, dal partito.”
Nel colloquio con Giulia Presutti Pozzolo parla anche di un incontro col sottosegretario in cui ci fu l’invito a ritirare la querela, la direzione era quella “torniamo amici” spiega Pozzolo “per arrivare ad una diminuzione dell’attenzione mediatica ..”
Così il deputato di FDI accetta l’indicazione del partito contravvenendo anche al consiglio del suo legale che “suggeriva una valutazione più ponderata”, ovvero di andare a processo a farsi assolvere.
Alla fine Pozzolo e Delmastro sono tornati amici? Pozzolo viene nominato in commissione Difesa a novembre, oltre al posto in commissione che già aveva (affari esteri) e dopo due giorni escono sui giornali dichiarazioni rigorosamente anonime in cui si dice “ah no, Pozzolo in commissione Difesa c’è finito per errore .. ci starà due o tre giorni .. direi che ad ora non siamo tornati amici politicamente ”

Pozzolo in questo momento è sospeso dal gruppo parlamentare ma tecnicamente ne è ancora appartenente, “sarà il gruppo a sospenderlo coi tempi che vuole” spiega a Report il deputato Donzelli (responsabile organizzativo di FDI).

Siamo maliziosi a pensare che siccome il gruppo prende i rimborsi in base al numero dei parlamentari, allora si è scelto di non toglierlo? “Non mi occupo dei rimborsi di Pozzolo” ha risposto Donzelli.

La scheda del servizio: FRANCHI TIRATORI

di Giulia Presutti

 

Il 31 dicembre 2023, durante i festeggiamenti per il Capodanno nella pro loco di Rosazza, in provincia di Biella, uno sparo accidentale ferisce alla gamba uno dei partecipanti. Alla festa era presente un gruppo di amici che militano nelle file di Fratelli d'Italia: fra loro c'era anche il Sottosegretario Delmastro. A sparare è la pistola dell'onorevole Emanuele Pozzolo, all'epoca uomo di Fratelli d'Italia a Vercelli e da sempre vicinissimo al Sottosegretario Delmastro. Pozzolo è a processo per porto abusivo d'armi e di munizioni da guerra ed è stato subito l'unico indagato per la vicenda, ma ha sempre detto di non aver sparato lui. Su quale sia stata la dinamica dell'incidente restano i dubbi.

 

Le pressioni sul conclave in Vaticano

Il servizio di Giorgio Mottola ci racconterà di un’inchiesta (o un dossier) fatta sui principali “papabili” fatta da laici, anche ex agenti dei servizi americani qualche anno fa: un’inchiesta fatta da una “organizzazione” che aveva a disposizione un budget da 1 ml di euro e che in pochi mesi ha raccolto quasi 100 collaboratori con l’obiettivo di passare al setaccio i principali prelati di tutto il mondo a caccia di scheletri nell’armadio. Un’operazione senza precedenti nel passato portata avanti da laici con metodi da intelligence tanto che vengono assoldati 15 ex agenti dell’FBI e persino alcuni ex agenti della CIA.
I giornalisti di Report hanno incontrato un ex agente FBI Philip Scala che parla di questa indagine: “nel 2018 fui contattato da una organizzazione chiamata Better Church Governance, chiesero se fossi interessato a organizzare una squadra di investigatori che andasse in giro per il mondo a condurre indagini sui cardinali elettori. Mettemmo assieme una organizzazione di 15 ex FBI di alto livello, tutti investigatori eccellenti. Non era un attacco contro il papa, né contro i cardinali. Si trattava di redigere un dossier dettagliato su ciascun cardinale da consegnare in via confidenziale alla Chiesa in modo che al momento del conclave, ciascun cardinale avrebbe ricevuto un fascicolo informativo , dato che molti cardinali al Conclave non conoscono tutti i candidati. Questo era il nostro compito.”

Massimo Faggioli, professore di teologia all’università di Philadephia è molto diretto: “c’è un tentativo di trovare qualche cosa su qualche candidato e di usarlo non tanto per eleggere questo o quel candidato ma per evitare che qualche candidato sgradito venga eletto. C’è il rischio non solo di un conclave influenzato dal report ma chhe che il risultato del conclave possa essere contestato da chi dice di avere queste informazioni, che il conclave potrebbe aver avuto, o non aver avuto..”
Un altro documento interno trapelato dal Red Hat Report, rivela il nome di uno dei cardinali da screditare prima del conclave, si tratta del segretario di Stato Pietro Parolin, braccio destro di papa Francesco: in questo documento viene definito come “molto corrotto” tanto da volerlo rendere una disgrazia per la Chiesa agli occhi del mondo.

 

Report ha ricevuto la smentita dal gruppo “College of the cardinal Report” per cui non ci sarebbe nessun collegamento col “Red Hat Report”.

Cos’è questo Red Hat Report? È un documento riservato uscito nel 2018, presentato ad un evento del Catholic University di Washington, di cui Report è entrato in possesso.

Ci si chiese a quell’evento se Bergoglio sarebbe stato eletto se quel rapporto fosse stato fatto prima del conclave del 2013: in una slide era proprio scritto così, con quel rapporto Bergoglio non sarebbe diventato papa.

Jacob Imam – fondatore dell’Università St Joseph The Worker: “volevamo solo assicurarci che sapessero chi stavano votando, non avevo nessuna intenzione se non supportare il loro lavoro. Questo progetto è nato su richiesta di diversi cardinali, non rivelerò i nomi dei cardinali che lo hanno richiesto.”
Secondo Report dietro questo documento c’è il coinvolgimento diretto del cardinale Burke, nonostante quest’ultimo non fosse direttamente dentro il progetto, nel documento si comprende come Burke esortava i promotori a diffondere rapidamente il dossier, anticipando la possibilità imminente di un conclave.

Si legge nel documento che nell’ottobre 2018 Jacob Imam ha passato un mese a Roma ospitato nella residenza di Burke beneficiando di una rete di contatti per portare avanti la sua indagine.

Questo fatto è stato confermato dallo stesso Imam, Burke supportava questa iniziativa, ma non era un qualcosa di parte perché avevamo diversi sostenitori dietro.

Imam però, sempre col sorriso in faccia, ha scelto di non rispondere ad altre domande sul Red Hat Report.

Gli organizzatori della Better Church Governance sostengono che pochi giorni prima del Conclave questo rapporto tradotto in varie lingue sarebbe stato consegnato ai vari cardinali elettori e reso disponibile online sotto il nome di “College of the cardinals report”.

Sempre Jacob Imam ha voluto aggiungere : “è proprio questa settimana che precede il conclave stanno stampando il report, in inglese e italiano, io non sono coinvolto da diversi anni, ma sono felice che i cardinali abbiano ricevuto quanto richiesto”.
Dunque la ricerca fatta dall’organizzazione (con dentro agenti FBI e altro) nel 2018 è tornata in circolazione oggi col nome di “College of the cardinals report”? Esatto, ha confermato Imam.

Questo report è stato usato per le elezioni che hanno poi portato alla nomina di Robert Prevost? Nicola Seneze autore del libro “Lo scisma americano” ritiene che sia stato usato: “credo che rappresenti un pericolo concreto per il prossimo conclave ..”

Ci sarebbe stata, dunque, un’azione di lobbying per forzare la mano ai cardinali e spingere verso un papa sovranista. Giorgio Mottola ha incontrato una vecchia conoscenza di Report Benjamin Harnwell presidente del Dignitatis Humanis Institute, l’istituto vicino a Steve Bannon che voleva prendersi l’abbazia di Trisulti per farne una scuola di formazione della nuova destra europea.

Lei per conto di Steve Bannon sta incontrando dei cardinali? – Gli ha chiesto Mottola: ci sarebbero una dozzina di cardinali che fanno riferimento all’area politica di Steve Bannon con cui Harnwell si sarebbe incontrato e che non si sarebbero molto dispiaciuti della morte di papa Bergoglio. Insieme a molte altre organizzazioni ultra conservatrici americane, anche questa di Harnwell avrebbe provato a condizionare dall’esterno l’esito del voto per il nuovo papa.

Steve Bannon chi vorrebbe come papa?

“La nostra strategia non è tanto chi vogliamo come papa” spiega il politologo “perché tutti i nomi cari a noi non hanno grande probabilità, la nostra strategia dei conservatori è più capire chi non vorremmo, ad esempio il cardinale Zuppi, c’è anche questo americano Prevost [poi diventato papa] ..”

Immagino voi sognate un papa come Raymond Leo Burke? “Il cardinale Burke, il cardinale Sarah.. sono i nomi buoni, però a mio parere non hanno i numeri.”

Il fronte degli americani anti-bergogliani ha sede a Roma dietro l’antica basilica di Santa Balbina: varcata la soglia della basilica c’è la sede della fondazione Lepanto presieduta dal professor De Mattei esponente dell’aristocrazia romana e che Berlusconi aveva nominato vicepresidente del CNR nonostante l’opposizione del mondo accademico.

De Mattei è uno scienziato (?) su posizioni anti evoluzioniste: “assolutamente” risponde a Mottola “’evoluzionismo è un mito,è una leggenda”.

Questo professore crede veramente che tutti gli uomini discendano da Adamo ed Eva. L’impero romano? Sarebbe caduto come punizione di Dio per l’omosessualità nell’impero: “l’omosessualità è un peccato grave condannato da Dio che può determinare la fine di una civiltà.”
Dallo scorso anno la fondazione Lepanto ha iniziato ad organizzare preghiere di protesta nelle piazze contro la gestione della chiesa da parte di Bergoglio. Si definiscono un “esercito regolare”, lo scorso settembre si sono radunati in piazza Sant’Angelo. Qui erano presenti i rappresentanti delle più importanti associazioni americane e i direttori di Lifesite news, di Church militant, i siti che hanno indicato nella punizione divina inflitta al papa la causa del corona virus.

“Papa Francesco sta contribuendo a determinare la confusione all’interno della chiesa ” continua De Mattei che nel passato aveva parlato di fumo di satana che avvolgeva la chiesa.

“Oggi ci troviamo, per la prima volta nella storia, in una situazione dove il papa anziché essere la soluzione del problema è la causa del problema, perché è egli stesso, papa Francesco, purtroppo un fattore di autodemolizione della chiesa e quindi di diffusione del fumo di satana all’interno della chiesa.”
 

“In un tempo di grande confusione” afferma il cardinale Burke, patrono dell’ordine di Malta “come errori nella cultura e perfino nella chiesa, siamo veramente chiamati a difendere e combattere le verità della fede”: quanta distanza dalle parole di Bergoglio o al primo discorso del nuovo papa Prevost con la sua pace disarmante.
Il cardinale Burke ha stretti rapporti con esponenti dell’amministrazione Trump sebbene con Steve Bannon la relazione si sia molto raffreddata. In Italia invece Burke non ha mai nascosto le sue simpatie per Matteo Salvini: quando era ministro dell’interno e il papa lo criticava per i blocchi in mare delle ONG, il cardinale lo ha più voolte difeso in pubblico.

“Io penso che sia comprensibile” commentava di fronte ai giornalisti sulla questione dei blocchi “la nazione deve prendersi cura per prima dei propri cittadini e poi esaminare attentamente chi sono questi immigrati, se sono davvero rifugiati politici o se sono persone che emigrano per migliorare le loro condizioni..”
Forse ad avere confusione non era papa Francesco, ma questo cardinale che forse dimentica le parole del Vangelo, "Amerai il prossimo tuo come te stesso" (MC 12, 29-31)

La scheda del servizio: MAKE VATICANO GREAT AGAIN

di Giorgio Mottola – Sacha Biazzo

Collaborazione Greta Orsi, Alessia Pelagaggi

 

Report ricostruirà le sfide che Papa Leone XIV dovrà affrontare, tra l'importante eredità di Francesco, che il neoeletto pontefice ha raccolto sin dal primo discorso, e le resistenze che nei dodici anni del pontificato di Bergoglio hanno remato contro il messaggio di apertura al mondo e le riforme interne al Vaticano per la trasparenza e contro sprechi e corruzione.

 

La rinascita delle miniere del Sulcis

Era nato da un servizio di Michele Buono dove si immaginava un nuovo futuro per le miniere del Sulcis oggi abbandonate: perché non usarle come base per costruire nuovi impianti di accumulo per l’energia pulita?

Energy Vault si era interessata alla proposta di Report e così Michele Buono aveva raccontato a loro della sua visita in Sardegna. I tecnici svizzeri a sua volta si sono messi in contatto coi tecnici della Miniere CarboSulcis SPA che si sono resi disponibili a concedere dei pozzi per questo progetto rigenerativo. Servono infatti dei dislivelli per creare gli effetti gravitazionali necessari all’impianto: il pozzo 2 della miniera scelta ha una profondità di 500 metri, dal fondo saliranno le masse spinte dall’energia in arrivo dagli impianti. Masse che poi, quando la rete chiederà energia, caleranno fornendo loro energia alla rete.

Si può usare la terra ma anche i materiali di scarto della ex miniera, o scarti delle demolizioni, la materia prima non manca nel sito minerario, si può riciclare tutto, acqua compresa, quella della stessa miniera che viene presa per evitare che le cavità si inondino.

I dati raccolti dalla miniera sono stati raccolti a Lugano e così il progetto inizia a prendere la forma: si useranno serbatoi di acqua per conservare le masse, serbatoi la cui forma assomiglia ad una goccia d’acqua, “vogliamo ricopiare le forme della natura” spiegano gli ingegneri della Energy Vault “nella goccia abbiamo ovunque la medesima tensione, la goccia sfrutta in modo ottimale la superficie.”

Così una goccia gigante chiude il cerchio di una economia in cui si riutilizza l’acqua a ciclo chiuso e per produrre energia rinnovabile non c’è spreco di materiale.

Ma per chiudere il cerchio con le carte serve l’ok della regione, la CarboSulcis è una società regionale: la regione dovrà deliberare e finanziare il progetto entro il 2026, se non si fa in tempo si chiude tutto. Per accelerare i tempi l’azienda svizzera ha deciso di investire direttamente nel progetto: Luca Manzella, vicepresidente europeo, spiega a Report che prevedono un investimento da 70 ml di euro, “alla regione Sardegna vogliamo dimostrare che la tecnologia più innovativa funzioni e anche dei ritorni potenziali economici.” aggiungendo anche che la realizzazione del progetto sarà affidata ad imprese italiane. La macchina si mette in moto e comincia fin da subito a produrre valore, a Gela si iniziano a preparare i tubi di acciaio per agganciare i serbatoi, a Castelnuovo Scrivia in Piemonte realizzeranno i serbatoi in tessuto flessibile.
Tutto questo cosa significa per le miniere? Avere energia a km zero, alle spalle dei serbatoi c’è la centrale dell’Enel – spiega l’amministratore di CarboSulcis Francesco Lippi – si potrebbe pensare che un domani gli accumuli di energia possano servire per andare oltre a quello che sarà presente nel complesso industriale nostro.

Infatti, dismessa l’attività mineraria, si libererebbero degi spazi nei capannoni e rustici in un’area di oltre 200 ettari: “abbiamo un patrimonio immobiliare di 60mila metri cubi a disposizione” continua l’amministratore Lippi.

Capannoni che potrebbero essere destinati ad altre aziende a bordo delle attività industriali, a centri di ricerca e ad incubatori di imprese.

Ad esempio i vecchi locali degli spogliatoi di Serucci, una struttura architettonicamente straordinaria, potrebbe ospitare un centro di prototipazione industriale proprio per le imprese che verranno ad investire qua.

Altri punti da unire sono nel territorio – continua il racconto di Michele Buono – nasce una nuova economia e e arriverà altra popolazione per lavorare, divertirsi, abitare. I paesi svuotati dalla crisi del Sulcis dovranno prepararsi ad una rigenerazione urbana per accogliere nuovi abitanti e nuove attività.

La scheda del servizio: MINIERE DI ENERGIA

di Michele Buono

 

Le miniere di carbone del Sulcis iglesiente in Sardegna sono in dismissione, la Carbosulcis ha tempo fino al 2026 per pensare ad altre attività ma che non devono avere a che fare con il carbone, sennò si chiude e tutti a casa. In questa storia Report è protagonista. Ci viene un’idea.

 

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.


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